CONFINDUSTRIA CHIAMA, IL GOVERNO OBBEDISCE
Il Governo non rinvia il blocco dei licenziamenti dopo le rimostranze di Confindustria.
Lo diciamo da mesi che questa sarà tra le più gravi criticità che affronteremo all’indomani della risoluzione dell’emergenza pandemica (ancora drammaticamente in corso).
Nonostante centinaia di migliaia di posti di lavoro sono già andati persi a causa dei mancati rinnovi dei contratti, si prepara un’aggressione senza precedenti al lavoro dipendente.
Mentre il governo provava l’ennesimo rinvio-contentino per garantire ancora la pace sociale, Confindustria ha deciso di fare la voce grossa.
Immediatamente Draghi e i suoi ministri hanno accettato la fine del blocco dei licenziamenti, confermando il ruolo di totale subordinazione di questo governo agli interessi dei grandi capitali.
Con il dibattito sui vaccini che è scemato grazie all’arrivo delle nuove dosi e all’aumento delle temperature, le emergenze sociali amplificate dalla pandemia diventano la nuova emergenza del governo: emergenza da affrontare con la stessa logica con cui è stato affrontato il Covid, e con la difesa dei profitti e delle imprese.
Sono mesi che lottiamo fuori fabbriche e magazzini e portando le nostre lotte fin sotto i palazzi del potere, come successo pochi giorni fa fuori Montecitorio e Palazzo Chigi, e continueremo a farlo denunciando il ruolo di corresponsabilità tra Stato e Padroni.
Un fronte unico degli sfruttati ha messo in discussione le politiche della borghesia in centinaia di situazioni, è ora il momento di saldare ulteriormente le nostre fila e aggredire il ruolo del Governo e i suoi rappresentanti.
Laboratorio Politico Iskra