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[CONTRIBUTO] Cina, Russia, Usa ed Australia: cresce il commercio di armi e microchip, sullo sfondo della guerra (anche) in Ucraina

I GRUPPI CINESI STANNO VENDENDO ALLA RUSSIA

MATERIALI DI CUI I SUOI MILITARI HANNO BISOGNO

PER CONTINUARE A COMBATTERE IN UCRAINA

fonte: Wsj, 22/07/16 – traduzione: G. L.

L’aumento delle esportazioni, dalla Cina alla Russia, di microchip, e altri componenti elettronici e materie prime a uso duale, compromettono il tentativo dell’Occidente di fermare lo sorzo bellico della Russia.

Secondo i dati delle dogane cinesi, nei primi cinque mesi del 2022 sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2021, giungendo a circa 50 mn di $, le
spedizioni di chip dalla Cina alla Russia.

Questo commercio coinvolge sia piccole aziende private che grandi imprese statali, e i dati dimostrano che molti fornitori cinesi di tecnologia hanno continuato a fare affari con la Russia nonostante i controlli degli Stati Uniti, che in giugno ha aggiunto cinque aziende elettroniche cinesi a una lista nera del commercio per il presunto aiuto all’industria della difesa russa, sia prima dell’invasione che dopo il suo inizio.

I gruppi cinesi di recente posti sotto sanzione dagli Usa sono per lo più piccoli distributori privati di Hong Kong, che pubblicizzano apertamente la propria attività per la Difesa, come Winninc Electronics Co., Sinno Electronics Co.

(Invece le esportazioni complessive dalla Cina alla Russia quest’anno sono diminuite
notevolmente, perché molte aziende cinesi temono di mettersi contro gli Stati Uniti).

Le esportazioni di altri componenti, come i circuiti stampati, hanno registrato una crescita percentuale a due cifre.

L’esportazione dell’ossido di alluminio, utilizzato per produrre il metallo alluminio, un materiale importante per la produzione di armi e per il settore aerospaziale, sono 400 volte superiori rispetto all’anno precedente; l’incremento del valore esportato è solo in parte spiegato dall’inflazione.

In generale il sostegno della Cina è fondamentale per Mosca, per la cui economia i proventi da petrolio e gas costituiscono una quota considerevole.

Dato che i paesi europei stanno cercando di ridurre gli acquisti di energia da parte della Russia, quest’ultima cerca di esportare molta più energia alla Cina e ad altri Paesi asiatici.

Dialetticamente ciò fa sì che aumenti il peso della Cina nei confronti della Russia.

Se in passato la Cina si è affidata alla Russia, e prima all’URSS, per molte tecnologie avanzate; ma ora la Cina sta superando il divario tecnologico e divenendo un importante esportatore di armamenti.

Durante il decennio del potere di Xi, Cina e Russia, nonostante la storica reciproca sfiducia strategica si sono gradualmente avvicinati.

Tra il 2014 e il gennaio 2022, filiali del China Poly Group – conglomerata controllata dal governo cinese produttrice ed esportatrice di armi leggere, tecnologia missilistica e, più recentemente, di tecnologia laser anti-drone – avrebbero effettuato 281 spedizioni di prodotti ad uso duale, sia civile che militare, alla Difesa russa [1].

Una delle consegne più recenti di Poly Technologies, a fine gennaio, sarebbe stata una componente per il sistema missilistico russo avanzato terra-aria S-400, a Almaz-Antey, un gruppo russo della Difesa sotto sanzione, per la guerra in Ucraina.

Da quando, a marzo l’Australia ha proibito l’export di ossido di alluminio, etc., utili per gli armamenti, sono aumentate le esportazioni cinesi di questo materiale alla Russia, dalle 227 tonnellate del maggio 2021 alle 153mila del maggio 2022.

[1] Da un’analisi di C4ADS, organizzazione no-profit di Washington

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LA VENDITA DI MISSILI USA ALL’AUSTRALIA

MIRA A COLPIRE DURAMENTE LA CINA

fonte: Asia Times, 22/07/23 – traduzione: G. L.

L’Australia si trova a 7400 km dalla Cina, che considera una minaccia alla propria sicurezza, teme le crescenti capacità militari di Pechino e non vuole essere trascinata in un conflitto tra Stati Uniti e Cina nel Pacifico.

