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[ITALIA] Italpizza: altri 53 imputati, il 3 ottobre manifestazione nazionale a Modena

ITALPIZZA: ALTRI 53 IMPUTATI
3 ottobre manifestazione nazionale a Modena

Meno di una settimana fa avevamo annunciato la conclusione delle indagini per 67 compagne e compagni per il maxi-processo Italpizza. Oggi arriva una seconda tranche, con accuse per altre 53 persone, portando così il numero di indagati modenesi a 120 per la sola vertenza Italpizza.

Il numero di procedimenti penali per gli scioperi nel modenese supera così i 450, una cifra incredibile, senza paragoni in Italia, che mostra chiaramente la volontà di fermare le lotte operaie in un territorio dove istituzioni, malavita e affari sono talmente intrecciati da sembrare indistinguibili. È chiaro che a Modena sono in corso le prove generali di una repressione che poi verrà replicata nel resto del paese. Non possiamo permetterlo.

Per questo motivo il S.I. Cobas convoca una manifestazione nazionale per sabato 3 ottobre 2020 a Modena. A breve pubblicheremo maggiori informazioni. Invitiamo fin d’ora tutti i Cobas, i solidali e le organizzazioni del territorio a partecipare alla mobilitazione.

Forza S.I. Cobas, fino alla vittoria!

Modena, 9 settembre 2020


ITALPIZZA: DOVE E’ LA LEGGE?

Inizia un procedimento penale per 67 persone che si sono trovate a difendere un principio di giustizia davanti ai cancelli di Italpizza.

Ricordiamo alcuni passaggi:

– a dicembre del 2018 viene comunicata la costituzione del sindacato SICobas presso due delle cooperative che gestiscono le quasi mille persone impiegate nel cantiere Italpizza che lavorano con il contratto “Pulizie – Multiservizi”; sono del 10,00 del mattino e la pec parte dall’ufficio del legale, perché si contestano anche diversi illeciti;

– alle ore 12,00 di quello stesso giorno tutte le donne che si sono iscritte al sindacato ricevono una comunicazione di spostamento della sede di lavoro: la maggior parte debbono andare a Bologna per “improrogabili esigenze di servizio”;

– quello stesso pomeriggio il SICobas apre lo stato di agitazione, lamentando che lo spostamento richiesto si configurava come un licenziamento mascherato, data l’impossibilità per diverse di loro di effettuare quel tipo di spostamento, aggravato dalla assenza di ogni tipo di preavviso perché l’ordine arriva oggi per domani.

L’attacco padronale è immediatamente durissimo, con un padrone che non intende sedersi ad alcun tavolo di trattativa che non sia presso la prefettura, in cui le lavoratrici ed i lavoratori vengono reintegrati nel cantiere.

Tuttavia, dato che i lavoratori chiedono di avere il contratto alimentari (sembrava che nessuno sapesse che facevano pizze), vengono tutte e tutti messi a fare pulizie, alcune degradanti, altre a rischio vita, poiché le donne vengono mandate sul tetto a pulire i vetri senza nessuna imbragatura di sicurezza nel periodo della neve, quindi della massima scivolosità della struttura.

Lavoratrici e lavoratori reagiscono ai soprusi con la resistenza passiva, per poi scoprire che i poliziotti che li gasavano, dotati di manganelli, scudi, parastinchi, strutture atte ad affrontare i corpo a corpo sono stati misteriosamente sopraffatti da donne e uomini seduti a terra.

Un tempo in questa città operaie ed operai erano una categoria rispettata ed ascoltata: oggi sono diventati criminali da processare? Perchè sono ormai quasi quattrocento le operaie e gli operai indagati nel tribunale di Modena.

Cosa è successo?

E soprattutto: Vi sembra giusto?

SI Cobas nazionale