CobasIn EvidenzaLogistica

[ITALIA] Assassinato il coordinatore SI Cobas di Novara, Adil, durante uno sciopero – un crimine di padroni e governo Draghi

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della Tendenza internazionalista rivoluzionaria – Tir:

Assassinato il coordinatore SI Cobas di Novara, Adil Belakdim, mentre era al picchetto dello sciopero – un crimine collettivo dei padroni e del governo Draghi

– TIR

Stamattina, durante lo sciopero alla Lidl di Biandrate, un camionista ha forzato il picchetto dei lavoratori in sciopero, travolgendo e schiacciando sotto le ruote del camion Adil Belakdim, il coordinatore SI Cobas di Novara.

Criminale è stato il comportamento del camionista, come lo fu quello del camionista che travolse anni fa a Piacenza, in circostanze del tutto simili, Abd Elsalam Ahmed Eldanf, un lavoratore dell’Usb.

Sarebbe troppo facile, però, attribuire ad un singolo la colpa di questo assassinio.

L’uccisione di Adil Belakdim è un crimine collettivo che chiama in causa direttamente il padronato della logistica, con FedEx in testa, il padronato intero, il governo Draghi.

Il padronato della logistica perché, con FedEx alla sua testa nel ruolo che fu della Fiat/FCA di Marchionne, appare intenzionato a sferrare un attacco frontale a quel proletariato immigrato della logistica che in un ciclo di lotte durato un decennio, di cui il SI Cobas è stato protagonista di prima fila, ha saputo infliggere colpi importanti (benché non definitivi) al sistema mafioso degli appalti e dei sub-appalti, conquistando livelli di salario, orari, libertà di organizzazione sui posti di lavoro a lungo negata, rispetto della propria dignità – un sistema mafioso, che è l’arma attraverso cui le imprese multinazionali super-sfruttano il lavoro operaio (non solo della logistica, pensiamo a Fincantieri, primatista mondiale nell’uso dei sub-appalti), imponendo livelli di precarietà, di intensità del lavoro, di orari, talmente devastanti che nell’arco di 10-15 anni logorano e spezzano i muscoli e i corpi di tanti lavoratori, per paghe che sono state spesso, fino a ieri, al di sotto dei livelli di sussistenza.

Questo padronato, con la statunitense FedEx in testa, che è all’opera da tempo per costruire e mettere in azione contro gli scioperi operai le proprie squadracce private, ha le mani sporche di sangue.

Ma non si tratta solo del padronato della logistica.

Dietro la crescente aggressività padronale che ha generato questo delitto, c’è il padronato tutto, con la Confindustria di Bonomi alla testa, che, fiutando la possibilità di una “ripresa”, cioè di una ripresa dell’accumulazione di profitti, non intende sopportare alcun ostacolo sulla propria strada. Ha fretta, una maledetta fretta, e spinge con furia bestiale sul pedale dell’accelerazione dei camion, delle linee di montaggio, dei computer, di ogni sorta di operazione nella produzione e nella circolazione delle merci. Il profitto, lo scopo unico per cui vivono i padroni di ogni tacca e i manager di ogni colore di pelle, è fatto di attimi di tempo rubati alla classe lavoratrice, e ogni singolo attimo è prezioso per questa classe di vampiri assetati dell’energia vitale dei proletari e delle proletarie.

Perché è stata stritolata a Prato da un orditoio Luana D’Orazio? Ora è ufficiale: i padroni della fabbrica avevano manomesso il quadro elettrico e la parte meccanica del macchinario perché andasse più veloce, gli importava zero che alla pericolosissima macchina ci fosse un’apprendista, e ci potesse lasciare, insieme con la giovinezza dei 22 anni, i suoi sogni. La sola ed unica cosa che contava, per loro, era la massima velocità della macchina perché quella era la misura della velocità di produzione dei profitti. E in questo, come nel resto, per esempio nella violazione delle regole più elementari in materia di apprendistato, erano, sono una perfetta incarnazione della classe del capitale – che è assolutamente indifferente alla “sfortunata casualità” di produrre ogni anno, nel mondo, 2 milioni di morti per “incidenti” sul lavoro e malattie professionali – a cui aggiungere l’assassinio di centinaia di attivisti sindacali.

