Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Quando sentiamo esponenti dei governi o delle istituzioni parlare di “diritti umani”, il nostro traduttore simultaneo ci dà: diritti dell’imperialismo occidentale. O, per essere più precisi: il diritto dei paesi occidentali, primatisti nella storia del mondo nello sfruttamento, nell’oppressione, nelle vessazioni, nelle discriminazioni e nel genocidio degli esseri umani del mondo, ad ergersi a paladini del rispetto degli esseri umani (e, nel caso anche della natura) nei paesi concorrenti o, in qualche misura, recalcitranti al loro dominio.
Ma dài! I soliti estremisti, ideologici, prevenuti, schematici eccetera eccetera.
Fatto sta che, come potete vedere dal programma riprodotto qui sotto per gli increduli (in alternativa, clicca qui), i non schematici, i non estremisti, i non ideologici, i non prevenuti, a Venezia, all’università Ca’ Foscari, ieri 12 e oggi 13 dicembre doveva tenersi una Conferenza internazionale sui “processi di pace nel mondo” e la promozione nientepopodimenoche dei “diritti globali”. Bene. Uno dei tre principali sponsor dell’”evento” – e che evento!, “esperti” di mezzo mondo a consulto – era Fight Impunity, la ong presieduta da tale Pier Antonio Panzeri, ex-deputato europeo Pd, ex-dirigente della Cgil… Chi? Quello arrestato come componente di una gang incaricata di ripulire dal sangue l’immagine del Qatar, nascondendo i 6.500 lavoratori morti nei lavori per il mondiale di calcio e le altre infinite violazioni dei “diritti globali” avvenute e tuttora in corso in Qatar? Esatto. Proprio lui, una delle figure chiave dello “scandalo” che ha portato agli arresti la vice-presidente del Parlamento europeo, la socialista Eva Kaili, lo stesso Panzeri e – guarda te la coincidenza – anche un altro dei relatori della conferenza “umanitaria” di Venezia, tale Luca Visentini, presidente dell’ITUC (International Trade Union Confederation), a cui aderiscono Cgil-Cisl-Uil.
L’ong Fight Impunity era un perno di questa Conferenza, non semplicemente uno sponsor; Panzeri era l’unico tra i partecipanti che interveniva in due distinti momenti della Conferenza, più altri esponenti della sua associazione per delinquere al soldo del Qatar (solo del Qatar?). Il senso reale dell’iniziativa era rivendicare il ruolo dei paesi europei, delle istituzioni europee, delle università europee, nelle figure dei loro governi, e dei loro intermediari di affari Panzeri, Kaili, Visentini, Figà Talamanca (ci torniamo dopo), etc., a esaminare l’operato di Russia, Turchia, Iran, etc. per poter legittimare sanzioni economiche, giudiziarie e morali nei loro confronti utili ad imbellettare il volto ormai sempre più impresentabile dei killer professionali del vecchio e nuovo colonialismo.
Un po’ difficile parlare di mele marce come “eccezione” quando si tratta dei co-promotori della Conferenza. E così gli sfortunati paladini dell’iniziativa internazionale non hanno potuto far altro che sospenderla. Una figuraccia epocale per un’ateneo che pretende seguire le orme del vero proto-umanista Marco Polo, stendendo tappeti rossi sotto i piedi di generali e consulenti della NATO, e di ong specializzate nella copertura dei delitti commessi contro i proletari asiatici e medio-orientali spediti all’altro mondo o astretti nei cantieri-lager come i vecchi coolies di un secolo e mezzo fa, dai facoltosi regnanti del Golfo, “nostri” amici da sempre, ora anche amici della Russia e della Cina.
A proposito, a proposito di ong (mai furono viste organizzazioni più governative della stragrande maggioranza delle ong). Fight Impunity di Panzeri è sbattuta in prima visione un po’ dovunque, mentre l’altra ong italiana pienamente coinvolta, No peace without justice (i nomi li sanno scegliere), fondata dai radicali e facente capo alla Bonino, uno dei personaggi più loschi del losco paesaggio politico-parlamentare italiano, sembra quasi scomparsa. Eppure uno degli arrestati, Nicolò Figà Talamanca, era il suo segretario generale, mica l’usciere. Potenza del sionismo! Visibile anche in un altro piccolo particolare della Conferenza: nel suo mega-programma spiccava l’assenza della guerra in Palestina che insanguina quella terra da 75 anni! Tutte le “minoranze”, tutti i “popoli” appaiono formalmente degni di tutela da parte dei carnefici europei travestiti da pacifisti salvo uno: i palestinesi. Ed ecco che un gruppo di amici e di amiche della causa palestinese aveva preparato un testo di protesta e lo avrebbe diffuso, se questa magnifica Conferenza si fosse tenuta. Essendo stata in tutta fretta nottetempo annullata, ne riproduciamo qui un passaggio:
“la conferenza “Fermate la guerra, vogliamo scendere” – titolo maldestramente faceto – che pretende di fare il punto sui processi di pace nel mondo (Irlanda, Colombia, Paesi Baschi, Turchia, Kurdistan) registra una grave mancanza, una clamorosa omissione che vogliamo qui smascherare perché i diritti umani in Palestina sono negati e minacciati anche dal silenzio delle istituzioni governative e culturali, dalla censura della stampa/tv nazionali e dall’acquiescenza dei politici.
“Nei Territori occupati si assiste a una carneficina quotidiana: dall’ inizio del 2022 si contano ad oggi più di 212 uccisioni di palestinesi, più di 160 nei territori della Cisgiordania e 52 nella striscia di Gaza e tutti giovani ragazzi o bambini. I Diritti umani di donne, uomini, anziani, malati, paramedici e giornalisti palestinesi vengono violati ogni giorno dalle leggi discriminatorie del governo occupante, dai soprusi dei coloni e dall’impunità dei militari israeliani. Demolizioni, espropri, deportazioni, arresti e torture sono quotidianità per i palestinesi.
“La condizione dei Diritti umani in Palestina è drammatica non solo a causa di una occupazione illegale che dura da decenni, ma grazie a un efferato regime di apartheid e razzismo che impedisce qualsiasi soluzione di pace. Anzi, dato il nuovo assetto politico di Israele, la situazione non potrà che peggiorare. La destra al potere in Israele è formata da partiti religiosi ultranazionalistici quali Sionismo Religioso, Potere Ebraico e Noam il cui padre spirituale è il rabbino Dov Lior, sostenitore della pulizia etnica dei palestinesi musulmani.
“Ogni qual volta, deliberatamente, si decide di non parlare, di non informare, o ignorare le violazioni dei diritti umani, la brutalità della guerra, le ingiustizie ci si rende complici. Inutile ribadire che questo vale per il Kurdistan, per l’Iran come per la Palestina.
“Fermate TUTTE le guerre, prima di scendere…”
Ma un “rischio” del genere, con gentaglia del genere, è il solo che non corriamo.