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[IRAN] Un appello al movimento operaio internazionale: sostenere i lavoratori in lotta. Dalla raffineria Haft Tapeh all’Italpizza di Modena: uniti si vince!

Riceviamo e pubblichiamo qui sotto l’appello del Partito Comunista Operaio d’Iran, per sostenere le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici iraniani e denunciare la repressione degli attivisti sindacali e dell’autorganizzazione operaia.

Ai fratelli e alle sorelle d’Iran, come lavoratori e lavoratrici del S.I. Cobas esprimiamo la nostra sincera e convinta solidarietà nella lotta.

L’appello dall’Iran cita la lotta della piantagione di zucchero da canna e raffineria Haft Tapeh, come punta avanzata a livello internazionale (clicca qui per leggere il nostro ultimo comunicato di solidarietà ai lavoratori di Haft Tapeh), proponendo l’avvio di un confronto all’interno del movimento operaio internazionale.

Come S.I. Cobas, rispondiamo positivamente a questa importante e benvenuta richiesta: impegnandoci a dare un concreto contributo alla necessità di avviare e sviluppare tale confronto, su un piano internazionale e in una prospettiva internazionalista.

Infatti, come organizzazione sindacale e di lotta, anche noi siamo duramente colpiti dalla repressione: proprio in queste settimane, con un’ennesima grave ondata antioperaia, padroni e Stato stanno duramente attaccando i lavoratori e le lavoratrici del S.I. Cobas di Modena, colpendoli con centinaia di denunce e processi.

Ad oggi, son saliti a 469 i compagni e le compagne – operai, sindacalisti e solidali – alla sbarra per gli scioperi nei magazzini e nelle fabbriche del modenese, scioperi necessari per migliorare le condizioni di lavoro e di vita, per tutti: per rispondere a quest’attacco, il 3 ottobre abbiamo convocato una manifestazione nazionale a Modena, in solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici, contro ogni repressione e per la libertà di sciopero.

Questa crisi sanitaria e sociale, che sta provocando i primi scioperi spontanei nelle fabbriche dopo decenni, e diviene ora anche crisi economica e finanziaria, mette alla prova i sistemi capitalistici, in Italia e nel mondo intero, e scuote le coscienze in settori della nostra classe cui si chiede di lavorare comunque, anche in assenza delle condizioni di sicurezza che vengono invece imposte al resto della popolazione.

Per la prima volta da decenni assistiamo a scioperi spontanei nelle fabbriche.

Anche nella lotta per ambienti di lavoro sicuri e adeguati dispositivi di protezione individuale, e nelle difficoltà di coloro che sono lasciati a casa con un futuro incerto, deve crescere la coscienza della necessità di lottare per superare questa società divisa in classi.

Contro le ideologie da “unità nazionale” tra sfruttati e sfruttatori.

Il virus globalizzato mette inoltre in chiaro l’inconsistenza delle prospettive di autonomie locali/localistiche, e delle scorciatoie “sovraniste”.

L’unica strada è quella internazionalista, dell’unione tra i proletari di tutto il mondo.

S.I. Cobas


Partito Comunista Operaio d’Iran – Hekmatista
Settembre 2020

Un appello al movimento operaio internazionale

Sostenere i lavoratori in Iran!

Immaginate che i lavoratori della vostra fabbrica o del vostro luogo di lavoro chiedano che l’azienda sia loro consegnata e gestita dai lavoratori.

Immaginate che dichiarino la formazione del loro Consiglio come organizzazione che gestisce la fabbrica.

In nessun altro luogo al mondo si possono vedere tali richieste, se non in Iran.

Questo sviluppo non è nei libri di storia.

Sta accadendo proprio ora in Iran.

Per decenni, i lavoratori di molte fabbriche e luoghi di lavoro hanno lottato per i loro diritti. In Iran non ci sono diritti sindacali.

Nessun diritto di sciopero.

Gli attivisti sindacali sono soppressi.

