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[FEDEX] Il 24/5 i lavoratori a Bologna sotto la regione Emilia Romagna: per la libertà sindacale, contro licenziamenti e repressione

LUNEDI 24 MAGGIO ORE 11.00

PRESIDIO SOTTO LA REGIONE EMILIA ROMAGNA

PER LA RIAPERTURA DEL SITO DI FEDEX A PIACENZA

E IL PIENO REINTEGRO DEI LAVORATORI

PER LA LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE CHE FEDEX VUOLE CANCELLARE DAL SITO DI BOLOGNA

Da due mesi , circa 300 lavoratori del magazzino FEDEX di Pacenza, sono stati licenziati dalla multinazionale americana e da più di due mesi tutta la filiera TNT/FEDEX, sta portando avanti una lotta durissima per chiedere la riapertura del sito piacentino e l’ immediato rientro al lavoro dei licenziati.

Di fronte a questa difficilissima situazione le istituzioni tutte, a parte qualche balbettio, si sono dimostrate impermeabili a qualsiasi richiesta di intervento e addirittura appare ormai evidente che abbiano sposato completamente il punto di vista di FEDEX.

Le manifestazioni che si sono susseguite in questo periodo e in particolare quella di venerdì a Roma , presso Montecitorio hanno avuto come obiettivo il governo Draghi e il ministro della sviluppo economico, il leghista Giorgietti, il cui silenzio omertoso sulla vicenda piacentina e sulle centinaia di posti di lavoro messi a repentaglio dalle scelte della multinazionale americana, rendono esplicita la scelta del governo di sposare in pieno il progetto di Fedex e infatti se da settimane la risposta del Mise, alle nostre richieste di incontro si è manifestata in un silenzio assordante, lo stesso ministro Giorgetti avrebbe incontrato segretamente i vertici americani per assicurare loro pieno appoggio.

Insieme a questa scelta gravissima si aggiunge il fatto che 204 lavoratori del sito Fedex di Bologna tutti iscritti al Si Cobas, stanno da tempo manifestando la loro contrarietà ad accettare accordi, sottoscritti dai padroni e dai vertici sindacali confederali , così come non vogliono accettare di farsi rappresentare da chi non ha iscritti, e non ha nessuna titolarità a trattare in loro nome.

Dunque non solo dovrebbero firmare accordi tombali penalizzanti con le ditti appaltatrici uscenti, ma dovrebbero anche accettare di farsi rappresentare da sindacati scelti dalla stessa multinazionale americana.

Se da un lato allora, si procede con i licenziamenti e si usano nei confronti dei lavoratori che legittimamente difendono il loro posto di lavoro, i fogli di via, gli arresti domiciliari, il ricatto dei permessi di soggiorno i manganelli, dall’altro si cancella il diritto di rappresentanza, creando un vulnus democratico, che dovrebbe preoccupare non soltanto il Si Cobas.

La Regione Emilia Romagna non può sottrarsi dal cercare di trovare una soluzione per i lavoratori di Piacenza e non può non ascoltare i lavoratori di Bologna che hanno raccolto in pochi giorni quasi 200 firme che rivendicano il loro diritto di libertà sindacale.

Urge la convocazione di un tavolo istituzionale in grado di dare risposte certe alle legittime istanze portate avanti dai lavoratori del territorio emiliano.

Per quanto ci riguarda continueremo con la solita determinazione e con la nostra intelligenza la lotta contro chiunque proverà ad imporre il proprio profitto per licenziare ,per cancellare diritti e dignità e per riportare all’ età della pietra le condizioni di lavoro.

Continueremo inoltre ad ostacolare con tutta la nostra determinazione chi proverà a rappresentare ciò che non può rappresentare e che non si vuole fare rappresentare.

La democrazia non è un concetto che vale solo per qualcuno ,è un concetto generale che vale per tutti, democrazia non è una parola che si usa negli eventi importanti, ma è un agire quotidiano e che si applica anche quando è dolorosa.

Il sindacato non lo scelgono né i padroni, nè i sindacati confederali.

Il sindacato lo scelgono semplicemente i lavoratori

Si Cobas Emilia Romagna