Riceviamoe pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Francia, 5 ottobre: una giornata di sciopero
(con aggiornamenti, e una nota di “Etincelle”)
Per domani CGT, Sud-Solidaires, FO ed altri organismi sindacali e studenteschi hanno indetto una giornata di sciopero e di mobilitazione in tutta la Francia. Francamente, tanto i contenuti di questa mobilitazione quanto, a quel che si percepisce, la determinazione con cui è stata lanciata, lasciano alquanto a desiderare. Sicuramente negativo, per fare un solo esempio, è l’aver subìto la condizione posta da Force Ouvrière di non inserire nella piattaforma la netta opposizione alla versione francese del “green pass”. Come ha affermato Léon Cremieux, la sfida della mobilitazione che comincerà domani è quella di “dare visibilità a tutti i bisogni sociali espressi in modo isolato l’uno dall’altro negli ultimi mesi, di tendere a farli convergere, a unificarli in un rigetto comune delle politiche padronali e governative”, farne un momento del percorso necessario a “unificare e politicizzare la collera sociale”.
Aggiornamento
La giornata di sciopero del 5 ha visto manifestazioni in 200 città, e ha coinvolto, secondo gli organizzatori, 160.000 salariati del pubblico impiego e dei trasporti, studenti, pensionati e disoccupati (per la polizia sono stati 85.000). La manifestazione più partecipata è avvenuta a Parigi, e ha raggruppato 25.000 dimostranti (per la polizia 6.400). Lo striscione di apertura era questo : « Retraites, salaires, services publics, assurance-chômage, non à la régression sociale, non au passe sanitaire comme outil de répression » [Pensioni, salari, servizi pubblici, assicurazione sulla disoccupazione, no alla regressione sociale, no alla tessera sanitaria come strumento di repressione]. Tra gli slogan più gridati: « Jeunes actifs, chômeurs et retraités, c’est tous ensemble qu’il faut lutter. Jeunes actifs, chômeurs et retraités, c’est tous ensemble qu’on va gagner » [Giovani lavoratori, disoccupati e pensionati, dobbiamo lottare insieme. Giovani lavoratori, disoccupati, pensionati, vinceremo insieme]. Nelle dichiarazioni dei capi della CGT e di Sud-Solidaires è stata messa in primo piano la questione salariale. Non si può dire sia stata una giornata di lotta entusiasmante, capace di dare l’avvio ad una risposta decisa agli attacchi del fronte padronato/Macron.
Sulle premesse di questa mobilitazione i compagni di L’Etincelle, una delle frazioni interne all’NPA, fanno delle osservazioni sensate in questo testo: https://www.convergencesrevolutionnaires.org/Quelle-est-la-politique-des-confederations-syndicales. Ovvero: 1)manca un piano generale delle mobilitazioni; 2)non è chiara la prospettiva proposta ai lavoratori al di là del 5 ottobre; 3)perché la sanità è stata chiamata a manifestare il 21 settembre, la scuola il 23 settembre, i pensionati l’1 ottobre, i singoli settori ciascuno per proprio conto, e poi è venuto il 5 ottobre come giornata di iniziativa intercategoriale?; 4)nei discorsi della dirigenza CGT in particolare è presente “un patriottismo e un sovranismo economico” (la difesa del Made in France) che pretende di essere un’arma di difesa dell’occupazione, ma è in realtà un modo per attizzare quella concorrenza tra lavoratori entro cui i capitalisti pretendono di inquadrare i proletari.