Chiamare in causa solo il padronato, però, è troppo poco, incredibilmente poco.

Perché a proteggere e legittimare questo clima di brutale sfruttamento del lavoro e di aggressione violenta alle lotte, alle avanguardie di lotta, e Adil era esattamente questo – una vera avanguardia di lotta, è stato in questi mesi il governo Draghi, il governo dei peggiori arnesi anti-operai in circolazione. Sono mesi che polizia e carabinieri martellano contro i picchetti del SI Cobas. Sono mesi che questori, magistrati, giornalistucoli velinari, sotto la accorta regia del governo, ricorrono ad ogni mezzo, anzitutto la violenza fisica e la disinformazione tra loro combinate, per cercare di stroncare la lotta dei facchini FedEx licenziati di Piacenza. Con questo comportamento, l’esecutivo incita il padronato a fare direttamente, in proprio, la sua parte, come ben hanno compreso l’amerikana FedEx, gli italianissimi Zampieri e Fincantieri (è di pochi giorni fa ad Ancona il ferimento di un giovane operaio bengalese ad opera di un caposquadra perché aveva sbagliato un’operazione e andava “troppo lento”), i padroni cinesi di Texprint, e quant’altri. E quando dici governo, dici: stato, perché l’esecutivo è la principale istituzione operativa dello stato. Quello stato che per la grandissima parte dei lavoratori, e una bella quota di compagni, resta tuttora un ente al di sopra delle parti, o almeno un’entità meno capitalistica dei capitalisti.

Ovviamente, questa non è una tendenza solo italiana – il seguito di crisi sempre più profonde conosciute nell’ultimo ventennio dal capitalismo globale dà un carattere globale sia all’intensificazione dello sfruttamento del lavoro, sia all’intensificazione dei processi autoritari, e alla costruzione dello “stato di eccezione” che assomiglia sempre più – come si vede giorno dopo giorno, nella pandemia e fuori dalla pandemia – ad uno stato di polizia.

Se non reagiremo a questa tendenza con il massimo di energia, di concentrazione delle forze, di spirito e di organizzazione classista, da ora in poi sarà non solo con le abituali manovre di divisione e diversione, ma anche con le mazze di ferro, i bastoni, i colpi di mattone in testa, i lacrimogeni, gli arresti, i fogli di via e gli omicidi che l’asse padronato/governo si muoverà per arrestare l’inevitabile risveglio di classe. Dobbiamo fare tutto il possibile per bloccare sul nascere questo corso, e comunque attrezzarci a combatterlo con le adeguate forme di autodifesa operaia perché non si tratta certo di un fenomeno passeggero.

La tragica fine del nostro compagno Adil dà un significato ed una forza particolari allo sciopero di oggi, per la prima volta (da tempo) uno sciopero che coinvolge la quasi totalità del sindacalismo “di base”. Dà un significato ed una forza particolare alla manifestazione di domani a Roma, indetta contro i licenziamenti, contro la repressione, contro il governo Draghi. Dà un segno di ulteriore urgenza alla preparazione di un grande sciopero generale che segni l’inizio di una riscossa proletaria ben al di là della sola logistica.

I proletari immigrati della logistica hanno dato, in un intero decennio di battaglie talvolta memorabili, un esempio di combattività e di fierezza di classe, che è tempo venga raccolto dalla parte più viva e cosciente del proletariato autoctono. In queste ore è un buon segno che da più parti, nel sindacalismo di base, si parli di dare a questa escalation padronale-statale “una risposta di lotta generale determinata e unitaria”. Un altro buon segno è che qualcosa si stia muovendo anche all’interno della Cgil; che i compagni dell’opposizione in Cgil dell’Elettrolux di Susegana e della Piaggio di Pontedera abbiano immediatamente indetto uno sciopero in solidarietà con i lavoratori della logistica in lotta, e in lutto per la morte di Adil. Ma non possiamo accontentarci di questi primi segni – dobbiamo puntare alla massa dei proletari e delle proletarie, sindacalizzati e non sindacalizzati, sicuri che il loro attuale silenzio contiene contraddittoriamente, insieme con la paura, la sfiducia, e perfino la rassegnazione, una rabbia, una voglia soffocata di reazione, che può diventare, all’improvviso, incontenibile per la quantità e brutalità di umiliazioni e vessazioni subite.

