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[NAPOLI] Da lotta particolare a generale: salario, crisi ecologica e ambienti. Per un piano straordinario per il lavoro

DA LOTTA PARTICOLARE A LOTTA GENERALE!

SALARIO, CRISI ECOLOGICA ED AMBIENTE

PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO UTILE!

BLOCCHIAMO IL PAESE, SCIOPERO GENERALE!

Nella nostra città, l’aumento della disoccupazione, dell’estrema povertà, dell’abbrutimento sociale, le conseguenze dell’inquinamento ambientale e della crisi climatica si percepisce oramai da tempo e ben prima della crisi sanitaria da Covid che è diventata un esplosione di contraddizioni che già laceravano i nostri territori, quartieri e la nostra città.

Da tempo lottiamo per un percorso finalizzato a sostanziare con determinazione ed atti amministrativi concreti un piano di formazione e per il lavoro

.Dal 1 Agosto fino al 30 Settembre trecento disoccupati sono impegnati per una collaborazione che già abbiamo spiegato nei precedenti comunicati.

Raccolta differenziata di vetro, carta, plastica e ritiro coordinato con Asia, manutenzione e pulizia dei litorali e di 7 spiagge: Vico Marina, Le Monache, Marina di Bagnoli, Rotonda Diaz, Boccaperti, II Vico Marina San Giovanni a Teduccio.

I motivi che ci hanno spinto a questa iniziativa, gratuita, non sono certo riconducibili ad una nostra accettazione di quello che per noi è lavoro nero gratuito istituzionalizzato, sfruttando manodopera non occupata.

Il motivo è riconducibile alla necessità di indicare non solo il bisogno di andare a lavorare, noi innanzitutto indichiamo i bisogno sociali, le urgenze sociali, cioè anzitutto della classe lavoratrice, e quindi assumiamo gli interessi generali di tutta la nostra classe, disoccupati ma anche occupati: messa in sicurezza dei territori, bonifiche, servizi territoriali, potenziamento delle piante organiche contro l’esternalizzazioni ed agenzie interinali, la riqualificazione delle nostre periferie, la valorizzazione del patrimonio culturale, la lotta allo spreco alimentare costruendo un ciclo di riutilizzo virtuoso, la prevenzione contro roghi e sversamenti illeciti, la difesa della biodiversità, il controllo contro i roghi abusivi, tossici ed illeciti come la lotta contro lo sversamento di rifiuti illegali, la raccolta differenziata ed i servizi legati al ciclo dei rifiuti, la manutenzione delle poche spiagge a disposizione, la manutenzione stradale, la cura del verde e degli spazi inutilizzati della città, la valorizzazione dei beni comuni, il potenziamento trasporto pubblico e servizi territoriali, la riqualificazione e rigenerazione delle periferie, il ciclo dei rifiuti e la messa in sicurezza dei territori.

Abbiamo aggredito le questioni del dissesto idrogeologico e delle bonifiche superando un approccio emergenziale che rincorre smottamenti del terreno, inquinamento da polveri sottili, alluvioni e frane. Insomma abbiamo fornito un indicazione che va ben oltre il Movimento 7 Novembre e ben oltre Napoli.

Sarà per questo che alcuni ambienti politici, istituzionali ed della magistratura stanno spingendo per fermare il nostro movimento con ritardi istituzionali, impegni assunti non mantenuti e repressione finalizzata a paragonare le nostre iniziative di lotta per il lavoro ad un associazione a delinquere: un accusa che francamente vediamo molto più adeguata per la nostra controparte politica ed istituzionale.

Un tentativo finalizzato ad attaccare su un piano generale un movimento che potrebbe potenzialmente rappresentare non più centinaia di proletari organizzati ma migliaia in prospettiva, in tendenza vista la lunga crisi capitalistica e le conseguenze in termini di vita, lavoro e non lavoro che travolgono e travolgeranno interi settori sociali.

Dopo mille denunce, procedimenti, scontri e tensioni abbiamo strappato un tavolo interistituzionale in Prefettura a Napoli il 9 Giugno alla presenza di tutti gli enti nazionali e locali: ottenuto esclusivamente dalla determinazione della nostra lotta, dalla capacità di portare a livello nazionale la nostra vertenza, dalle continuative iniziative fuori ai ministeri a Roma, alle sedi dei partiti a livello nazionale, fuori Palazzo Chigi, in tutte le stanze e rappresentanti istituzionali (dalle cariche più alte dello Stato agli ultimi rappresentanti politici locali) grazie alla forza espressa unendo disoccupati e lavoratori in un unico fronte, come successo diverse volte con gli operai FedEx.La seconda convocazione, del 4 Agosto, non ha visto la presenza della Regione Campania, rendendo impossibile proseguire la verifica dei percorsi indicati.

Chiaramente le istituzioni sono interessate per lo più ad altro, nel contesto delle nuovi elezioni amministrative.

Ed è proprio mentre la campagna elettorale napoletana avanza, che i disoccupati stanno svolgendo l’attività di pulizia, recupero e raccolta differenziata.

Tutto grazie ai disoccupati del Rione Sanità, Rione Traiano, Scampia, Centro storico, Bagnoli, Soccavo, Rione Luttazzi e tanti altri che organizzati lottano e rivendicano salario e lavori di pubblica utilità.

Tutte le forze politiche e candidati, pescati nella Napoli “Bene”, non dicono nulla sui meccanismi dominanti negli enti pubblici locali, sull’utilizzo delle agenzie interinali per colmare il vuoto delle aziende partecipate, sulla logica dell’aziendalizzazione, del pareggio di bilancio, della dismissione dei servizi messi dopo le logiche di profitto garantite da un esercito di amministratori delegati, consulenti, consiglieri di amministrazione, responsabili di progetto, tutti incompetenti, incaricati il più delle volte secondo logiche clientelari.

Il servizio sulle spiagge è una delle tante attività che hanno bisogno di presenza giornaliera, da inserire subito nei piani comunali di ripristino e pulizia di questa città.

Le aziende partecipate sono sotto organico e contemporaneamente si preferisce la giungla degli appalti e dei management.

I disoccupati con formazione ed inserimento devono colmare il vuoto organico adesso!

I bisogni e gli interessi delle classi subalterne cittadine possono essere difesi solo con l’organizzazione autonoma e la lotta delle stesse.

Non è facile, mille sono le contraddizioni.

Altrettanto i rischi di impantanarsi all’interno.

Ma continuiamo, con la lotta di classe, a mettere al centro la lotta dei disoccupati ed i bisogni sociali.

Come sempre, oggi più di ieri, solo la lotta, la nostra mobilitazione, la nostra determinazione, la nostra capacità di resistere un minuto in più della controparte istituzionale ci potrà portare a risposte concrete!

Lottiamo per un lavoro utile e per un salario che garantisca una vita dignitosa, lottiamo per migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro dentro una prospettiva più generale che vede contrapposti i nostri interessi di proletari a quelli pochi che accumulano profitti sul sudore di milioni di lavoratori e sfruttati.

Contro il corso catastrofico delle cose che questo sistema sta portando avanti, per unire i bisogni materiali e la prospettiva di un altro mondo necessario.

Costruiamo un grande SCIOPERO GENERALE!

10 agosto

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”