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[NAPOLI] Sul nostro tavolo interistituzionale, per informare disoccupati e solidali: lavoro o salario, la nostra lotta è per tutti

LA NOSTRA LOTTA E’ LOTTA PER TUTTI E TUTTE!

Considerazioni sul nostro tavolo inter-istituzionale per informare

i disoccupati ed i solidali partendo da considerazioni di carattere generale: invitiamo tutti alla lettura.

Pochi giorni fa, arriva lo sblocco “formale” dei licenziamenti.

Diciamo formale perché sappiamo bene che in questo anno e mezzo oltre 950.000 posti di lavoro sono già andati persi, soprattutto colpendo le donne lavoratrici, contratti precari non rinnovati, licenziamenti politici, contestazioni disciplinari contro chi ha alzato la testa nei luoghi di lavoro.

Ora, con una inutile “raccomandazione” ad accedere prima agli ammortizzatori sociali, i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil ancora una volta servi di Confindustria, dei padroni e dei governi accettano questa assurdità senza nessun accenno anche solo di facciata.

Nella nostra città, l’aumento della disoccupazione, dell’estrema povertà, dell’abbrutimento sociale si percepisce oramai da tempo e ben prima della crisi sanitaria da Covid che è diventata un esplosione di contraddizioni che già laceravano i nostri territori, quartieri e la nostra città.

Sono ben 7 anni che ci siamo organizzati, autonomamente avendo tutti contro, per strutturarci come movimento di lotta per il lavoro.

Non c’è piazza, strada, monumento, palazzo istituzionale, ufficio, passerella elettorale, che non abbia visto iniziative di lotta dei disoccupati organizzati con noi con la finalità di rivendicare ai vari enti istituzionali, sui vari livelli, la costruzione di un percorso finalizzato a sostanziare con determinazione ed atti amministrativi concreti un piano di formazione e per il lavoro.

Il metodo che abbiamo seguito è importante perché indica non solo il bisogno di andare a lavorare senza passare per umiliazioni varie, ma a testa alta.

Noi innanzitutto indichiamo i bisogno sociali, le urgenze sociali, cioè anzitutto della classe lavoratrice, e quindi assumiamo gli interessi generali di tutta la nostra classe, disoccupati ma anche occupati: messa in sicurezza dei territori, bonifiche, servizi territoriali, potenziamento delle piante organiche contro l’esternalizzazioni ed agenzie interinali, la riqualificazione delle nostre periferie, la valorizzazione del patrimonio culturale, la lotta allo spreco alimentare costruendo un ciclo di riutilizzo virtuoso, la prevenzione contro roghi e sversamenti illeciti, la raccolta differenziata ed i servizi legati al ciclo dei rifiuti, la manutenzione delle poche spiagge a disposizione, la manutenzione stradale, la cura del verde e degli spazi inutilizzati della città, la valorizzazione dei beni comuni, trasporto pubblico e servizi territoriali, lo sviluppo delle opere di ripascimento e rifunzionalizzazione del litorale, Bagnoli e la sua riqualificazione e rigenerazione, il ciclo dei rifiuti e la messa in sicurezza dei territori, progetti per una migliore vivibilità di Napoli ecc…

Insomma è un indicazione che va ben oltre il Movimento “7 Novembre” e ben oltre Napoli. Sarà per questo che alcuni ambienti politici, istituzionali ed della magistratura stanno spingendo per fermare il nostro movimento con ritardi istituzionali, impegni assunti non mantenuti e repressione finalizzata a paragonare le nostre iniziative di lotta per il lavoro ad un associazione a delinquere: un accusa che francamente vediamo molto più adeguata per la nostra controparte politica ed istituzionale.

Un tentativo finalizzato ad attaccare su un piano generale un movimento che potrebbe potenzialmente rappresentare non più centinaia di proletari organizzati ma migliaia in prospettiva, in tendenza vista la lunga crisi capitalistica e le conseguenze in termini di vita, lavoro e non lavoro che travolgono e travolgeranno interi settori sociali.

Dopo una lotta estenuante che non riusciamo a sintetizzare, passata per mille tavoli ed incontri istituzionali, per mille tentativi di progettazione poi falliti, spesso proprio nella stesura burocratica dei bandi e della sperimentazione, per mille denunce, procedimenti, scontri e tensioni abbiamo strappato un tavolo interistituzionale che si è svolto il 9 Giugno in Prefettura a Napoli alla presenza di tutti gli enti nazionali e locali.

Un tavolo ottenuto esclusivamente dalla determinazione della nostra lotta, dalla capacità di portare a livello nazionale la nostra vertenza, dalle continuative iniziative fuori ai ministeri a Roma, alle sedi dei partiti a livello nazionale, fuori Palazzo Chigi, in tutte le stanze e rappresentanti istituzionali (dalle cariche più alte dello Stato agli ultimi rappresentanti politici locali) grazie alla forza espressa unendo disoccupati e lavoratori in un unico fronte.