Ciò posto, nota l’autore dell’articolo Leo Baserli, non c’è da sorprendersi se tutte le lotte più significative e intense degli ultimi anni in Francia, tra i ferrovieri, gli autisti della metro, il movimento dei gilet jaunes, le agitazioni nel settore sanitario, siano avvenute al di fuori dei sindacali promotori del 5 ottobre, magari con la partecipazione di militanti, di quadri locali, di organismi di base di questi sindacati, mai, però, con l’appoggio pieno delle strutture sindacali in quanto tali, e tanto meno con la loro promozione. Anzi, è accaduto perfino che l’intersindacale, invece di farsi carico della denuncia e della lotta contro la repressione di stato, attaccasse la “violenza” dei manifestanti gilets jaunes. Tutte considerazioni condivisibili, anche se in questo scritto non ci sono indizi sulle profonde radici storiche di tutto ciò. E forse proprio per questa ragione la sola soluzione che questi compagni vedono è… continuare a fare pressione sulle “burocrazie sindacali” che hanno coperto di critiche pesantissime, anche se scritte con l’intento di non disturbare troppo. Certo, la CGT non è esattamente la copia conforme dell’attuale CGIL, e Solidaires, soprattutto tra i ferrovieri, raggruppa proletari capaci di organizzare lotte determinate. Ma non ci sarà alcuna conversione sulla via dell’anticapitalismo classista e dell’internazionalismo, di chi da decenni si è nutrito di compatibilità e di sciovinismo, o di chi sogna un ritorno (impossibilissimo) al vecchio welfare. Ci si deve convincere che una ripresa del conflitto di classe e dell’autonomia di classe passa al di fuori delle storiche burocrazie sindacali e politiche della sinistra riformista (senza riforme), passa per l’auto-organizzazione e l’organizzazione dei proletari/proletarie più combattivi. Del resto, qualcosa del genere si è cominciata a vedere anche in Francia.
5 ottobre in lotta: La CGT, FO, FSU e Solidaires intersindacali, così come le organizzazioni giovanili, indicono uno sciopero interprofessionale per martedì 5 ottobre. Ci sono molte ragioni per mobilitarsi.
Governo e capitalisti a ruota libera – Il COVID-19 ha portato alla luce gli effetti mortiferi dell’organizzazione capitalista della società: poche risorse umane e materiali per gli ospedali, centinaia di migliaia di lavoratori in prima linea senza attrezzature, licenziamenti e soppressione di posti di lavoro per decine di migliaia, vaccini finanziati con fondi pubblici che arricchiscono gli azionisti, sempre più numerosi approfittatori della crisi e sempre più ricchi…
Il governo non ha imparato la lezione dal fallimento delle politiche neoliberiste che saccheggiano i nostri servizi pubblici, lavoro, previdenza sociale:
– niente per i salari, niente per i redditi bassi, nessuna seria rivalutazione dei salari dei settori più femminilizzati e più precari.
– rilancio della riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, che ridurrà le prestazioni di centinaia di migliaia di lavoratori privati del posto di lavoro.
– è in arrivo l’ennesima riforma delle pensioni, che mira solo a farci lavorare più a lungo e ad abbassare le pensioni.
Un potere liberticida: Legge globale sulla sicurezza, legge sul separatismo… da un anno il governo impone restrizioni alle libertà. La nostra società sta sprofondando ogni giorno di più nell’autoritarismo, che si fa sentire sempre di più nel mondo del lavoro. La tessera sanitaria è l’ultimo avatar che attenta gravemente ai diritti dei lavoratori dipendenti. Noi non vogliamo una società del controllo permanente che serva solo a difendere gli interessi dei più potenti.
Vogliamo un “sociale ed ecologico costi quel che costi” – È tempo di imporre misure forti per la giustizia sociale e la giustizia ecologica: aumento dei salari, la condivisione e la riduzione dell’orario di lavoro sono centrali per una diversa distribuzione della ricchezza.
Nel frattempo, il capitalismo nega l’evidenza scientifica e ci trascina contro il muro. La transizione
ecologica è un’emergenza assoluta. Dobbiamo cambiare i nostri modelli di produzione e consumo, il che passa attraverso una riallocazione del lavoro (verso quello socialmente utile). Serve un nuovo status per i lavoratori dipendenti che garantisca continuità di reddito e protezione sociale. Non ci saranno posti di lavoro su un pianeta morto!
Questa giornata di sciopero e manifestazione è un primo passo – Lo sappiamo bene. Un solo giorno di sciopero non basterà per far ritirare il governo e i padroni. Lo sciopero generale rinnovabile non può essere decretato a “freddo”. Costruiamo una giornata pesante,
che scuota le agende, ripristini la fiducia collettiva e ponga le nostre richieste e soluzioni al centro delle discussioni nelle imprese, nelle amministrazioni e nello spazio pubblico.
