VERBALE ISPETTORATO SU TEXPRINT…
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE
Questa volta cortissime.
A cinque giorni di distanza dalla fakenews diffusa dalla Texprint secondo cui il verbale dell’ITL avrebbe “finalmente” dato modo loro di dimostrare la falsità di tutte le accuse mosse contro di essa dai lavoratori, i risultati dell’ispezione sono stati notificati ai lavoratori.
Il contenuto delle lettere (che abbiamo deciso di pubblicare integralmente, al contrario della Texprint) si può riassumente così: alla Texprint c’è sfruttamento, chi ha scioperato ha sempre avuto ragione.
Cosa ha accertato l’Ispettorato?
Lavoro nero: sono stati accertati periodi di lavoro nero per 16 lavoratori iscritti al Si Cobas.
Turni di 12 ore al giorno per 7 giorni alla settimana sono stati accertati per tutti i lavoratori che hanno scioperato in questi mesi.
Utilizzo di contratti di apprendistato fasulli.
Precisamente sono 12 su 12 i contratti di apprendistato che vengono “disconosciuti” dal verbale come mendaci.
Questi rapporti di lavoro vengono quindi “ricondotti nell’alveo del lavoro subordinato full-time, sin dalla data di costituzione del rapporto, con il riconoscimento della qualifica ordinaria di operaio di II livello (…) e recupero della contribuzione dovuta”.
L’azienda è diffidata a “regolarizzare i rapporti di lavoro in nero” e “registrare sul Libero Unico le ore di lavoro effettivamente prestate ed accertate, con le maggiorazioni previste dalla legge”.Inoltre, “la sede INPS di competenza procederà all’addebito della contribuzione evasa”
.Il verbale, in sostanza, riconosce il diritto a differenze contributive e retributive.
Le differenze retributive calcolate dai nostri professionisti sulla base dei turni effettivi di lavoro accertati dall’ITL ammontano a circa 2800euro lordi per mese di lavoro.
Vuol dire che agli operai che hanno lavorato tre anni nella stamperia vengono riconosciuti circa 100mila euro lordi di differenze retributive.
A breve ci saranno le prime udienza al Tribunale del Lavoro dove gli iscritti al sindacato richiederanno tutte le retribuzioni dovute e non pagate durante gli anni di sfruttamento.
Ci auguriamo che la stampa che ha diffuso la fakenews di mercoledì, sia pronta a rettificare.
In questi undici mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori.
Che i lavoratori mentivano.
Che non erano davvero sfruttati.
Che erano dei violenti criminali.
Che si eravano inventati tutto.
Che l’ispettorato aveva accertato che in fabbrica tutto era regolare.
Che il Si Cobas diceva il falso in cerca di visibilità.
Che quelli che protestavano non erano neanche lavoratori della Texprint.
La cosa grave è che non le si sentiva al bar, ma le si sentiva dalle bocche delle istituzioni e della politica cittadina, Sindaco in testa.
A volte a mezza voce.
A volte urlate.
A volte scritte nero su bianco nei comunicati stampa.
A volte insinuate.
In questi 11 mesi abbiamo subito multe, manganellate, denunce, arresti.
Ma il tentativo di ribaltare la verità e di screditare la voce dei lavoratori in sciopero è stata senza dubbio la cosa più indecente che i lavoratori hanno dovuto subire.
Siamo andati avanti a testa a alta, sapendo che a differenza dei palazzi, la città ha sempre ascoltato con empatia e spirito di solidarietà la voce di chi denunciava coraggiosamente lo sfruttamento.
Dopo la decisione del Tribunale del Lavoro che ha dichiarato illegittimo il licenziamento, ora il verbale dell’ITL chiude una volta per tutte il fiume di menzogne e omertà sul caso.
Non ci sono più scuse.
Per questo motivo, appena ricevute le lettere, abbiamo dato vita ad una protesta pacifica e rumorosa nel cortile del Comune di Via Roma 101, sede dello Sportello Antisfruttamento.
E’ l’ora che vengano riconosciuti i permessi di soggiorno per sfruttamento ai lavoratori della Texprint.
Dopo l’incontro di settembre arrivato dopo lo sciopero della fame in Piazza del Comune, abbiamo dovuto constatare che neanche gli impegni presi e sottoscritti con un verbale condiviso da parte di Comune e Satis sono stati rispettati.
Da due mesi non abbiamo ricevuto notizie, né risposte alle nostre mail.
Un atteggiamento inqualificabile davanti allo stato di necessità dei lavoratori che da mesi attendono i fatti.
Una realtà che stride con le declamazioni di impegno sul fronte del sostegno ai lavoratori che denunciano che abbia visto per l’ennesima volta andare in scena durante il recente convegno al Pecci dell’1 dicembre.
Durante la protesta abbiamo consegnato al Comune di Prato le copie degli accertamenti dell’Ispettorato e strappato un incontro con l’Assessore Mangani per il prossimo 14 Dicembre.
Non c’è più tempo.
Non ci sono più scuse.
S.I. Cobas Prato e Firenze
https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/449300413276356