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[ITALIA] Aumento dei contagi, rischi di nuovi lockdown: rafforzare le fila, passare al contrattacco

AUMENTO DEI CONTAGI, RISCHI DI NUOVI LOCKDOWN

RAFFORZARE LE FILA, PASSARE AL CONTRATTACCO

Nei mesi del lockdown primaverile abbiamo sentito ripetere più volte che i giorni più difficili sarebbero arrivati con l’inizio della stagione autunnale: siamo ad Ottobre e la situazione attuale sembra confermare quelle cupe previsioni.

L’umanità ha sempre fatto i conti con eventi pandemici che hanno sconvolto, stravolto e modificato il corso degli eventi e, anche nella fase storica che stiamo vivendo, la società si sta trasformando sotto i colpi del Coronavirus.

Questa emergenza sanitaria sta contribuendo a peggiorare una situazione resa estremamente drammatica da 12 anni di crisi e stagnazione ecomomica.

Oltre l’inutile profluvio di chiacchiere e promesse che abbiamo sentito in questi mesi, la verità è che affrontiamo la fase più acuta dell’emergenza pandemica con un sistema dei trasporti e sanitario al collasso, la concreta possibilità che ci siano milioni di licenziamenti come risposta alla crisi economica e con una totale inadeguatezza delle risorse utilizzate e utilizzabili per il sostegno al reddito come ha ammesso candidamente poche ore fa il presidente del Consiglio.

Basta farsi un giro per strada, aspettare una corsa della metropolitana, trovarsi in fila al supermercato per capire che i sentimenti di rabbia, frustrazione e disperazione sono molto diffusi.

Infermieri, operai, commercianti, disoccupati, studenti: molti in maniera parziale e contraddittoria hanno cominciato a mobilitarsi.

Ad oggi, non possiamo escludere che nel futuro assisteremo ad altri tipi di esplosione.

A questo punto però vogliamo lasciarci andare ad una provocazione: a cosa servirebbero focolai di rivolta, giornate campali, o fiammate di qualche settore specifico?

Come è possibile fare in modo che, dentro la crisi, questa rabbia possa portare ad un avanzamento nei rapporti di forza tra le classi?

Oggi vogliamo definire un programma politico di lotta capace di dare un’indicazione generale ai vari segmenti della classe sfruttata che, in maniera molto disarticolata, si stanno muovendo. Un programma capace di dare risposte alle esigenze immediate (sanità, trasporti, lavoro) senza perdere una prospettiva anticapitalista e di rovesciamento delle attuali relazioni sociali, economiche e politiche.

Questo anche per tenere a bada, e per poter dialogare, con quei pezzi che si mobiliteranno suiposizioni corporative e reazionarie.

Sabato 24 Ottobre saremo promotori di una giornata di mobilitazione nazionale contro Confindustria, tra le principali responsabili, a livello nazionale, dei disastri socio economici che stanno subendo le classi popolari.

A lanciarla è stata l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi che si è tenuta a Bologna lo scorso 27 Settembre alla presenza di circa 700 delegati e delegate provenienti da diverse esperienze politiche e sociali.

Una giornata di lotta non estemporanea e che si muove nel solco e al fianco del processo di costruzione del patto d’azione per il Fronte Unico Anticapitalista, una esperienza che, con il raccordo e la costruzione di obiettivi politici unificanti ha prodotto un manifesto-programma di 12 punti che accentui lo scontro di classe piuttosto che attenuarlo.

Il fulcro del programma è un punto chiaro: prelievo forzoso di 400 miliardi di euro ( il 10% del 10%) dalle tasche dei più ricchi.

E’ evidente che non si tratti né di una richiesta né di una semplice rivendicazione: si tratta invece del nodo centrale di un discorso più ampio e generalizzato, da far veicolare nei magazzini della logistica, nelle piccole aziende e in ogni luogo di lavoro e di cui parlare anche sui territori, nelle scuole e università: non pagheremo questa crisi!

Dobbiamo essere in grado di mettere in moto un meccanismo di coscienza collettiva che muova innanzitutto dal presupposto che la ripresa di cui parla Confindustria, i giornali, la televisione e il Governo, per noi che subiamo la crisi da anni, equivale solo ad altre lacrime e ad altro sangue da versare in nome dei profitti di pochissimi.

Dobbiamo organizzarci affinchè i soldi per la sanità, il lavoro, il sostegno al redddito, i trasporti, vengano dalle tasche di chi, anche durante la pandemia e la crisi, ha continuato ad arricchirsi del nostro sfruttamento quotidiano.

Non possiamo più aspettare,il momento è arrivato.

E’ arrivato il momento di attaccare i nostri nemici a partire da Confindustria che detta la linea economica e politica di questo paese; è arrivato il momento di inchiodare i politici alle loro responsabilità nell’imposizione delle politiche antipopolari; è arrivato il momento di ricomporre e allargare il fronte degli sfruttati, unificando le parole d’ordine, creando forme di organizzazione autonome che, a partire dal mutuo soccorso sulle singole vicende, costruiscano potere politico dal basso, di classe, autorganizzato, determinato.

Per tutti questi motivi oltre a lavorare quotidianamente per la creazione di un nodo locale del Fronte Unico, stiamo profondendo il massimo degli sforzi possibili affinché il 24 Ottobre sia una giornata di mobilitazione/rabbia/assalto contro Confindustria, per poter imporre il prelievo forzoso di 400 miliardi di euro dalle loro tasche, per potersi opporre alle politiche di impoverimento dettate dalla Ue e dal governo italiano, per migliorare le nostre condizioni di salute, dei salari, delle nostre vite!

Laboratorio Politico Iskra