GRAZIE AL GOVERNO DRAGHI
UCCIDERE UN OPERAIO NON È REATO
Poche ore fa in provincia di Foggia l’ennesimo assassinio per mano padronale di un operaio che ha “osato” chiedere il pagamento del proprio salario.
Questo è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi analoghi che si vanno moltiplicando soprattutto all’indomani della crisi pandemica.
Il governo Draghi, grazie alla strada spianata dai suoi predecessori, ha trasformato i posti di lavoro in un far-west in cui i padroni solo “liberi” di imporre agli operai di scegliere se accettare la riduzione in schiavitù oppure accettare il licenziamento, mentre ai lavoratori è nei fatti vietato scioperare e protestare: se lo fanno, devono fare i conti con la violenta repressione delle Questure e delle forze dell’ordine, e con una valanga di denunce, fogli di via e limitazioni di ogni tipo della libertà personale.
L’abolizione dei controlli fiscali a sorpresa, sbandierata dal ministro Brunetta come un atto di pace e di cortesia governativa verso i padroni, è la chiusura di un cerchio che fa il paio col divieto di manifestare nei centri storici con l’alibi delle proteste “no-vax”…
Il messaggio è chiaro: non solo ti vietiamo di opporti alla schiavitù con la lotta, ma se credi di poter invocare i tuoi diritti in Tribunale o in Itl, il padrone sarà avvisato in anticipo, in modo che avrà tutto il tempo per occultare le prove e, soprattutto, per farti fuori licenziandoti.
Da qui ad ammazzare un operaio che chiede di essere pagato per il proprio lavoro, è evidente che il passo è breve, molto breve…
23 novembre
S.I. Cobas