Noi compagni e compagne della Tendenza internazionalista rivoluzionaria che da anni insistiamo sulla necessità di lavorare alla costituzione di un fronte di lotta anti-capitalista capace di parlare all’insieme del proletariato, fiduciosi che la stasi delle lotte non è per sempre, non possiamo che salutare positivamente la dinamica che ha portato a questa giornata di sciopero e alla manifestazione di domani a Roma. Ma questa dinamica dovrà prendere ulteriore impeto, e travolgere i particolarismi, gli opportunismi, gli ammiccamenti o le compromissioni con forze istituzionali borghesi, le attitudini minoritarie, sedimentati da anni di rinculo delle lotte e di sfiducia crescente (e teorizzata) nella classe, per riconquistare una visione dello scontro di classe, una prospettiva rivoluzionaria integrale che sia davvero all’altezza dell’attacco che ci viene portato, qui e alla scala internazionale.

18 giugno

Tendenza internazionalista rivoluzionaria


SI Cobas coordinator of Novara, Adil Belakdim has been murdered while on the strike picket line.

This is a collective crime of the bosses and the Draghi government

– TIR

This morning, during the strike at Lidl in Biandrate, a truck driver broke the picket line of the workers on strike, running over and crushing under the wheels of the truck, Adil Belakdim, the SI Cobas coordinator of Novara.

The behavior of the truck driver was criminal, as it had been that of the truck driver who years ago in Piacenza ran over Abd Elsalam Ahmed Eldanf, a worker of the Usb, in very similar circumstances. It would be too easy, however, to blame an individual for this murder. The killing of Adil Belakdim is a collective crime that directly involves the bosses of logistics – with FedEx at the head –, all the employers, the Draghi government.

This killing calls into play the bosses of logistics, because, with FedEx playing the leading role once held by Marchionne’s Fiat / FCA, they seem to be willing to launch a frontal attack on the immigrant proletariat working in the logistics sector; the very same proletariat that in a decade long cycle of struggles led by the SI Cobas has been able to inflict important (although not definitive) blows to the mafia-like system of contracts and sub-contracts, conquering levels of wages, working hours, a long-time-denied freedom of organization in the workplace, respect for their dignity – a mafia-like system, which is the weapon through which multinational companies super-exploit worker labor (not only in logistics: think of Fincantieri, world record holder in the use of sub-contracts), imposing levels of precariousness, of intensity of work and of working hours, so devastating that within 10-15 years they end up wearing out and breaking the muscles and bodies of many workers; all of this in exchange for wages that were often, until recent times, below the subsistence levels.

These employers (with the US FedEx in the lead), who have been working for some time to build and put into action their private squads against workers’ strikes, have blood on their hands.

But it is not just about the emplyers in the logistics sector.

Behind the growing aggressiveness displayed by these bosses, there lies the whole capitalist class (with Bonomi’s Confindustria at its head), which, sensing the possibility of a “recovery” – that is, a recovery of the accumulation of profits – does not intend to bear any obstacle in its way.

Capitalists are in a hurry, a cursed haste, they push with bestial fury on the acceleration pedal of trucks, assembly lines, computers, all sorts of operations in the production and circulation of goods. Profit, the sole purpose for which the bosses of all kind and managers of every skin color live, is made up of moments, of time stolen from the working class, and every single moment is precious for this class of vampires, thirsty for the vital energy of the proletarians and proletarians. Why was Luana D’Orazio crushed in Prato by a warper? Now it is official: the owners of the factory had tampered with the electrical panel and the mechanical part of the machinery to make it go faster; they cared nothing that was working at the dangerous machine an apprentice, and she could leave there, together with her youth of 22 years, her dreams. The one and only thing that mattered to them was the maximum speed of the machine because that was the measure of the speed of making profits. And in this, as in the rest (for example in the violation of the most elementary rules regarding apprenticeship), they were and they are a perfect embodiment of the capitalist class, which is absolutely indifferent to the “unfortunate chance” of producing every year, in the world, 2 million of deaths from “accidents” at work and occupational diseases, plus the murder of hundreds of union activists.