Il salario minimo è un quarto della soglia di povertà ufficiale.

Non c’è assicurazione contro la disoccupazione.

Molti lavoratori non vengono pagati da mesi.

Lottano ancora per i loro diritti.

La classe operaia in Iran, negli ultimi due anni, ha lottato per porre fine ai contratti a termine e a chiamata, per la sicurezza del lavoro, la contrattazione collettiva, la piena occupazione, l’aumento dei salari, la fine delle politiche di appalto e la fine delle privatizzazioni.

I lavoratori di più di 53 settori industriali si sono attivati per lottare contro il regime islamico e i padroni per queste richieste.

Tra questi vi sono i lavoratori del petrolio e del gas, i petrolchimici, della generazione elettrica e saldatori.

I recenti scioperi dei lavoratori hanno guadagnato slancio con gli scioperi alla Haft Tapeh Sugar Cane Plantation Factory in Iran (gennaio 2018), dove i lavoratori hanno organizzato scioperi e hanno lottato per chiedere il riconoscimento dei loro Consigli, il pagamento dei salari, l’interruzione della privatizzazione della fabbrica e la liberazione dei prigionieri politici.

La piantagione dà lavoro a più di 4000 persone.

Migliaia di persone scendono in strada ogni giorno da anni nonostante la repressione e l’incarcerazione degli attivisti dei lavoratori.

Le lavoratrici hanno avuto un ruolo attivo nei movimenti di protesta generale.

Un aspetto importante degli sviluppi della lotta della classe operaia in Iran è la formazione di assemblee generali nei luoghi di lavoro.

I lavoratori di Haft Tapeh tengono regolarmente le loro assemblee generali dove prendono decisioni collettive.

Diversi attivisti operai, tra cui Esmail Bakhshi, sono stati arrestati, torturati e minacciati.

In uno dei suoi discorsi all’assemblea generale dei lavoratori, Bakhshi ha detto: “La fabbrica è gestita da noi lavoratori e non dal governo o dai nuovi proprietari privati. Appartiene a noi operai e alla gente del paese”.

In quale parte del mondo vediamo una così chiara richiesta anticapitalista?

Solo in Iran.

Le condizioni di lavoro dei lavoratori di Haft Tapeh e le loro lotte per un mondo migliore sono un esempio della situazione della classe operaia in Iran.

Molti lavoratori in Iran vivono sotto la soglia di povertà, il loro salario non viene pagato per mesi e mesi, vengono arrestati e torturati per aver protestato, e resistono a povertà e repressione.

I lavoratori in Iran hanno bisogno del vostro sostegno.

Sanno di far parte della classe operaia internazionale ed esortano tutte le organizzazioni dei lavoratori e umanitarie a sostenerli nella solidarietà di classe.

La forza della classe operaia in un paese è la forza della classe operaia internazionale.

Uniti possiamo fare la differenza.

Cosa potete fare?

  • Condannare la Repubblica Islamica dell’Iran per le sue brutali leggi e legislazioni antioperaie.
  • Condannare l’arresto e l’incarcerazione degli attivisti dei lavoratori e chiedere il loro immediato rilascio.
  • Pubblicare la situazione di oppressione e le proteste dei lavoratori sul vostro sito web e sulle piattaforme dei social media.
  • Inviare messaggi di solidarietà ai lavoratori in Iran.
  • Condannare la Repubblica Islamica dell’Iran per le atrocità che impone ai lavoratori e al popolo iraniano.
  • Sostenere i lavoratori nella loro richiesta del diritto alla libertà di riunione, alle organizzazioni dei lavoratori indipendenti, all’assistenza sanitaria e all’istruzione gratuita per loro e per le loro famiglie, a un alloggio dignitoso e a prezzi accessibili e all’assicurazione contro la disoccupazione.
  • Chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici.
  • Scambiamoci discussioni sulle lotte della classe operaia nel mondo. Organizziamo seminari, workshop e presentazioni.
  • Contattateci per ulteriori informazioni sulla situazione e la lotta dei lavoratori in Iran. Inviateci le vostre notizie e le azioni intraprese in merito al sostegno e alla solidarietà con la classe operaia in Iran.

