Approfondimenti politiciCobasInternazionaleLogistica

[CONTRIBUTO] Guerra in Ucraina, alleanze e competizioni in centro Asia

GUERRA IN UCRAINA,

ALLEANZE E COMPETIZIONI IN CENTRO ASIA

[scheda tratta da Asia Times, 16 sett. ’22, Eurasianet, 15 sett. ’22 – traduzione a cura di G. L.]

Da decenni Cina e Russia si contendono l’influenza in Asia centrale senza scontri diretti, la guerra in Ucraina ha rafforzato la posizione della Cina a riguardo.

Il che, a sua volta, dà all’Uzbekistan e ai paesi vicini maggiore potere contrattuale, ma la loro cooperazione con la Cina dovrà essere gestita in modo da mantenere buoni rapporti anche con la Russia.

SCO [1] è la maggiore organizzazione regionale del mondo, rappresenta circa il 60% della superficie dell’Eurasia, il 40% della popolazione mondiale, e oltre il 30% del PIL globale.

L’Uzbekistan, che quest’anno presiede la SCO, si propone come leader emergente in Eurasia.

Il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) 1 è il primo dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina – guerra che ha aperto delle fratture nel gruppo – e per la prima volta è riunito in Uzbekistan nella città Samarcanda, centro e crocevia commerciale sulla Via della Seta.

È il promotore di due ambiziosi progetti ferroviari internazionali; negli ultimi cinque anni ha avanzato almeno 54 progetti in sede SCO.

Oltre alla funzione di snodo per il trasporto internazionale, il presidente uzbeko Mirziyoyev mira a incentivare la cooperazione regionale, puntando sui comuni interessi.

Anche l’Uzbekistan come gli altri paesi dell’Asia centrale, mira ad incrementare il commercio e la connettività con i paesi vicini per non dipendere eccessivamente dalle grandi potenze.

Oltre che rafforzare il gruppo all’interno l’Uzbeskistan vorrebbe anche allargarlo.

Si prevede che con questo intento i partecipanti al vertice di Samarcanda firmino un memorandum per l’ammissione dell’Iran.

Per l’adesione dell’Afghanistan ci vorrà più tempo, dato che governo del Tagikistan si rifiuta di collaborare con i talebani, come pure altri membri di SCO gruppo sono altrettanto diffidenti.

Intanto l’Uzbekistan ha preparato un Piano globale per l’attuazione del Trattato SCO di buon vicinato, amicizia e cooperazione a lungo termine per il periodo 2023-2027, che impegna i membri a cooperare nei settori industria, investimenti, energia e agricoltura.

Da parte sua, anche la potenza regionale Cina cerca una più stretta cooperazione con i paesi del gruppo, obiettivo non facilitato dagli scontri tra Armenia e Azerbaigian (paesi ospiti del vertice), e dalle scaramucce di confine tra Tagikistan e Kirghizistan (membri di SCO a pieno titolo), dalla disputa di confine tra India e Pakistan, dalla repressione di Pechino contro di musulmani nello Xinjiang…

Ma, secondo Asia Times (16 sett. ’22), il punto di maggiore criticità è la guerra della
Russia in Ucraina.

A fronte dei recenti successi militari dell’Ucraina nella regione di Kharkiv, la Cina dovrà fare un’opera di non facile equilibrismo per mantenere una partnership strategica con la Russia, e al contempo prendere le distanze dai suoi fallimenti militari.

La questione è complicata da un mancato allineamento con la Russia, di alcuni paesi ex Urss dell’Asia centrale.

Un esempio è il Kazakistan che ha dichiarato di accettare le sanzioni anti-
russe e di permettere a UE e Stati Uniti di accedere ai dati sulle operazioni legate alle sanzioni.

Si prevede che al vertice di Samarcanda saranno siglati una trentina di accordi, riguardanti questioni doganali, progetti infrastrutturali congiunti e relazioni economiche.

Occorrono nuove rotte per consentire i flussi commerciali tra Cina e Europa (l’interscambio si aggira sui 75 MD$/anno), molto compromessi sia dall’attacco russo all’Ucraina che dalle conseguenze della pandemia Covid.

La maggior parte di questi flussi commerciali passa attualmente attraverso il Kazakistan e la Russia, il cosiddetto Corridoio Settentrionale, reso impraticabile dalle sanzioni occidentali.

