FACCIAMO “PIAZZA PULITA” DALLE MENZOGNE!
Siamo costretti ad esprimerci pubblicamente circa il servizio di Piazza Pulita andato in onda l’altra sera sul tema ormai centrale nel dibattito politico: il reddito di cittadinanza.
Nei giorni precedenti siamo stati “bombardati” da diverse telefonate di numerosi giornalisti (la gran parte dei quali ringraziamo come lavoratori e lavoratrici per il supporto quotidianamente messo a disposizione per dare visibilità alle nostre iniziative di lotta) per recuperare in fretta e furia interviste a singoli disoccupati/e e famiglie disponibili a raccontare la loro condizioni di precarietà e la funzione che ha avuto il Reddito di Cittadinanza sulle proprie condizioni materiali.
Da anni e mesi dinanzi a queste richieste abbiamo sempre precisato che, in quanto movimento di lotta, saremmo stati disponibili ad essere intervistati ed intervenire senza però voler far parte di “format” già predefiniti dove le voci dei disoccupati/e vengono puntualmente tagliate ed inserite in servizi televisivi funzionali a raccontare storie strappalacrime o peggio affiancate ai soliti imprenditori che piangono perché non troverebbero lavoratori a causa del Reddito di Cittadinanza.
Sostanzialmente per due motivi: in primis siamo un movimento di lotta che non vuole prestarsi ad una narrazione che rappresenta i proletari come poveracci da aiutare e non come organizzati nella lotta, in secondo luogo perché non vogliamo contribuire al rafforzamento della falsa storia dei poveri imprenditori che non trovano lavoratori a causa del Reddito.
Purtroppo, come in altre occasioni, questa volta Piazza Pulita ha esattamente prodotto questo format nonostante le nostre precisazioni.
Ancora peggio utilizzando le foto dei nostri striscioni, pezzi di interviste ad alcuni dei nostri appiccicate ad altre producendo una visione distorta finalizzata ad avvalorare esattamente quella narrazione e quel format che vogliamo combattere.
Insomma strumentalizzando la nostra lotta, rappresentandola esattamente per il contrario di quella che rappresenta da 8 anni in città e su cui chiediamo assolutamente rispetto e vera comunicazione pubblica.
L’attacco al (misero) reddito di cittadinanza, che ha garantito le fortune elettorali della destra presso i settori della piccola e media borghesia reazionaria e schiavista, rappresenta solo la punta dell’iceberg di una vera e propria dichiarazione di guerra ai proletari, la quale, in assenza di un’opposizione di classe che sia all’altezza del terreno di scontro, sarà solo l’antipasto di un attacco generalizzato ai salari e ai residui vincoli imposti dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) e porterà a una ulteriore precarizzazione, nei fatti alla legalizzazione dei salari da fame a 4-5 euro l’ora.
Oggi la manovra del Governo regala qualche migliaio di euro con la Flat Tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone levandogli 500 euro al mese.
Pensare che la priorità economica e sociale è l’attacco al reddito di cittadinanza in un paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro (un lavoratore su 4 guadagna meno del reddito) dimostra chiaramente una visione di classista.
Un attacco palese ma che cresce nel tempo anche da parte di altre forze politiche come dimostra il taglio già esistente per chi ha scontato anche solo una condanna negli ultimi 10 anni.
Il tentativo di contrapporre “occupabili e non occupabili”, “lavoratori e disoccupati” per alimentare la guerra tra poveri è evidente.
Gli “occupabili” a cui il Governo promette di togliere il sussidio nel prossimo anno, dandogli diritto ad 8 mesi invece che 12 per poi eliminarlo definitivamente a fine 2023, sono circa 650mila persone.
Per lo più parliamo di over 50enni con bassa scolarizzazione e quindi forza lavoro ricattabile ai quali i padroni “offrono” salari da fame per lavori senza tutele. L’obiettivo è l’accettazione di qualsiasi condizione di lavoro.
Noi lottiamo per un lavoro socialmente necessario, per un piano straordinario di lavori pubblici utili allacollettività che inizia dalla messa in sicurezza dei territori fino ad un piano di bonifiche, contrasto agli sversamenti illeciti e roghi, passando per il potenziamento dei servizi sociali smantellati negli ultimi decenni.