Facciamo del 5 ottobre l’inizio di mobilitazioni forti e vittoriose. Discutiamo in ogni settore di slogan specifici e mobilitanti per convergere sul 5 ottobre
Davanti alla urgenza sociale ed ecologica, PASSIAMO ALL’AZIONE
Le 5 octobre, mobilisé-es pour nos salaires, nos emplois et nos conditions de travail et d’études !
Les organisations syndicales CGT- FO – FSU – Solidaires – FIDL – MNL – UNEF – UNL réunies le 30 août appellent à la mobilisation de l’ensemble des travailleur-ses du secteur privé et public, et la jeunesse, le mardi 5 octobre 2021.
Elles rappellent qu’elles ont mis en garde le gouvernement, au début de l’été, face à ses projets de régression sociale. Elles ont, à cette occasion, formulé des solutions économiques et sociales pour sortir de la crise sanitaire.
Elles s’opposent à ce que la situation sanitaire soit utilisée par le gouvernement et le patronat pour accélérer la remise en cause des droits et des acquis des salarié-es et des jeunes. L’élargissement et l’accélération indispensables de la vaccination demandent de renforcer l’accès à la santé, les moyens de l’hôpital public et de la médecine du travail. Cela nécessite de convaincre et de rassurer, et non de sanctionner les salarié-es.
En cette rentrée, l’emploi est une des préoccupations essentielles des jeunes et du monde du travail. La précarité est en forte hausse, et malgré une opposition unanime, la mise en œuvre de la réforme de l’assurance chômage reste d’actualité. Le retour de la réforme des retraites que nous avons combattue et empêchée revient à l’ordre du jour. Gouvernement et patronat veulent imposer de nouveaux reculs sur les retraites. Le chômage partiel a provoqué la plupart du temps des baisses de rémunération importantes.
Trop de salarié.es, notamment les travailleurs-ses particulièrement exposé-es et dits de « 2ème ligne », maintenu.e.s à de bas salaires ne voient aujourd’hui aucune perspective d’amélioration.
Les agent.e.s de la fonction publique attendent toujours et depuis des années des mesures salariales à la hauteur de la perte de leur pouvoir d’achat. Les jeunes ont vu l’investissement dans les aides directes baisser ces dernières années. Le dernier recul en date étant la suppression du repas à 1 euro pour toutes et tous, dont nos organisations réclament le rétablissement.
C’est pourquoi elles exigent :
• L’augmentation des salaires,
• l’abandon définitif des contre-réformes des retraites et de l’assurance chômage,
• un vrai travail avec un vrai salaire pour toutes et tous et l’égalité professionnelle femmes/hommes ;
• la conditionnalité des aides publiques selon des normes sociales et environnementales permettant de préserver et de créer des emplois ;
• l’arrêt des licenciements et la fin des dérogations au Code du travail et garanties collectives.
• un coup d’arrêt à la précarisation de l’emploi et à la précarité des jeunes en formation et une réforme ambitieuse des bourses ;
• la fin des fermetures de services, des suppressions d’emplois, du démantèlement et des privatisations dans les services publics et la fonction publique et le renforcement de leurs moyens ;
• Le rétablissement de tous les droits et libertés pour la jeunesse comme pour le monde du travail.
Les organisations CGT- FO – FSU – Solidaires – FIDL – MNL – UNEF – UNL affirment l’urgence d’augmenter le SMIC et les grilles de classifications, le point d’indice de la Fonction Publique, les pensions, les minima sociaux et les bourses d’études.
Elles appellent les femmes et les hommes de toutes les professions, les jeunes, les retraité.es à se mobiliser, le 5 octobre, par la grève et les manifestations, pour obtenir de meilleurs salaires, pour leurs emplois et leurs droits et une meilleure protection sociale. D’ores et déjà, elles décident de se revoir à l’issue de cette mobilisation.
Montreuil, le 30 août 2021