To call into play only the bosses, however, is too little, incredibly little. Because that which in recent months has protected and legitimized this climate of brutal exploitation of labor and violent aggression to workers’ struggles, to the avant-gardes of struggle (and Adil was exactly this: a real vanguard of struggle) was the Draghi government, the government of the worst anti-worker scoundrels in circulation. For months the police and carabinieri have been pounding the SI Cobas pickets. For months, police officers, magistrates and toady journalists, under the shrewd direction of the government, have resorted to every means (first of all physical violence and disinformation combined) to try to crush the struggle of the FedEx porters fired in Piacenza. With this behavior, the executive urges the employers to do their part directly, as it has been well understood by the Amerikan FedEx, the very Italian Zampieri and Fincantieri (a few days ago in Ancona a a foreman wounded a young Bengali worker because he had made a wrong operation and was going “too slow”), the Chinese masters of Texprint, and so on.

And when you say government, you say: state, because the executive is the main operational institution of the state. That state which for the very large part of the workers, and a large number of comrades, unfortunately still remains an entity “above the parties” – or at least a less capitalist entity than the capitalists. Obviously, this is not just an Italian trend – the sequence of increasingly deeper crises in the last twenty years experienced by global capitalism gives a global character both to the intensification of the exploitation of labor, and to the intensification of authoritarian processes, toghether with the “state of exception” which increasingly resembles to a police state – as we see day after day, in the pandemic and outside the pandemic.

If we do not react to this trend with all of our energy, concentration of forces, spirit and class organization, from now on it will be not only with the usual maneuvers of division and diversion, but also with iron clubs, sticks, the brick blows in the head, the tear gas, the arrests and the murders that the bosses / government axis will move to stop the inevitable awakening of the working class. We must do everything possible to nip this trend in the bud, and in any case equip ourselves to fight it with the most appropriate forms of workers’ self-defense, since the one described is certainly not a passing phenomenon.

The tragic end of our comrade Adil gives a particular meaning and strength to today’s strike, which for the first time in a long time involves almost all of the “grassroots” trade unionism. It gives a particular meaning and strength to tomorrow’s demonstration in Rome, called against layoffs, against repression, against the Draghi government. It gives a sign of further urgency to the preparation of a great general strike marking the beginning of a proletarian comeback going far beyond the logistics sector alone. The immigrant logistic proletarians have given, in an entire decade of sometimes memorable battles, an example of class combativeness and pride which is now time for the most lively and conscious part of the autochtonous proletariat to pick up too .

In these hours, it is a good sign that also elsewhere, in the “grassroots” trade unionism, there is talk of giving this employer-state escalation “a response of a determined and unitary general struggle”. Another good sign is that something is also moving within the CGIL, with the comrades of the opposition in the CGIL of the Elettrolux of Susegana immediately calling a strike in solidarity with the struggling logistics workers, and in mourning for the death of Adil.

But we cannot be satisfied with these first signs – we must aim at the mass of proletarians, both unionized and non-unionized, being certain that their present silence contradictorily contains, together with fear, mistrust, and even resignation, a deep anger and a suffocated desire for reaction, which can suddenly become irrepressible due to the quantity and brutality of humiliations and harassment suffered.

We, comrades of the Revolutionary Internationalist Tendency, who for years have insisted on the need to work on the constitution of an anti-capitalist struggle front capable of speaking to the proletariat as a whole, confident that the stagnation of the struggles is not forever, we can only welcome positively the dynamics that led to this strike day and tomorrow’s demonstration in Rome. But this dynamic will have to take further impetus, and overwhelm particularisms, opportunisms, winks or compromises with bourgeois institutional forces, minoritarist attitudes, sedimented by years of recoil of struggles and growing (and theorized) mistrust in the class, to regain a vision of the class conflict, an integral revolutionary perspective that is able to cope with the attack that is being brought to us, here and on the international scale.

