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[AMAZON] Rabbia e indignazione dei lavoratori per le intimidazioni razziste nel magazzino di Castel San Giovanni a una rappresentante sindacale

Comunicato stampa

Il S.I.Cobas piacentino esprime tutta la sua indignazione e la sua rabbia per i fatti avvenuti presso il magazzino Amazon di Castel San Giovanni.

Nel sito del colosso statunitense, infatti, una lavoratrice e rappresentante sindacale del S.I.Cobas è stata nei giorni scorsi oggetto di pesanti intimidazioni a sfondo razzista da parte di quattro responsabili Amazon.

La ragazza, di soli 24 anni, era già stata protagonista in passato di un episodio intimidatorio, allorquando era stata minacciata al fine di non farle denunciare l’infortunio sul lavoro che le aveva reso inutilizzabili due dita delle mani.

Ciò al fine di non compromettere il meccanismo assicurativo che garantisce ad Amazon maggior margini di profitto in modo inversamente proporzionale al numero delle denunce per infortunio.

Un meccanismo perverso che si traduce nella “volontaria” (vessatoria) rinuncia da parte dei lavoratori a denunciare gli infortuni per quello che sono.

La settimana scorsa, ad ingiustizia si è sommata altra ingiustizia: la ragazza è stata infatti pesantemente apostrofata con frasi umilianti riferite alla sua condizione di donna e immigrata, e aggredita verbalmente da ben quattro uomini aventi il ruolo di responsabile.

I nervi della ragazza, giovanissima, donna e immigrata, di fronte a una scena del genere, hanno ceduto e da due giorni, a causa dello stato di shock conseguente all’aggressione (finalmente certificato dall’Inail in quanto infortunio!), ha perso l’uso della parola.Il S.I.Cobas non può rimanere indifferente ad un evento del genere.

In dieci anni abbiamo letteralmente ribaltato le condizioni di vita e lavoro per oltre 4.000 impiegati nella logistica piacentina, ma Amazon è rimasto troppo a lungo un buco nero dove non è stato possibile apportare i miglioramenti che hanno riguardato tutti gli altri magazzini.

Gli operai sono ancora inquadrati con lo svantaggioso contratto “commercio” e sottoposti a rigida disciplina che si traduce anche in recrudescenze come quella che ha coinvolto la nostra rappresentante.

E’ ora di dire basta, e lo faremo impostando da oggi una vertenzialità molto decisa ed articolata nei confronti di Amazon.

Venerdì 29 saremo presenti con una delegazione davanti ai cancelli, in coincidenza con lo sciopero nazionale indetto dal S.I.Cobas su tutte le categorie.

Sempre venerdì 29, dalle 15:30, animeremo a Barriera Genova una manifestazione in cui sarà ripresa la triste vicenda di Amazon e sarannpo progettati i prossimi passi per porre fine al terrore della multinazionale nel piacentino.

E’ tempo che i lavoratori della filiera agroalimentare, della sanità, dello spettacolo e della scuola trovino una convergenza con la classe operaia cittadina, e li invitiamo pertanto al presidio di venerdì per condividere le loro situazioni e conoscere quanto di torbido ancora si annida nella nostra provincia.

Nel chiedere la fine di questo regime di terrore imposto da una multinazionale estera rilanceremo i contenuti dello scioperogenerale, che spaziano dalla richiesta di aggiornamento dei contratti all’utilizzo dei fondi del recovery fund per rilanciare una sanità pubblica, gratuita e accessibile a tutti.

Mentre i palazzi del potere sono scossi da crisi di governo, intrighi e magheggi totalmente alieni alle reali esigenze della popolazione italiana, crediamo che costruire dal basso l’alternativa a tutto quanto vi è di marcio nella nostra società costituisca il vaccino più utile per uscire dall’attuale crisi sanitaria ed economica.

Coordinamento provinciale S.I.Cobas Piacenza