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[PIACENZA] La procura arresta i sindacalisti, garantendo il profitto dei padroni della logistica. Il caso Ucsa e Dhl

Riceviamo e pubblichiamo dal giornalista Francesco Floris questo contributo, già disponibile sul suo profilo (vedi qui):

“La Procura di Piacenza che indaga sui sindacati di base nelle carte sembra molto preoccupata dal destino di tale gruppo attivo negli appalti della logistica e che si chiama Ucsa.

Come scrivono loro verrebbe “colpito” più e più volte dai sindacati di base nel magazzino di Castel San Giovanni (PC) come forma di ritorsione per vari motivi, incluso lo scontro in corso in quegli anni fra SI Cobas e Usb.

Questo nome – Ucsa – continuava a dirmi qualcosa ma non ricordavo cosa.

Poi ieri sera è tornata la memoria.

1) Non si sa mai bene di chi si stia parlando perché esiste sia un Consorzio Ucsa che una Ucsa Spa, entrambi fanno logistica e le figure manageriali fanno dentro fuori fra una e l’altra da 20 anni.

2) Ucsa non c’è solo in Emilia Romagna, ma anche in Lombardia.

La Procura di Milano l’ha trovata nell’inchiesta su Dhl dell’anno scorso che ha portato a 21 milioni di euro di sequestro e Dhl che da quest’anno ha deciso di assumere direttamente i lavoratori per non essere commissariata o, come scriveva direttamente la multinazionale tedesca nelle sue slide inviate via mail fra i manager, evitare di correre il “rischio Ceva Logistics”.

Cioè il rischio di fare la fine della prima multinazionale del settore ad essere commissariata nel 2019 per caporalato e reati fiscali nei suoi appalti di Pavia, contestati al Consorizio Premium Net, un’altra delle “fonti” e dei “testimoni” della Procura di Piacenza.

Scrive la Procura di Milano di Ucsa una cosa curiosa: quando è uscita dagli appalti di Dhl ed è entrato un nuovo Consorzio di nome Ids, il capo di quest’ultimo ha cominciato a lamentarsi delle tariffe usate negli appalti, considerate troppo basse per poter lavorare, pagare tutti i lavoratori e onorare il fisco.

Tanto da mandare delle vere e proprie mail disperate in cui si legge che la multinazionale continua a chiedergli sconti e di tagliare le tariffe.

Lo stralcio integrale è questo:”Nel deposito della Dhl di Settala (MI), costituente la causa, secondo Rizzelli, del cospicuo ammontare delle perdite.

In particolare, alla domanda formulata da Tacchinardi se i lavoratori in parola siano in organico al Consorzio/Cooperative, Rizzelli risponde: “no non è mio… mi dispiace… quel personale.

Quel personale è di Dhl e doveva capirlo quando c’era la Ucsa perché quando siamo arrivati lì dentro ho dovuto prenderlo al volo perché c’era un blocco di 12 giorni e stavano perdendo i clienti …”.

Alla specifica richiesta di chiarimenti sul suo subentro nella conduzione dell’appalto alla precedente cooperativa Ucsa, Rizzelli ha testualmente riferito: “… e certo che m’han detto Rizzelli vada avanti che noi ci siamo e sono spariti tutti …”.

La questione della inadeguatezza delle tariffe, in base alle conversazioni intercettate sull’utenza di Rizzelli, trae origine dal subentro negli appalti che la cooperativa Ucsa aveva in essere con Dhl per il sito di Settala.

In particolare, nella conversazione n. 1633 del 25.01.2021 intercettata sull’utenza in uso a Rizzelli e intrattenuta con Domenico Garzone, i due interlocutori sono d’accordo sulla circostanza che Rizzelli avrebbe dovuto fare, in quell’occasione “… un passo indietro …”.

Rizzelli imputa l’errore alle rassicurazioni – “… vai avanti che noi ci siamo…” – che avrebbe ricevuto da altri soggetti.

Dalla successiva risposta di Garzone si percepisce inequivocabilmente che i soggetti cui fa riferimento Rizzelli “… sono spariti tutti …” e aggiunge “ … non è rimasto nessuno di quel gruppo hanno fatto danno e si sono dissolti… Fanno proprio come le truffe, spariscono dietro l’angolo i napoletani”.

Un bel quadretto edificante.

Però i sindacati dovrebbero chiedere permesso e stare seduti a tavola composti.

29 luglio”