June 18

Revolutionary Internationalist Tendency


مقتل منسق نقابة سي كوباس بمدينة نوفارا عادل بلخدم بينما كان معتصما –

جريمة جماعية اقترفها كل من أرباب العمل وحكومة دراجي –

التوجّه الأممي الثوري

قام سائق شاحنة صباح هذا اليوم، بدهس مجموعة من العمال، الذين كانوا معتصمين أمام مدخل أحد المستودعات التابعة لشركة “ليدل” بمدينة بياندرات، وسحق تحت عجلات الشاحنة منسق نقابة سي كوباس بمدينة نوفارا عادل بلخدم.

يُعتبر سُلوك سائق الشاحنة هذا سلوكا اجراميا، شبيه بما فعله سائق الشاحنة الذي سحق قبل بضع سنوات، وفي هكذا ظروف، الشغيل عبد السلام أحمد الدنفي الذي كان منخرطا في نقابة أو آسّ بي.

ومن السهل جدا إلقاء اللوم على فرد واحد لهذه الجريمة.

ويعتبر مقتل عادل بلخدم جريمة جماعية تم اقترافها مباشرة من طرف أرباب عمل قطاع اللوجيستية، على رأسهم شركة فيديكس، وكل أرباب العمل برمتهم وحكومة دراجي.

وعلى ما يبدو فإنّ أرباب عمل قطاع اللوجيستية، وعلى رأسهم فيديكس: نظرا للدور الذي لعبته في فيات كرايسلر أوتوموبيل، عازمون على توجيه ضربة مباشرة لأولئك البروليتاريين المهاجرين الوافدين والعاملين في قطاع اللوجيستية الذين ألحقوا (وسيلحقوا) أضرارا جسيمة بنظام التعاقد والتعاقد من الباطن المافيوزي بفضل سلسلة من النضالات التي خاضوها خلال السنوات العشر الماضية، والتي لعبت خلالها نقابة سي كوباس دورا طليعيا. وقد حققوا هؤلاء البروليتاريون مكتسبات عالية على مستوى الأجور وأوقات العمل واحترام كرامتهم وحرية التنظيم في أماكن العمل، حرية كانت ممنوعة لفترة طويلة. ويُعدّ نظام المافيا هذا السلاح الذي بواسطته تقوم الشركات المتعددة الجنسيات بالاستغلال البشع لعمل الشغيلين (وليس فقط في قطاع اللوجيستية، لنتذكر شركة فينكانتياري، التي تعتبر الأولى عالميا في استعمال التعاقد من الباطن) عبر فرض مستويات من عدم الاستقرار وكثافة العمل وأوقات طاحنة إلى حدّ أنّه في غضون 10- 15 سنة تكون عضلات العديد من الشغيلين وأجسادهم قد أُنْهِكَتْ وتهشمت، مقابل أجور، كانت إلى حدود أمس، تحت مستوى العيش في الغالب.

إنّ أرباب العمل هؤلاء، وعلى رأسهم فيديكس الأمريكية، الذين كانوا يخططون منذ مدة لضرب إضرابات الشغيلين مستعينين بعصاباتهم الخاصة، أيديهم ملطخة بالدم.

لكن الأمر لا يقتصر فقط على أرباب العمل في قطاع اللوجيستية.