Il 9 Giugno hanno partecipato, nella sede della Prefettura di Napoli, al tavolo interistituzionale convocato dopo varie interlocuzionisu impulso del Ministero del Lavoro, il Direttore Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dott. Romolo de Camillis, il Dirigente della Direzione Generale per l’Istruzione, la Formazione, il Lavoro e le Politiche Giovanili della Regione Campania, dott.ssa Maura Formisano, il Capo di Gabinetto della Città Metropolitana, dott. Pietro Rinaldi, l’Assessore alle politiche del lavoro, innovazione e autonomia della città del Comune di Napoli, dott. Giovanni Pagano, i nostri rappresentanti del Movimento “7 Novembre”.

Un incontro dal quale, come da verbale ufficiale riportato sul sito della Prefettura di Napoli, è emersa chiaramente la possibilità di esplorare la percorribilita’ di interventi straordinari finalizzati ad un piano di formazione ed inclusione per categorie particolarmente svantaggiate dei disoccupati, partendo da quanto emerso con gli incontri svolti con la delegazione del Movimento “7 Novembre”.

Era emersa, formalmente, la volontà di dialogare vicendevolmente in tempi rapidi, per individuare possibili progettualità, riservandosi all’esito di tale interlocuzione, la convocazione di ulteriori incontri.

Di cosa parliamo?

Quali strade?

Quali possibilità?

Partiamo dal caso e dal tema del ciclo integato dei rifiuti, la manutenzione del verde, il decoro e l’igiene urbano.

L’azienda ASIA – che effettua i servizi di igiene ambientale, raccolta differenziata, spazzamento, raccolta del residuo indifferenziato e trasporto rifiuti verso gli impianti di trattamento e selezione – nel 2000 aveva 1.230 operatori ecologici, oggi non superano le 300 unità con tutte le conseguenze in termini di peggioramento evidente del servizio per la città ed i nostri quartieri.

Mentre avrebbe dovuto, come in parte successo, internalizzare i servizi, negli ultimi 5 anni ha ripreso ad esternalizzare: ma nessun turnover vero viene effettuato e soprattutto si alimenta il sistema marcio tramite le Agenzie Interinali come l’Adecco.

Ogni mese vanno in pensione decine di lavoratori ma il Comune eroga sempre 240 milioni di euro annuali.

Riteniamo possibile, partendo dalla denuncia ed indicazione del movimento dei disoccupati, individuare meccanismi e possibilità di inserimento lavorativo che passino per la formazione di nuovi disoccupati finalizzata all’ampliamento della pianta organica ed all’efficientamento del servizio.

Lo spazzamento in organico al Comune di Napoli arriva oggi a 270 (più o meno) unità attive (per lo più verso il pensionamento) e poi ci sono le cooperative “Primavera III” e la “25 Giugno” per sopperire alle mancanze di organico, le quali sono legate ad un finanziamento “fino a svecchiamento e svuotamento” che riteniamo possa essere messo sotto studio rispetto la possibilità di trovare forme di rinnovo e rigenerazione delle composizioni di tali cooperative.

Per la manutenzione del verde e gestione grandi parchi urbani e del verde pubblico al 1/12/2007 avevamo un totale di personale di 1067 mentre ad oggi ne sono rimasti quasi 100 con età media di 64 anni.

Il Tuel, ovvero il testo unico enti locali, all’articolo 263 prevede che ogni 3 anni il Ministero dell’Interno debba elaborare le dotazioni organiche per gli enti locali in base alla popolazione demografica.

A noi, che siamo un milione di abitanti, spetterebbero 11765 dipendenti.

Il Comune all’oggi ne ha poco più di 4000. Le leggi di stabilità e pareggi di bilancio hanno affossato gli enti pubblici, soprattutto quelli più numerosi: per questo diciamo che bisogna superare il blocco delle assunzioni e soprattutto il conflitto legislativo presente, le leggi di bilancio devono prevedere di rispettare le leggi esistenti nel Tuel.

Il territorio metropolitano ha la necessità anche di potenziare figure che possono essere inserite in un piano complessivo per la messa in sicurezza dei territori, la difesa della biodiversità, il controllo contro i roghi abusivi, tossici ed illeciti come la lotta contro lo sversamento di rifiuti illegali.

Lo scopo della proposta è aggredire le questioni del dissesto idrogeologico, delle bonifiche, della messa in sicurezza del territorio superando un approccio emergenziale che rincorre smottamenti del terreno, inquinamento da polveri sottili, alluvioni e frane.

Abbiamo prodotto una scheda progettuale sul tema della formazione per mansioni di controllo, monitoraggio e cura del territorio anche come utile argine per le infiltrazioni criminali.

Tale scheda in riferimento vedeva il POC 2014-2020 che indicava 1,7 miliardi di euro, dei quali 550 milioni di euro destinati appunto “all’ambiente e il territorio” che si sommavano a quelli POR FESR 2014-2020 che l’asse 5 destinava “alla prevenzione dei rischi naturali e antropici”.