Secondo un ricercatore del Japan Forum for Strategic Studies, il riarmo cinese degli ultimi 40 anni è il più veloce della storia dell’umanità.

Esso si porrebbe l’obiettivo di cacciare gli Usa dal Pacifico e di assicurarsi l’egemonia globale.

Da uno studio del Lowy Institute del 2021, la Cina può già ora colpire l’Australia dalle sue basi con caccia e missili a lunga gittata; l’asimmetria tra le capacità militari della Cina e quelle dell’Australia cresceranno ulteriormente.

La Cina potrebbe colpire anche gli Usa con armi lanciate dallo spazio, armi laser e un crescente arsenale nucleare, cannoni elettromagnetici e missili ipersonici.

Secondo lo storico David Brophy, la presenza di strutture militari Usa in Australia, in
particolare a Northwest Cape e Pine Gap, fa dell’Australia un bersaglio per attacchi a lungo raggio da parte della Cina, nel caso in cui Stati Uniti e Cina si scontrino su Taiwan.

In caso di conflitto USA-Cina su Taiwan, l’Australia potrebbe non essere in posizione di decidere se entrare o meno in guerra con la Cina. Secondo un analista dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) se l’Australia decidesse di non essere coinvolta, porrebbe fine all’alleanza ANZUS, che è stata la base della sicurezza strategica dell’Australia dalla Seconda Guerra Mondiale.

Questo il quadro in cui si collocano anche le recenti forniture di armamenti Usa all’Australia.

Il Ministero Esteri USA ha approvato la vendita all’Australia di 80 missili Joint Air-to-Surface Standoff Missile – Extended Range (JASSM-ER) per un valore di 235 mn. di $.

Questo missile da crociera a lungo raggio può evitare all’aeronautica australiana la necessità di fare rifornimento sul territorio di altri paesi amici, e fornirebbe all’Australia un deterrente credibile contro la Cina.

Inoltre questa iniziale consegna di missili JASSM-ER Usa potrebbe costituire per l’Australia una base per avviare una produzione missilistica nazionale.

Il Wall Street Journal ha riferito che l’Australia ha scelto i gruppi statunitensi degli armamenti Lockheed Martin e Raytheon per collaborare con una nuova società finanziata dal governo, che si occuperà di assemblare armi a guida meccanica per le proprie forze armate.

I missili stealth JASSM-ER hanno una gittata di 935 chilometri, una capacità cioè di attacco a lungo raggio, e possono essere impiegati dai caccia F-35 Lightning II o F/A-18F Super Hornet della Royal Australian Air Force (RAAF).

Gli USA avevano approvato in precedenza la vendita all’Australia di missili anti-radiazione per missioni di soppressione della difesa aerea nemica (SEAD), per un valore di 94 mn $.

Nell’ambito di tale vendita, l’Australia dovrebbe ricevere 15 missili antiradiazioni ad alta velocità (HARM) AGM-88, progettati per colpire i radar della difesa aerea nemica e impedire agli avversari di utilizzare i sistemi di difesa aerea.

Secondo esperti, il caccia F-35 Lightning II non ha la portata necessaria per raggiungere il Mar Cinese Meridionale e Taiwan senza rifornimento aereo.

Inoltre, le navi cisterna potrebbero non essere sempre disponibili in spazi aerei contestati.

Date queste carenze, l’Australia deve mantenere buone relazioni con i paesi vicini a Nord, come l’Indonesia, ma anche i rifornimenti nei cieli sopra l’Indonesia potrebbero risultare problematici, perché le linee di politica estera indonesiane prevedono che il suo territorio non possa essere utilizzato come base militare per altri paesi, qualsiasi.

Inoltre, la Cina potrebbe avere già anticipato e vanificato i tentativi australiani di ottenere avere accesso ai paesi vicini del Pacifico meridionale.

Il nuovo patto di sicurezza tra Cina e Isole Salomone, concede a Pechino l’accessomilitare e di polizia in tutto il loro territorio in cambio di assistenza allo sviluppo.

Questo accordo potrebbe essere replicato con altri paesi del Pacifico in difficoltà economiche, come Papua Nuova Guinea e Figi.