فوراء تصاعد عدوانية أرباب العمل التي أنتجت هذه الجريمة، هناك كل الأرباب، وعلى رأسهم الكونفدرالية الإيطالية العامة للصناعة التي يرأسها بونومي، الذين استنشقوا رائحة “الإنتعاش”، بمعنى انتعاش تجمّع زائدة القيمة، ولا ينوون تحمل أيّة عرقلة في طريقهم. فإنّ الأرباب على عجلة، عجلة ملعونة، ويضغطون بسرعة وحشية على دواسة سرعة الشاحنات، وخطوط الإنتاج وعلى الكمبيوترات وعلى أيّ نوع من أنواع عملية إنتاج وتداول البضائع. إنّ فائض القيمة هو الهدف الوحيد الذي يعيش من أجله الأرباب من أيّ درجة كانوا والمدراء من أيّ لون بشرة كانوا هم أيضا. وفائض القيمة هذا يتكون من بضع لـحظات من الزمن تُسرق من الطبقة الشغيلة، ولكن بالنسبة لهذه الطبقة من مصّاصي الدماء المتعطشة إلى طاقة البلوريتاريات والبلورييتاريين الحيوية تكون كل لحظة من هذه الـلحظات ثمينة للغاية.

لماذا سُحقت لوانا دوراتسيو تحت آلة النسيج في مدينة براتو؟ الإجابة الآن رسميّة: عبث أصحاب الشركة بصندوق الكهرباء وبآلة النسيج لكي تُسرع أكثر في العمل، ولم يكترثوا بتاتا بأن تعمل أمام هذه الآلة الخطيرة متدربة في سنّ 22 سنة، التي قد يختطفها المنون من كل من شبابها وأحلامها معا. الشيء الوحيد الذي كان يهمّهم هو أن تعمل الآلة بسرعة قصوى لأنها كانت مقياس سرعة إنتاج زائد القيمة. أصحاب العمل هؤلاء يُجسدون طبقة رأس المال تماماـ التي لا تبالي بتاتا ب”الصدف السيّئة الحظ” التي تنتج في العالم بأجمعه مليونين من الموتى سنويا بسبب الحوادث” في أماكن العمل والأمراض المهنية ـ بالإضافة إلى قتل المئات من النشطاء النقابيين.

مقاضاة أرباب العمل فقط قليل جدا، قليل بشكل مذهل!

فمن يحمي ويضفي الشرعية على هذا المناخ من الاسغلال الوحشي للعمل والاعتداء العنيف على النضالات الحقيقية الرائدة، ومقتل عادل يثبت كلّ هذا، هو حكومة دراجي، التي تعتبر أشدّ الحكومات معاداة للشغيلين. فمنذ أشهر والشرطة والكارابينياري يضربون اعتصامات نقابة سي كوباس. منذ أشهر ومدراء الشرطة والقضاة والصحافيون، أبواق الدولة، الذين يلتجؤون إلى كل الوسائل، أولها العنف الجسدي والتضليل الإعلامي، لكسر كفاح الحمالة المسرحين عن العمل من شركة فيديكس في مدينة بياتشانزا. تقوم السلطة التنفيذية بتصرفها هذا على تشجيع أرباب العمل على القيام بدورهم مثلما فعلت شركة فيديكس الأمريكية والشركتان الإيطاليتان دزامبياري وفينكانتياري، (حيث جرح شاب بنغلاديشي في مدينة انكونا منذ أيام قليلة لأنه أخطأ عملية “ويعمل ببطء”)، والأرباب الصينيون أصحاب شركة تاكسبرينت وغيرهم. وعندما تقول حكومة، كأنك قلت: الدولة، لأنّ السلطة التنفيذية هي مؤسسة الدولة العَاملة الرئيسية. وتبقى هذه الدولة في نظر جزء كبير من الشغيلين وعدد كبير من الرفاق بمثابة كيان يقف على مسافة واحدة من الأطراف، أو على الأقل كيان أقل رأسمالية من الرأسماليين. وهذه النزعة بالطبع ليست إيطالية فقط ـ فاحتدام الأزمات المتزايد عمقا للرأسمالية العلمية خلال العشرين سنة الأخيرة يعطي سمة عالمية فيما يتعلق بتكثيف استغلال العمل والعمليات الاستبدادية من جهة، ومن جهة أخرى فيما يتعلق بتكوين “دولة استثناء” تشبه ـ كما هو باد يوميا خلال فترة الوباء ومن غير الوباء ـ الدولة البوليسية. إذا لم نتصد لهذا التوجه بكل ما في وسعنا من قوة وروح وتنظيم طبقيين، فسنتلقى ضربات موجعة بالمطارق الحديدية والعصي والطوب على الرؤوس والغاز المسيل للدموع والاعتقالات وقرارات الطرد والقتل لكي يحاول محور الأرباب-الحكومة إيقاف إستفاقة الطبقة الحتمية. ويجب أن نبذل كل ما في وسعنا للحد من هذا المسار في مهده، وعلى أي حال تجهيز أنفسنا لمكافحته لأنه بالتأكيد ليس ظاهرة عابرة.