Viva la solidarietà internazionale!
Lavoratori del mondo unitevi!

Email: daftaremarkzy@gmail.com – Tel: 00 46 73 922 59 69
www.hekmatist.org – www.iran – telegraph.com – www.october – online.com


Worker communist Party of Iran – Hekmatist
September 2020

A call to the international labour movement

Support workers in Iran!

Imagine workers in your factory or workplace demanding the factory to be handed over to them and run by the workers.

Imagine they declare the formation of their Council as the organisation running the factory.

Nowhere in the world can you see such demands but in Iran.

This development is not in history books. It is happening right now in Iran. 

For decades, workers in many factories and workplaces have struggled for their rights.

In Iran there are no union rights.

No right to strike.

Labour activists are suppressed.

Minimum wage is a quarter of the official poverty line.

There is no unemployment insurance.

Many workers have not been paid for months.

They still fight for their rights.

The working class in Iran, during the past two years has struggled to end temporary and zero-hour contracts, with employment security, collective bargaining, full employment, wage increase, an end to tendering policies, and an end to privatisation.

Workers in more than 53 industries have been active to fight the Islamic regime and employers for these demands.

They include Petrol and gas, petrochemical, electricity generating and welders. 

Recent workers’ strikes gained momentum by the strikes at Haft Tapeh Sugar Cane Plantation Factory in Iran (January 2018) where workers have been staging strikes and gone through struggles to demand the recognition of their Councils, payment of their wages, stopping privatisation of the factory, and freedom of political prisoners.

The Plantation employs more than 4000 people.

Thousands of people have been taking to the streets on daily basis for years in spite of repression and imprisonment of the workers’ activists.

The female workers have had an active role in the general protest movements.

An important aspect of the developments in the working class struggle in Iran is the formation of General Assemblies at work places.

Workers in Haft Tapeh hold their General Assemblies regularly where they collectively make decisions. 

Several workers’ activists, including Esmail Bakhshi, have been arrested, tortured and threatened.

In one of his speeches in the workers’ General Assembly, Bakhshi said “The factory is run by us workers and not the government or the new private owners. It belongs to us workers and the people of the town”. 

Where in the world do we see such a clear anti capitalist demand?

Nowhere but in Iran. 

The working conditions of workers in Haft Tapeh and their struggles for a better world is an example of the situation of the working class in Iran.

Many workers in Iran live under the poverty line, their wages go unpaid for months on end, they are arrested and tortured for protesting, and they endure poverty and suppression. 

Workers in Iran need your support.

They know that they are part of the international working class and urge all workers’ and humanitarian organisations to support them in class solidarity. The strength of working class in one country is the strength of the international working class.

United we can make a difference.

What can you do?

  • Condemn the Islamic Republic of Iran for its brutal anti-worker laws and legislations.
  • Condemn the arrest and imprisonment of workers’ activists and demand their immediate release.
  • Publish the plight and protests of the workers on your website and social media platforms.
  • Send messages of solidarity to workers in Iran.
  • Condemn Islamic Republic of Iran for the atrocities it imposes on workers and people of Iran.
  • Support workers in their demand for the right to free assembly, independent workers’ organisations, free health care and education for them and their families, decent and affordable housing and unemployment insurance.
  • Demand the immediate and unconditional release of all political prisoners.
  • Let us exchange discussions about the working class struggles in the world.
  • Hold seminars, workshops and presentations. 
  • Contact us for further information about the situation and struggle of workers in Iran. Send us your news and actions taken regarding support of and solidarity with the working class in Iran. 

Long Live International Solidarity!
Workers of the World Unite!

Email: daftaremarkzy@gmail.com – Tel: 00 46 73 922 59 69
www.hekmatist.org – www.iran – telegraph.com – www.october – online.com