Per evitare la Russia alcune imprese hanno deciso di spedire i loro prodotti attraverso il Mar Caspio.

La posizione geografica dell’Uzbekistan potrebbe offrire una valida alternativa al
Corridoio Settentrionale.

A latere del vertice SCO, Cina, Kirghizistan e Uzbekistan (CKU) hanno firmato un accordo, atteso da tempo, per portare avanti la costruzione di una ferrovia che colleghi i loro Paesi.

L’accordo definisce le condizioni di fattibilità per la tratta kirghisa, l’anello mancante per collegare le ferrovie esistenti in Cina e Uzbekistan, da completare entro la prima metà del 2023 [2].

La ferrovia, 280 chilometri, partendo da Torugart, dove già esiste un collegamento stradale con la Cina, proseguirà verso nord attraverso Arpa e Makmal fino a Jalal-Abad, dove si collegherà alla rete ferroviaria dell’Uzbekistan.

A Makmal c’è una miniera d’oro gestita da una joint venture sino-kirghisa a maggioranza cinese.

Questa ferrovia potrebbe dare il via ad una nuova arteria tra Cina ed Europa (e per
estensione dai paesi dell’Asia Pacifico), il “Corridoio di mezzo”.

Passando per Uzbekistan, Turkmenistan, Iran e Turchia, accorcerebbe di 900 chilometri il percorso delle merci verso l’Europa; portata annuale 7-13 milioni di tonnellate di merci.

Il suo costo, 4,1 MD$, sarà sostenuto da investimenti diretti o da una partnership pubblico-privata.

Anche la Cina dovrà costruire una linea ferroviaria di 160 chilometri per collegarsi con questa nuova tratta.

La ferrovia era stata progettata nel 1997, ma la sua realizzazione venne impedita
dall’opposizione della Russia e dalla difficoltà di concordarne un percorso.

La sua costruzione inizierà nel 2023, come annunciato lo scorso maggio dal presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov.

La nuova rotta porterà posti di lavoro, entrate finanziarie per i pedaggi e commercio.

Dopo la morte del dittatore Islam Karimov nel 2016, l’attuale presidente uzbeko, Mirziyoyev, attuò riforme e migliorò le relazioni con l’Occidente.

Per questo può contare ora sull’appoggio di investitori e organizzazioni finanziarie internazionali.

Essendo la linea est-ovest praticamente bloccata, il presidente uzbeko Mirziyoyev può approfittare del vertice di Samarcanda per promuovere un altro corridoio eurasiatico nord-sud.

Tra le priorità di Mirziyoyev il progetto di un collegamento tra l’Uzbekistan e i porti del Pakistan, passando per l’Afghanistan.

Questo consentirebbe a Uzbekistan e Afghanistan, privi di sbocco sul mare, di accedere al Mar Arabico, e servirebbe alla Cina per trasformare il porto
pakistano di Gwadar in un centro di smistamento marittimo e contribuirebbe a far entrare l’Afghanistan nella SCO. Questo nuovo percorso ridurrebbe giorni il tempo necessario per trasportare le merci dall’Uzbekistan all’Afghanistan da circa 35 a soli quattro.

Il governo uzbeko ha già chiesto alla Banca Mondiale un aiuto finanziario per il progetto.

Note:

1] Gli attuali paesi membri di SCO sono 10: Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan, India, Pakistan, Iran, Bielorussia
(adesione 16 sett. 2022). Cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Shanghai_Cooperation_Organisation#Member_states

2] Da Osservatorio globalizzazione, 9.sett. 2022 … il Middle Corridor viene progressivamente riconosciuto come la principale rotta alternativa per il trasporto terrestre sino-europeo. Ufficialmente noto come Trans-Caspian International Transport Route (TITR), il Middle Corridor collega la Cina all’Europa orientale e occidentale attraverso il Kazakistan, il Mar Caspio, l’Azerbaigian e la Georgia, e da lì attraverso il Mar Nero o la Turchia. Questa rotta multilaterale e multimodale sembra possedere il potenziale per offrire un’alternativa al Corridoio Settentrionale per i collegamenti commerciali terrestri, senza tuttavia sostituirla in qualità di rotta più praticabile per il commercio transcontinentale.