إن النهاية المأساوية لرفيقنا عادل تعطي معنى وقوة خاصيين لإضراب اليوم، فلأول مرة (منذ مدة طويل) يشمل الإضراب تقريبا جميع النقابات العمالية “الأساسية”. إنها تعطي معنى وقوة خاصيين لمظاهرة الغد في روما، التي دعت للوقوف ضد التسريحات عن العمل وضد القمع وضد حكومة دراجي. وتعطي علامة على المزيد من الإلحاح للتحضير لإضراب عام كبير قد يمثل بداية تحرر البروليتاريا وتتجاوز بكثير الخدمات اللوجستية لوحدها.

لقد أعطى المهاجرون الوافدون البروليتاريون في قطاع اللوجستية، خلال عقد كامل من المعارك، بعضها خالد لا ينسى، مثالا للقتالية وللفخر الطبقي، الذي حان الوقت لاستفادة الجزء الأكثر حيوية ووعيا من البروليتاريا الأصلية منه. و هو في هذه الآونة علامة جيدة من جهة العديد من الأطراف، يتم الحديث في النقابات الأساسية، عن الرّد ضد تصعيد الدولة-الأرباب “بنضال عام وحازم وموحد”. علامة أخرى جيدة هي أن شيئا ما يتحرك أيضا داخل الكنفيدرالية العامة الإيطالية للعمل؛ حيث إن الرفاق في المعارضة في هذه الكنفيدرالية قد دعوا فورا لإضراب في شركة إليليكترولوكس في مدينة سوسيغانا تضامنا مع عمال قطاع اللوجستية المناضلين، وحدادا على وفاة عادل. ولكن لا يمكننا أن نفرح بهذه العلامات الأولى ـ يجب أن نتوجه إلى جمهور البروليتاريين والبروليتاريات، المنخرطين وغير المنخرطين في النقابات، على يقين من أن صمتهم الحالي يحتوي على تناقض فإلى جانب الخوف وعدم الثقة وحتى الاستسلام، نجد الغضب والرغبة المخنوقة في رد الفعل، والتي قد تصبح فجأة قوية لا يمكن قمعها بسبب مقدار ووحشية الإذلال والمضايقات التي تجرعوها.

نحن رفاق ورفيقات التوجّه الأممي الثوري الذين أصررنا منذ سنوات على ضرورة العمل على إنشاء جبهة نضالية مناهضة للرأسمالية قادرة على التحدث إلى البروليتاريا بأكملها، واثقة من أن ركود الكفاح لا يكون إلى الأبد، لا يمكننا إلا أن نحيي بشكل إيجابي الدينامية التي أدت إلى إضراب هذا اليوم ومظاهرة الغد في روما. ولكن هذه الديناميكية يجب أن تأخذ المزيد من الزخم، وتطغى على الخصوصيات والانتهازيات والغمزات والتنازلات لصالح القوى المؤسساتية البرجوازية، وعلى النزعة الأقلية التي أسفرت عن سنوات من الارتداد من النضال وتزايد عدم الثقة في الطبقة (والمنظرة)، لاستعادة رؤية النضال الطبقي، وهو منظور ثوري شامل الذي يرتقي حقا إلى مستوى الهجوم الذي نتعرض إليه هنا وعلى النطاق الدولي.

18 يونيو

التوجّه الأممي الثوري


http://sicobas.org/2021/06/21/italia-aperta-la-cassa-di-solidarieta-per-adil-assassinato-durante-uno-sciopero/