Approfondimenti politiciCobasEmilia RomagnaImmigrazioneInternazionaleUncategorized

[BOLOGNA] Non un morto in più: il 12/9 in piazza Nettuno per chiedere giustizia per Willy e la sua famiglia

La notte tra il 5 e il 6 settembre Willy Monteiro Duarte, italiano di origini capoverdiane, è stato vittima di un agguato squadrista e razzista, che ha spento la sua vita alla giovane età di 21 anni. Un ragazzo della periferia romana è stato strappato alla sua famiglia e ai suoi amici perché tentava di difendere un amico. Quello che è successo a Willy, oltre a farci tanta rabbia e disgusto, è l’ennesima prova che in questo paese di razzismo e fascismo si muore ancora.
Sorge spontanea una riflessione sulla rappresentazione mediatica degli assassini. Questi quattro uomini vengono definiti “bestie” come se il loro comportamento non fosse frutto di una società permeata da mascolinità tossica che insegna a utilizzare rabbia e violenza come valvola di sfogo per ogni emozione e como prova di virilità. Perciò ci rifiutiamo di chiamarli bestie, rimuovendo totalmente le responsabilità di una società machista e razzista. Nello stesso modo rigettiamo qualsiasi retorica “umanizzatrice” di questi assassini, rappresentati sui giornali come figli amorevoli e persone dal cuore buono, esattamente come avviene per i casi di femminicidio.
Ci distacchiamo inoltre anche da chi, ignorando queste responsabilità sociali, le attribuisce genericamente al fatto di ascoltare un determinato genere di musica, avere tatuaggi, praticare “sport violenti” o arti marziali. Ridicole argomentazioni che impediscono una profonda comprensione di questi comportamenti. In nessun modo sport di combattimento e arti marziali, basati su rispetto e precise regole etiche, giustificano prepotenze e attacchi squadristi. Pestaggi e violenze di questo genere sono metodi utilizzati con precise finalità e praticati da chi è cresciuto impregnato di maschilismo tossico, negrofobia, fascismo e razzismo.
A queste rappresentazioni si aggiunge anche la propaganda nazionalista che vede lo straniero come la radice di tutti i mali e che dà a questi individui il sentore di compiere una qualsiasi giustizia nel momento in cui tolgono la vita a una persona identificata genericamente come “immigrata” o “extracomunitaria”. Non si può negare la responsabilità degli esponenti politici che tutti i giorni incitano all’odio verso “il diverso” e dei media che fanno da megafono a questo odio, mentre la realtà dei fatti ci ricorda dolorosamente come le nostre città e le nostre comunità siano minacciate da razzisti, fascisti, omofobi e da tutti coloro che usano la violenza per negare esistenze, diritti e scelte degli/le altr*.
Di razzismo e negrofobia si muore, oggi come ieri, in Italia come negli Stati Uniti, e chiunque sia la vittima non fa alcuna differenza. È impensabile che la solidarietà si manifesti solo quando una morte avviene dall’altro lato del mondo e che si resti inermi quando invece l’odio razzista si manifesta nelle strade del nostro paese con la morte di un giovane uomo nero. Non abbiamo bisogno che la morte venga ripresa da uno smartphone per indignarci. Anche se i giornali e la narrazione dominante dipingono questo avvenimento come una bravata commessa da giovani per bene, noi sappiamo come sono andate davvero le cose.
Scenderemo in presidio sabato 12 Settembre in piazza Nettuno per chiedere giustizia per Willy e la sua famiglia, affinché la sua morte non rimanga l’ennesimo trend topic dei social.
Non un morto nero in più!

#NONUNMORTONEROINPIÙ
#SAYTHEIRNAME
#WILLYMONTEIRODUARTE
#blacklivesmatterbologna

Hanno aderito al presidio: RitmoLento; S.I. Cobas Bologna; Hayat Onlus; Decolonising The Academy; Coalizione Civica Bologna; CUA Bologna; Lab. Crash; Link Bologna – Studenti Indipendenti; La MALA educación.

S.I. Cobas Bologna