20 MAGGIO SCIOPERO GENERALE
MANIFESTAZIONI E PRESIDI NELLE CITTA’
- NAPOLI ore 10.30, concentramento Metro Mergellina – manifestazione cittadina (vedi qui)
- GENOVA ore 10.30, largo Pertini (vedi qui)
- TORINO ore 10, Iveco via Puglia 59 – presidio contro precarietà e licenziamenti (vedi qui)
- BOLOGNA ore 10.30, piazza XX settembre Autostazione – corteo unitario
- MILANO ore 10, piazza Cairoli
- PRATO ore 9, via Gora Bandita – presidio davanti alla Ruentex
- VENEZIA ore 18.30, san Geremia – presidio contro la guerra, dall’Ucraina alla Palestina, l’economia di guerra, il governo Draghi (vedi qui)
INDIZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
DI 24 ORE SU TUTTE LE CATEGORIE
NELLA GIORNATA DI VENERDI’ 20 MAGGIO 2022
All’attenzione del
*Presidente del Consiglio dei ministri, on. Mario Draghi
E di:
*Ministro del lavoro e delle politiche sociali, on. Andrea Orlando
*Ministro dello Sviluppo Economico, on. Giancarlo Giorgetti
*Ministro della Pubblica amministrazione, on. Renato Brunetta
*Ministro dell’istruzione, on. Patrizio Bianchi
*Ministro della salute, on. Roberto Speranza
*Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, on. Dario Franceschini
*Presidente della Commissione di Garanzia ex Legge 146/90, dott. Giuseppe Santoro-Passarelli
OGGETTO: INDIZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI 24 ORE SU TUTTE LE CATEGORIE NELLA GIORNATA DI VENERDI’ 20 MAGGIO 2022
La guerra tra Russia ed Ucraina rappresenta un balzo in avanti della crisi sistemica del modo di produzione capitalista; uno scontro per il controllo delle ricchezze e dei mercati nelle regioni dell’ex Unione Sovietica, che oppone l’imperialismo russo, proteso nello sforzo di fermare l’erosione della sua sfera d’influenza, al blocco USA-UE-NATO deciso ad avanzare nello sfondamento verso Est.
Da quasi tre mesi l’Ucraina è devastata: centinaia di migliaia di proletari vengono mandati al massacro e a massacrare altri proletari per servire gli interessi di bande di capitalisti. Mentre proseguono i bombardamenti e le distruzioni causate dall’invasione russa, l’occidente spende miliardi di euro per armare e foraggiare il governo fantoccio di Zelensky in modo da prolungare ad oltranza la carneficina: l’effetto sono decine di migliaia di morti, militari e civili, e oltre 11 milioni di sfollati, che vanno ad aggiungersi alle migliaia di cadaveri che hanno funestato la guerra civile in corso da almeno 8 anni tra i governi filooccidentali e ultranazionalisti di Kiev e i separatisti filorussi del Donbass.
Come in tutte le guerre, sono i proletari, in Ucraina come in Russia e in Europa, che pagano a caro prezzo gli effetti dei bombardamenti, delle sanzioni e del forte aumento del costo della vita.
Il governo Draghi si è arruolato in questa guerra attraverso una imponente fornitura di armamenti al governo ucraino, con l’aumento delle spese militari (lievitate fino al 2% del PIL) e dei contingenti alla frontiera. Queste scelte hanno già conseguenze sociali pesantissime sui lavoratori e sulle fasce più deboli della popolazione, già colpite duramente da due anni di una pandemia che, a dispetto del calo di attenzione mediatico, pare non avere fine: a causa del carovita, nel primo trimestre del 2022 il potere d’acquisto dei salari è diminuito di almeno il 5%, in un quadro che vedeva i livelli salariali già peggiorati del 3% rispetto a 40 anni fa (unico caso in Europa); su alcune materie prime (gas, elettricità, ecc.) e generi alimentari (olio, pasta, ecc.) sono già in atto misure di razionamento.
