VERTENZA LOGISTA
NOTE A MARGINE DELL’INCONTRO
DEL 13 AGOSTO
Si è svolto questa mattina l’esame congiunto con le aziende per disciplinare il ricorso alla Cassa Integrazione per i lavoratori e le lavoratrici in appalto Logista.
L’incontro si è concluso con la firma del verbale che disciplina il ricorso alla cassa integrazione (Fis) fino al 31 ottobre con integrazione piena al salario per i facchini e le facchine di Logista.
Nulla è stato riferito sulla sorte dei lavoratori diretti di Logista a cui era stato proposto di trasferirsi a Tortona o di licenziarsi. Il 19 Agosto si dovrà svolgere un nuovo incontro in cui affrontare in maniera più strutturata il futuro dei lavoratori e delle lavoratici.
Dunque per ora ai lavoratori dell’appalto Logista viene garantita la possibilità di un ricorso temporaneo agli ammortizzatori sociali.
E’ chiaro tuttavia che non possiamo definirci soddisfatti per questo risultato.
Non è il ricorso alla Cassa Integrazione per tre mesi che porterà serenità a queste 67 famiglie che attraverso un WhatsApp ricevuto il sabato sera hanno saputo di rimanere senza lavoro da lunedì.
Da quel messaggio inviato in data 31 Luglio sono stati convocati già 3 tavoli di confronto tra OO.SS. e Aziende, di cui due alla presenza delle istituzioni locali.
Sulla vertenza si è sviluppato inoltre un dibattito pubblico in cui in molti hanno preso parola.
Ciònostante ad oggi Logista non si è ancora sentita in dovere nemmeno di presentare le motivazioni alla base della scelta imposta ai lavoratori e alle lavoratrici del territorio emiliano.
Nessun piano Industriale, Nessun “Piano di riorganizzazione”.
Sarà che si renderebbe evidente che nessuna crisi di settore si è sviluppata?
Né tantomeno sono diminuite le performance aziendali?
Al contrario sono stati conseguiti profitti ragguardevoli da Logista e crescite esponenziali nel settore.
Ma la sete di profitto si sa non è mai abbastanza e se nessuna motivazione apparente sembra giustificare tali scelte, nel frattempo in altri luoghi del bel paese vengono spostate le lavorazioni, semplicemente dove il costo del lavoro è più basso. E così una multinazionale può fare ciò che gli pare.
Chiudere un sito produttivo in Emilia Romagna dove lavorano 100 persone, spostare nelle 36 ore del primo weekeend d’agosto tutte le lavorazioni in altre regioni d’Italia ove il costo del lavoro è più basso e ove regna la precarietà (Tortona in Piemonte ed Anagni nel Lazio).
La multinazionale ci guadagna e l’erario pubblico paga pure la Cassa integrazione Covid, strumento che casomai qualcuno lo avesse dimenticato sarebbe dovuto servire alle situzioni di crisi e non a ripagare operazioni di pura speculazione da parte delle imprese peraltro a danno di lavoratori e cittadini.
Ci chiediamo infine quale sia in tutta questa vicenda il ruolo dei sindacati Confederali che sembrano accettare supinamente qualsiasi tipo di decisione presa senza nemmeno il rispetto di un’interlocuzione preventiva.
Ci chiediamo come mai di fronte a tanta arroganza padronale questi sindacati non sentano nemmeno l’esigenza di proclamare lo sciopero nel resto dei siti Logista in cui sono presenti.
Continuare a subire scelte scellerate come questa rimanendo di lato ad osservare la macelleria sociale che si sta producendo in questo paese è una posizione grave per un sindacato.
Ad ogni modo per quanto ci riguarda continueremo a sostenere con forza la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici Logista in qualsiasi periodo dell’anno. Seguiranno aggiornamenti…
S.i. cobas Bologna