Siamo per un lavoro utile o il salario garantito!Basterebbe fare una domanda: come è possibile che si continua a parlare di “fannulloni” mentre disoccupati di lunga durata come noi che si organizzano e rivendicano il lavoro piuttosto che ricevere risposte dalle Istituzioni ricevono repressione e chiacchiere?
Come successo per la manifestazione di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici a Napoli il 5 Novembre o a Roma il 3 Dicembre, cala un silenzio infame della stampa e delle televisioni.
Nel frattempo per una decina di sostenitori dell’invio delle armi in Ucraina centinaia di titoloni di giornali e lo spazio per i servizi televisivi per proseguire un infame guerra tra poveri è infinito.
Ma anche l’informazione è in mano ai padroni.
Anche in questo caso è una questione di classe.
Movimento disoccupati “7 Novembre”
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UNA MAREA DI PROLETARI A ROMA
Una manifestazione imponente insieme ai nostri compagni di classe: dalle lotte quotidiane all’unità di classe generalizzata, contro la guerra ed i suoi costi sociali, per il salario garantito a lavoratori e disoccupati.
p.s. I 4 disoccupati che sono stati identificati per l’azione contro l’attacco al reddito per il salario garantito sono tornati nello spezzone ed il corteo si è concluso ora a Piazza San Giovanni.
3 dicembre
Movimento disoccupati “7 Novembre”
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SCIOPERO GENERALE:
NAPOLI, OCCUPATO L’ISPETTORATO REGIONALE DEL LAVORO
E LA DISLOCAZIONE DEL MINISTERO DEL LAVORO!
Disoccupati e lavoratori: giù le mani dal Reddito di Cittadinanza vogliamo Lavoro o Salario Garantito!
2 dicembre
Movimento disoccupati “7 Novembre”
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Oggi la nostra bandiera era fuori al Carcere di Poggioreale, sostenendo la battaglia di chi è in sciopero della fame contro il 41bis e le condizioni carcerarie dei detenuti/e.
La nostra lotta è quella per una nuova società!
1 dicembre
Movimento disoccupati “7 Novembre”
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INIZIATIVA DI LOTTA AI CENTRI PER L’IMPIEGO.
Centinaia di disoccupati e disoccupate al centro per l’impiego di Via Raimondi mentre una delegazione è a San Giacomo al Comune per incontrare il Sindaco di Napoli sulla vertenza ed in generale sulla situazione drammatica della città.
Nel frattempo altre iniziative significative al centro per l’impiego sulle risorse del PNRR e dei GOL per la formazione e contro l’infame attacco al reddito di cittadinanza.
Vogliamo piani di formazione e inserimento al lavoro socialmente necessario.
Movimento disoccupati “7 Novembre”
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Siamo stati informati da poco che oggi Mattarella e Meloni non parteciperanno alla prima del Teatro San Carlo dove saremmo andati per portare un poco di realtà proletaria della città, per dimostrare la nostra contrarietà (come abbiamo fatto con tutti i governi) ad una manovra finanziaria che regala migliaia di euro con la Flat Tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone levandogli 500 euro al mese, che ritiene che la priorità economica e sociale sia l’attacco al reddito di cittadinanza in un paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro (un lavoratore su 4 guadagna meno del reddito), che tenta di contrapporre “occupabili e non occupabili”, “lavoratori e disoccupati” per alimentare la guerra tra poveri.
Avremmo chiaramente portato le questioni della nostra vertenza per cui lottiamo, per un lavoro socialmente necessario, per un piano straordinario di lavori pubblici utili alla collettività che inizia dalla messa in sicurezza dei territori fino ad un piano di bonifiche, contrasto agli sversamenti illeciti e roghi, passando per il potenziamento dei servizi sociali smantellati negli ultimi decenni.
“Fannulloni” sono i disoccupati di lunga durata (percettori e non) come noi che si organizzano e rivendicano il lavoro piuttosto che ricevere risposte dalle Istituzioni ricevono repressione e chiacchiere?
“Fannulloni” che pensano che questi soldi vadano presi dalle spese militari, dalle basi militari di morte, dagli extraprofitti miliardari, dai super manager e super stipendi, dalla grande evasione fiscale, dai finanziamenti a grandi opere inutili e dannose.
La nostra mobilitazione va ben oltre la contestazione di un giorno, per cui sarà per la prossima volta.
Per il movimento dei disoccupati/e ricordiamo che la prossima scadenza, nelle modalità che verranno comunicate, sarà Lunedì.
26 novembre
Movimento disoccupati “7 Novembre”