Anche in questa occasione, come per tutto il periodo della crisi pandemica, Draghi e i suoi maggiordomi possono contare sul sostegno pressochè unanime dell’intero parlamento e sulla sfacciata complicità dei vertici di Cgil-Cisl-Uil.
Ciò che abbiamo davanti è l’inizio di un periodo di miseria, di crisi energetica, di inflazione e ovviamente di guerra: un uragano che sta investendo le società occidentali e che porterà ad un’ulteriore intensificazione dei livelli di sfruttamento e a nuovi attacchi al salario diretto e indiretto, con migliaia di esuberi, una sequenza di nuove crisi e ristrutturazioni utili a ridisegnare la sopravvivenza stessa di questo sistema predatorio, e un ulteriore inasprimento delle misure repressive e dei dispositivi di controllo preventivo nei confronti delle lotte dei lavoratori e delle mobilitazioni sociali.
Lo sciopero del 20 maggio parte quindi dalla necessità di far sentire forte e chiara la nostra opposizione radicale, senza se e senza ma, alla guerra come strumento e momento-chiave della ristrutturazione capitalistica, la nostra denuncia del ruolo antioperaio tutti gli schieramenti attivi nel conflitto (Usa, Ue, governo ucraino e Russia), a partire dalla denuncia e dal contrasto del militarismo di “casa nostra”, e la nostra ferma convizione che solo una mobilitazione straordinaria dei lavoratori e delle masse oppresse potrà fermare la folle corsa verso il baratro di una nuova guerra mondiale
Contro Putin, contro la Nato e contro l’UE: gli stati, i governi e gli schieramenti imperialisti che stanno insanguinando l’Ucraina sono tutti
nemici giurati della classe lavoratrice.
- Basta spese militari e stop all’invio di armi in Ucraina.
- Per una nuova scala mobile: aumento immediato dei salari in misura pari
all’inflazione e adeguamento di tutti i CCNL per far fronte al caro-vita - Stop immediato agli aumenti delle tariffe di luce e gas e blocco dei distacchi
delle utenze per tutti i casi di morosità incolpevole. - Per un salario garantito che permetta una vita dignitosa a tutti i lavoratori e
i disoccupati.
Per una forte riduzione dell’orario di lavoro: lavorare tutti, lavorare meno,
in lavori socialmente utili.
- Per il diritto alla salute: sanità gratuita, territoriale ed universale.
- Per il ripristino dell’indennità di malattia nei casi di quarantena da sospetto
contagio Covid. - Basta morti sul lavoro e di lavoro: rafforzamento delle misure di sicurezza,
inasprimento delle sanzioni per la mancata adozione dei dispositivi di
prevenzione e ampliamento dei poteri ispettivi e di controllo da parte dei
lavoratori e delle loro rappresentanze. - Per il diritto alla casa: no agli sgomberi delle occupazioni sociali abitative,
no alle speculazioni sui quartieri. - No alla repressione degli scioperi e delle lotte dei lavoratori.
- Fine delle politiche discriminatorie e razziste sui permessi di soggiorno,
strumento decisivo di divisione dei lavoratori e di assoggettamento
padronale. - Contro le politiche monetarie inflazioniste e la crescita del debito pubblico,
per una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione: facciamo
pagare la crisi ai padroni.
Per questi motivi, SI Cobas indice 24 ore di sciopero su tutte le categorie del lavoro privato e pubblico nella giornata di venerdì 20 maggio.
Si precisa che nel corso della suddetta giornata saranno garantiti i servizi minimi essenziali.
Nei presidi e manifestazioni che saranno organizzati in concomitanza allo sciopero generale intercategoriale saranno rispettate tutte le disposizioni legislative e/o governative e/o regionali in materia di misure anti-Covid (distanza sociale tra manifestanti, dispositivi protettivi DPI, ecc.).
Si rammenta alle Istituzioni in indirizzo di garantire il rispetto dell’informazione all’utenza sullo sciopero come previsto dall’art. 2 punto 6 della legge 146/90 e successive modificazioni.
Milano 04/05/2022
il Coordinatore Nazionale S.I. Cobas Aldo Milani