Andrebbe aggiornato questo aspetto.

Tra le varie discussioni sono emersi anche, inizialmente, alcuni progetti sperimentali (che seppur a noi non ci vedevano convinti erano stati proposti dalle stesse parti istituzionali) per iniziare a dare una prima utile risposta alla platea tra cui: un progetto di servizio integrato di presidio degli edifici sacri di interesse culturale ricadente nell’area metropolitana di Napoli ed il contrasto allo spreco alimentare e la diminuzione dei rifiuti alimentari.

Il primo si basava sull’incremento e la qualifica ulteriore della fruizione pubblica dei beni culturali attraverso l’apertura delle chiese in orari prolungati rispetto a quelli liturgici, prevedendo svolgimento di eventi culturali rivolti a platea dedicata e visitatori: potenziare l’offerta turistica e culturale del territorio mettendo a sistema il patrimonio culturale dell’area metropolitana in sinergia con altri soggetti portatori di interesse pubblico per il territorio (scuole, associazioni, enti culturali etc…).

Gli assi di finanziamento erano individuati tramite Città Metropolitana e parte del suo “avanzo libero” svincolato per iniziare una piccola sperimentazione.

A riguardo ci furono anche numerosi incontri al Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro, seguiti tra i vari cambi di governo, furono individuati anche con l’ausilio del dott.

Vanin del MISE alcune misure di sostegno a tale progettazione alla voce “Agevolazioni alle imprese per la diffusione e rafforzamento dell’economia sociale” ovvero una misura per il rafforzamento dell’economia sociale che si rivolgeva anche a “cooperative sociali o imprese sociali” che finanziava “l’incremento occupazionale delle categorie svantaggiate” con obiettivi specifici “per i beni del territorio, dell’ambiente e dei beni storico-culturali”.

La misura era dotata di 223 milioni di euro da cui poter prendere una “piccola parte” a sostegno di tale progettazione.Il secondo, sempre da noi visto come difficilmente realizzabile ma proposto dalle controparti istituzionali, avrebbe avuto come obiettivo del progetto è quello di affrontare finalmente il tema degli sprechi e delle perdite alimentari da un punto di vista strutturale per migliorare le conoscenze sulle cause ed origine degli sprechi alimentari, aumentare il livello di occupazione in termini di cooperazione sociale secondo i principi del Decreto direttoriale del 26 Luglio 2017 sullo sviluppo di imprenditoria sociale e cooperazione, sviluppare azioni di contrasto allo spreco alimentare in città e distribuzione del cibo.

Tale sperimentazione poteva avvenire tramite l’utilizzo di diverse risorse provenienti dai Fondi Europei (oramai 2014-2020).

E’ passato quasi un mese da quest’ultimo tavolo, sappiamo che gli enti locali non hanno prodotto passi in avanti: il Comune in termini di progettazione e la Regione ancora a rilento perché nasconde una volontà politica a non dar nessuna risposta alle rivendicazioni nostre.

Tutto questo produce un giro di responsabilità dai Ministeri agli enti locali che non solo non partorisce risposte concrete ma una situazione di stallo che oramai non possiamo più tollerare.

Oggi abbiamo urgenza di costruire e far partire qualsiasi attività che dia una prima risposta alla platea dei disoccupati organizzati e che apra la strada ad una definizione precisa.

Un’attività pratica o formativa che possa identificare i disoccupati in una cornice chiara e definita.

Per questo motivo, chiamiamo a raccolta tutti gli iscritti al movimento, vecchi e nuovi, tutti i simpatizzanti e solidali per una mobilitazione permanente finalizzata a far sedere, davvero, tutti gli enti attorno allo stesso tavolo affinché si trovino, in tempi rapidi, le soluzioni praticabili e possibili per la nostra lotta!

Non abbiamo davvero più nulla da aspettare, non possiamo far passare questi mesi prima delle elezioni comunali senza risposte.

Siamo andati per questo da tutti i candidati a Sindaco ed abbiamo chiesto loro di impegnarsi da subito, con la Prefettura e con i rapporti in Regione Campania, per accelerare la riconvocazione del tavolo interistuzionale per dare risposte prima della tornata elettorale di questo autunno: lo abbiamo fatto per ribadire che, qualsiasi siano gli schieramenti, l’unica cosa certa è la nostra lotta e la nostra vertenza da sbloccare.

Come sempre, oggi più di ieri, solo la lotta, la nostra mobilitazione, la nostra determinazione, la nostra capacità di resistere un minuto in più della controparte istituzionale ci potrà portare a risposte concrete!

Lottiamo per un lavoro utile e per un salario che garantisca una vita dignitosa, lottiamo per migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro dentro una prospettiva più generale che vede contrapposti i nostri interessi di proletari a quelli pochi che accumulano profitti sul sudore di milioni di lavoratori e sfruttati.

LAVORO O NON LAVORO: DOBBIAMO CAMPARE!

LAVORO UTILE ALLA SOCIETA’ O SALARIO GARATITO!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”