Da settimane l’intera #Indonesia è invasa da fortissime proteste.
Nella giornata di Lunedì, migliaia di sindacalisti, studenti e cittadini hanno tenuto manifestazioni in tutte le città, compreso fuori dal palazzo presidenziale a #Giacarta, per il ritiro della “Legge Omnibus”.
Questa legge, passata in parlamento con una sparuta maggioranza, capovolge le principali leggi sulla protezione del lavoro, incluso un salario minimo federale, riduce drasticamente le ferie settimanali e le ferie pagate, riduce le indennità di licenziamento e apre agli investimenti privati anche per diverse industrie inquinanti.
Mentre il governo accusa i manifestanti di violenza, risponde alle proteste con un’immensa repressione.
La #polizia indonesiana ha arrestato migliaia di persone per aver partecipato alle proteste a livello nazionale.
Secondo le dichiarazioni della polizia, sabato 11 ottobre sono state arrestate 5.918 persone, di cui 285 sono sottoposte a indagini penali per presunte violenze durante le proteste.
Sabato il ministero dell’Istruzione ha emesso una circolare chiedendo agli studenti di non partecipare alle proteste e chiedendo persino agli educatori e alle autorità universitarie di dissuadere gli studenti dalla partecipazione.
La circolare del ministero è stata duramente criticata dagli accademici di tutto il paese e gli studenti sono ugualmente scesi in piazza.
Il mondo, intorna a noi, continua ad andare a fuoco.
Distruggiamo questo sistema che sfrutta e affama.
Il #virus è il #capitalismo!
Laboratorio Politico Iskra
Dall’Indonesia alla Bielorussia, dalla Grecia al Cile aumentano gli scioperi della classe lavoratrice e cresce la protesta delle masse di tutti i paesi del mondo contro il capitalismo in crisi e i suoi governi corrotti.
Sale l’onda proletaria, aumenta la repressione: sabato dalla piazza Grande di Modena piena di operai e operaie, in migliaia abbiamo denunciato l’attacco di padroni e Stato portando la nostra solidarietà ai 450 compagni e compagne sotto processo per aver scioperato picchettando i cancelli dei loro magazzini e delle loro fabbriche, unica vera arma per migliorare le condizioni di lavoro e di vita, per tutti.
Come lavoratori e lavoratrici che combattono per conquistare salario, diritti e dignità ma anche per abbattere questo sistema di sfruttamento e oppressione, esprimiamo solidarietà a tutti i proletari in lotta e a tutti i compagni colpiti dalla repressione.
Vogliamo il pane e anche le rose: lavoratori di tutto il mondo uniamoci, non abbiamo da perdere che le nostre catene!
(Qui sotto:il comunicato di solidarietà al leader del comitato di sciopero di Minsk e un video dello sciopero generale in corso in Indonesia)
7ottobre
S.I. Cobas Torino
Bielorussia: Non toccate Sergey Dylevskiy!
Le organizzazioni della Rete internazionale di solidarietà e lotta sindacale sono indignate per il tentativo di licenziamento del leader del comitato di sciopero MTZ di Minsk, in Bielorussia.
Questa non è solo una vile aggressione dei padroni contro i lavoratori. I capi lo stanno facendo al servizio della dittatura al potere, prolungandolo all’interno della fabbrica.
Il tentativo di licenziare Sergey Dylevskiy fa parte della repressione politica e dell’aggressione contro la libertà del popolo bielorusso, ed esprimiamo il nostro pieno sostegno ai lavoratori di MTZ e del popolo bielorusso nella loro lotta contro la dittatura.
E denunciamo con forza l’amministrazione di MTZ per la sua partecipazione alla repressione politica.
Non toccate Sergey Dylevskiy!
Rilasciate tutti i prigionieri politici!
Abbasso la dittatura e i suoi lacchè nell’amministrazione aziendale!
Giudizio di tutti i responsabili della repressione politica!
Per la completa libertà sindacale e di organizzazione politica dei lavoratori in Bielorussia!Viva la lotta dei lavoratori e del popolo bielorusso!
Rete Internazionale di Solidarietà e di Lotta