A VOLTE RITORNANO
Che il governo Draghi avrebbe rappresentato gli interessi della Confindustria e dei grandi gruppi finanziari eravamo certi, che avrebbe scaricato – come i governi precedenti – il peso della crisi sui lavoratori ce lo aspettavamo, ma la nomina di Brunetta alla pubblica amministrazione costituisce un attacco frontale al mondo del lavoro pubblico e ai servizi che quel mondo fornisce ai cittadini.
Nominare un ministro che odia il pubblico impiego a capo della pubblica amministrazione indica una ben precisa volontà di portare a termine lo smantellamento dei servizi pubblici e dello Stato sociale.
Di attacchi al mondo del lavoro pubblico ne abbiamo visti tanti in questi anni. Giuslavoristi, politici e filosofi hanno cercato ripetutamente di scagliargli contro l’opinione pubblica nel tentativo (purtroppo in gran parte riuscito) di addossare ai dipendenti le inefficienze di una macchina statale che si è cercato in tutti i modi di affossare per favorire i privati, con conseguenze devastanti soprattutto in campo
sanitario.
In questo panorama, però, Brunetta rappresenta il peggio del peggio per i suoi attacchi violenti e beceri contro i lavoratori pubblici e per quella Riforma della Pubblica Amministrazione che invece di riorganizzare in modo più efficiente i servizi, ha avuto solo intenti punitivi verso i lavoratori (istituzione delle tre fasce di valutazione individuale, inasprimento del codice disciplinare, responsabilità diretta del dipendente pubblico per eventuali danni arrecati a terzi, etc)
Una Riforma che, è bene ricordarlo, è tuttora in vigore perché nessuno dei suoi successori ha voluto abrogarla, anzi in qualche caso l’ha anche peggiorata (vedi Riforma Madia sui provvedimenti e procedimenti disciplinari), con la complicità dei sindacati confederali.
Il ritorno di Brunetta rappresenta, quindi, una precisa volontà politica di proseguire nell’attacco alla pubblica amministrazione nel tentativo di colpire non solo i dipendenti pubblici ma anche i servizi erogati, con l’obiettivo di trasformarli in fonti di profitto, a vantaggio di vecchi e nuovi monopoli.
Un attacco che si inserisce in una politica classista, rappresentata da questo governo, che mira a scaricare sulle spalle dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione l’enorme debito pubblico accumulato.
Nei prossimi mesi sarà necessario mettere in campo una forte mobilitazione, che unifichi le lotte dei lavoratori pubblici e privati, per contrastare lo smantellamento dei servizi pubblici e per la difesa di un mondo del lavoro sempre più sotto attacco.
15/2/2021
SI COBAS PUBBLICO IMPIEGO MILANO