PROCESSO SAFIM
30 OPERAI ALLA SBARRA PER AVER SCIOPERATO
PRESIDIO LUN 14 DICEMBRE ALLE 9.30 DAVANTI AL TRIBUNALE DI TORINO
LA LOTTA CONTINUA
Sfruttati, licenziati, caricati, denunciati e processati: dove sono la libertà sindacale e il diritto di sciopero?
Confermata dal Tribunale la data del 14 dicembre per la prima udienza del processo Safim, l’azienda di None che nel 2016 ha licenziato 4 lavoratori perché delegati dell’organizzazione sindacale con cui gli operai del magazzino hanno conquistato importanti miglioramenti – tra cui internalizzazione, aumenti salariali e maggiore sicurezza sul luogo di lavoro.
A causa di questa rappresaglia antisindacale – attuata dal padrone con la “scusa” dell’invio all’Ispettorato del Lavoro, da parte del S.I. Cobas, di una denuncia delle condizioni di sfruttamento dentro il magazzino – i lavoratori Safim si erano organizzati col sindacato facendo sciopero dai cancelli dell’azienda, per rivendicare il reintegro immediato dei loro 4 compagni licenziati politici: licenziamenti poi giudicati illegittimi dal tribunale.
Queste azioni di denuncia e protesta hanno raccolto una significativa solidarietà non solo da molti lavoratori ma anche tante realtà e persone del territorio, che numerosi hanno convintamente partecipato ai picchetti di sciopero per sostenere la lotta di questi lavoratori per la libertà di organizzazione e iniziativa sindacale, per tutti i lavoratori in ogni luogo di lavoro.
Spaventati dall’unità dei lavoratori, dall’allargamento della lotta e dal rafforzamento dei picchetti operai, per aiutare i padroni Safim in grande difficoltà (a difesa dei quali scese in campo anche la locale Confindustria), Prefettura e Questura sono intervenute brutalmente mandando contro i lavoratori e solidali in sciopero intere squadre di agenti in assetto antisommossa, che ogni volta hanno aggredito violentemente i picchetti (in alcune occasioni, anche provocando dei feriti).
La repressione antioperaia continua, con l’avvio ufficiale di un processo – determinato dalle indagine della polizia politica digos, coordinata dal pm Padalino (noto, feroce paladino degli speculatori di ogni sorta recentemente accusato di corruzione e abuso d’ufficio) – che porta alla sbarra 30 lavoratori.
Accusati formalmente di vari reati, nella sostanza questi lavoratori sono accusati del “crimine” di essersi ribellati allo sfruttamento padronale, organizzandosi nella lotta con un sindacato conflittuale usando le due armi storiche del movimento operaio: la solidarietà e lo sciopero.
Indiciamo, dunque, per lunedì 14 dicembre, dalle ore 9.30, un presidio di fronte al Tribunale di Torino, in sostegno ai lavoratori licenziati e processati, per rilanciare la lotta Safim che è la lotta di tutti I lavoratori per migliorare le nostre condizioni di lavoro e di vita, contro ogni repressione.
S.I. Cobas Torino