COMUNICATO STAMPA
Vertenza Di Gennaro: le menzogne del padrone, l’indifferenza delle istituzioni, la rabbia dei lavoratori ridotti alla fame.
PREFETTURA, ASIA SPA, COMUNE DI NAPOLI: DOVE SIETE?
Le oltre cinque ore di sciopero e di presidio fuori ai cancelli di Di Gennaro SpA a Caivano non sono state sufficienti a fare passi avanti nella vertenza che vede da oltre due mesi 12 lavoratori (gran parte dei quali con oltre 20 anni di anzianità di servizio) in cassa integrazione a zero ore senza alcun motivo legato alla crisi, ma solo ed unicamente come forma di ritorsione antisindacale.
Lo sciopero è stato invece utilissimo nel mettere a nudo come le bugie, le falsificazioni e gli arbitrii dell’azienda siano talmente evidenti che quest’ultima teme persino il confronto in Prefettura.
In più di cinque ore abbiamo assistito a un ridicolo e stucchevole balletto di annunci e controannunci da parte di un azienda che, pressata persino dalle locali forze dell’ordine, è arrivata al punto di rifiutarsi persino di firmare il verbale di mancato accordo come atto dovuto a seguito di ben 3 incontri andati a vuoto, di negare di aver ricevuto innumerevoli sollecitazioni e comunicati di apertura di stato di agitazione, e cambiando per ben 3 volte versione sui motivi della chiusura del sito di Secondigliano (crisi aziendale per l’Inps, ristrutturazione degli impianti come alibi dato in pasto alle forze dell’ordine giunte sul posto a seguito dello sciopero, presunto assenteismo dei dipendenti messi in Cigs come giustificazione ufficiosa data al SI Cobas).
In realtà nessuna delle tre versioni è quella reale: la chiusura del sito di Secondigliano risponde solo alla volontà di punire chi ha osato ribellarsi, chiedendo il corretto pagamento delle spettanze e il rispetto delle norme sull’igiene e sulla sicurezza sugli impianti.
Come la gran parte dei padroni che pensano di poter disporre a proprio piacimento della vita e della morte degli operai, è bastato poco a smascherare inreqli intenti di Di Gennaro: è bastato venire due volte fuori al deposito di Caivano per vedere file infinite di camion in coda e toccare con mano che quest’azienda è in perfetta salute dal punto di vista economico; è bastato scambiare due chiacchiere con gli operatori degli autocompattatori per “scoprire” che tutte le attività svolte su Secondigliano sono state sapientemente dirottate a Caivano e come decine di comuni campani continuano a smaltire i loro rifiuti presso Di Gennaro Spa.
Quel che lascia sconcertati non sono tanto le fandonie dei padroni, quanto le coperture e la complicità delle istituzioni competenti, a partire dalla Prefettura di Napoli che da due mesi si rifiuta di rispondere alle richieste di convocazione inviate dal SI Cobas, fino ad arrivare al comune di Napoli e ad Asia Spa, le quali sono state ripetutamente chiamate in causa fin dallo scorso 30 aprile, senza mai interessarsi realmente di questa vicenda.
Ancora in questa settimana il SI Cobas ha tentato un ulteriore canale di dialogo con l’amministrazione comunale, chiamando in causa sia l’assessore Buonanno che il vicesindaco Panini, come sempre senza esito…
Evidentemente l’amministrazione “ribelle” non ha tempo per interessarsi delle sorti di 12 lavoratori che per decenni hanno contribuito a garantire l’espletamento di un servizio pubblico essenziale anche nelle fasi più buie della crisi-rifiuti, per poi vedersi sbattuti per strada per il solo fatto di aver esercitato il diritto ad associarsi a un sindacato per tutelare i loro diritti finora calpestati.
Evidentemente gli interessi dei lavoratori non passano neanche formalmente per i lidi istituzionali, ne a livello centrale ne a livello locale.
Evidentemente agli organi di governo non interessa minimamente tutelare i lavoratori che hanno operato durante tutta la crisi CoviD senza tutele e senza protezioni e oggi fatti oggetto di veri e propri licenziamenti occulti.
Il paese reale è ben diverso da quello dipinto dal premier Conte che si fa vanto della cosiddetta “moratoria sui licenziamenti”.
I padroni hanno mille modi per continuare a licenziare indiscriminatamente e senza alcun controllo: sanzioni disciplinari inventate, casse integrazioni-truffa, chiusura a tavolino e senza motivazione di interi siti produttivi, ecc.
Lo sciopero di oggi si è chiuso in maniera “costruttiva” solo grazie all’interessamento e alle sollecitazioni del consorzio ASI di Caivano, preoccupato per le ripercussioni del blocco delle attività in Di Gennaro sull’intera area industriale circostante e intervenuto in prima persona per sollecitare un tavolo in Prefettura che Di Gennaro si rifiuta di richiedere per timore di dover fare i conti con la verità dei fatti.
Per lo stato i lavoratori sono nient’altro che carne da macello, degni di interesse solo quando si tratta minacciare azioni repressive per porre fine a uno sciopero: lo sapevamo prima, ne siamo sempre più convinto alla luce dei fatti di oggi.
Ma lorsignori non si illudano: il SI Cobas continuerà a lottare contro tutto e tutti, in tutte le sedi e con ogni mezzo, per smascherare l’uso strumentale e arbitrario degli ammortizzatori sociali pubblici e per imporre l’esercizio della libertà di associazione sindacale in ogni posto di lavoro.
La lotta non si ferma!
Reintegro immediato di tutti i lavoratori messi in CIG a zero ore.
SI Cobas Napoli e Caserta