Profughi ucraini nella Sanità italiana
Il nostro Governo, sull’onda emotiva della guerra in Ucraina, ha deciso di consentire a professionisti sanitari e oss ucraini, profughi nel nostro Paese, di lavorare temporaneamente nelle strutture della Sanità italiana.
Per farlo si ridurranno al minimo le previste procedure che regolano l’assunzione di cittadini provenienti da Paesi esterni all’UE.
Sembra solidarietà ma è solo propaganda.
Come ignorare, infatti, che:
– alle carenze di personale nella Sanità, accentuate dalle dissennate scelte fatte nel corso della pandemia, questo Governo non ha mai inteso e non intende porre rimedio;
– l’Italia fornisce di armi l’Ucraina, mandata al macello per difendere gli interessi dell’imperialismo occidentale. In questo vi è l’esplicito scopo di far durare il più a lungo possibile il conflitto che costringe alla fuga dal teatro di guerra la popolazione!
E viene da chiedersi: quanti medici, infermieri e oss c’erano fra le decine di migliaia di persone che i Governi italiani hanno lasciato affogare in mare o marcire nelle prigioni libiche, negli ultimi decenni?
Non erano profughi anche loro, esseri umani degni di solidarietà?
Stanno combattendo una guerra fra imperialismi, in cui l’Italia è parte integrante della Nato.
Gesti i di pelosa accoglienza come questo non possono trarci in inganno.
Noi non facciamo differenze di nazionalità, etnia o altro: la nostra solidarietà và a tutti i lavoratori e a tutti i profughi, compresi quelli ucraini.
E saremo ben lieti di vederli lavorare al nostro fianco, nelle strutture sanitarie italiane, sempre più carenti di personale.
Ma con pari dignità di diritti e di salario: la condizione di profugo non deve diventare il pretesto per assumere personale sottopagato, magari con l’obiettivo di giocare al ribasso sugli stipendi di tutti i lavoratori!
S.I. Cobas Sanità Funzione pubblica