In centinaia fuori al Tribunale di Novara:
giustizia per Adil!
Stamattina, dopo lo sciopero fuori ai cancelli Lidl di Biandrate, tanti lavoratori e solidali sono accorsi in presidio fuori al Tribunale di Novara per denunciare i due pesi e due misure di uno Stato che reprime e perseguita in maniera spietata le lotte proletarie e al contempo derubrica a semplice “omicidio stradale” l’uccisione di un sindacalista investito da un tir guidato da un crumiro che ha volontariamente forzato un picchetto.
D’altra parte, come più volte sottolineato in vari interventi, con la nostra presenza in piazza oggi non ci siamo limitati a puntare il dito contro l’esecutore materiale dell’omicidio di Adil, bensì più in generale contro il sistema di sfruttamento che alimenta gli omicidi, le morti sul lavoro, la criminalità e le guerre imperialiste.
Adil è vivo e lotta insieme a noi!
20 gennaio,
SI Cobas
… qui il servizio del Tg3 Piemonte:
LA NOSTRA GIUSTIZIA NON È LA LORO
In questo paese se alzi la testa contro le ingiustizie, lo sfruttamento dentro e fuori i luoghi di lavoro, la devastazione ambientale, i profitti di pochi vieni colpito da un arsenale repressivo fatto di condanne, misure di sorveglianza, processi.
Se sei un anarchico che non collabora e non perde la sua coscienza rivoluzionaria vieni torturano in 41bis.
Ma in questo paese se sei un padrone e uccidi un’operaia perché hai manomesso un macchinario per fare più profitti ti becchi 2 anni con la condizionale.
Se sei un manager e fai bruciare vivi 7 operai per risparmiare sulla sicurezza ti danno 9 anni per omicidio colposo, ma dopo 3 anni sei fuori in affidamento ai servizi sociali.
Se sei un amministratore delegato e sei responsabile di una strage ferroviaria in cui muoiono 32 persone ti prendi una condanna di 5 anni.
In questo paese se sei un crumiro che in nome del profitto uccide un sindacalista ed un lavoratore mentre sciopera, tutto viene derubricato ad incidente stradale.
Oggi non potevamo essere con i nostri compagni/e che in centinaia sono andati fuori al Tribunale di Novara: giustizia per Adil dopo lo sciopero fuori ai cancelli Lidl di Biandrate.
Tanti lavoratori e solidali sono accorsi in presidio fuori al Tribunale di Novara per denunciare i due pesi e due misure di uno Stato che reprime e perseguita in maniera spietata le lotte proletarie e al contempo derubrica a semplice “omicidio stradale” l’uccisione di un sindacalista investito da un tir guidato da un crumiro che ha volontariamente forzato un picchetto.
L’esecutore materiale dell’omicidio di Adil è figlio di un sistema di sfruttamento che alimenta gli omicidi, le morti sul lavoro, la criminalità e le guerre imperialiste.
Adil è vivo e lotta insieme a noi!
20 gennaio,
Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”
PRESIDIO
VENERDÌ 20 H 9.30
TRIBUNALE NOVARA
PRIMA UDIENZA PROCESSO OMICIDIO ADIL BELAKHDIM,
UCCISO DURANTE UNO SCIOPERO.
GIUSTIZIA PER ADIL!
MAI PIU’ OMICIDI DI LAVORATORI E SINDACALISTI
Venerdì mattina nelle aule del Tribunale di Novara inizia il processo ad Alessio Spaziano, il camionista che il 18 giugno 2021 ha ucciso Adil Belakhdim davanti al magazzino Lidl di Biandrate durante uno sciopero nazionale della logistica.
Saremo fuori al tribunale a manifestare la nostra rabbia per l’uccisione del compagno Adil e per denunciare che il suo brutale assassinio sia stato derubricato a semplice ‘omicidio stradale’, come se si fosse trattato di un incidente, di un investimento avvenuto per errore, quando invece quel giorno Spaziano aveva già minacciato nervosamente gli scioperanti poco prima di lanciarsi a folle velocità sul picchetto da un’uscita presa in contromano.
Nelle ore immediatamente successive all’assassino di Adil, tutte le principali cariche istituzionali bello Stato, i vertici sindacali di Cgil-Cisl-Uil e delle stesse associazioni padronali si affrettarono ad esprimere il loro cordoglio a mezzo stampa per quanto avvenuto.
Si trattava di un cordoglio ipocrita ed opportunista, se è vero che a distanza di un anno e mezzo nulla è cambiato, anzi: le ragioni per cui Adil e i lavoratori il 18 giugno del 2021 erano fuori a quei cancelli si sono addirittura inasprite ed aggravate.
– Con l’inflazione alle stelle e il caro-vita, i salari sono sempre più da fame e milioni di lavoratori sono costretti a condizioni di precarietà e di supersfruttamento.
– Con la guerra e l’economia di guerra, si tagliano miliardi ai salari e alla spesa sociale per destinarli alle spese militari.
– Il nuovo governo Meloni, dopo aver giurato fedeltà alla Nato e al grande capitale, sta scatenando una vera e propria guerra interna contro i disoccupati, i precari e i lavoratori poveri, cancellando il reddito di cittadinanza per finanziare la corsa agli armamenti e costringere milioni di proletari ad accettare condizioni di lavoro al nero o sottopagato, nel mentre i profitti dei padroni vengono detassati.
– Continua la mattanza dei morti sul lavoro, circa 4 al giorno nel silenzio complice delle istituzioni e dei padroni che quotidianamente sacrificano la sicurezza sull’altare dei profitti.
– Prosegue senza sosta l’ondata repressiva contro gli scioperi, i picchetti operai e le lotte sociali: dopo il maldestro tentativo (per ora fallito) della procura di Piacenza di mettere fuorilegge il SI Cobas e di incarcerare i suoi dirigenti per gli scioperi nella logistica, continuano a piovere ogni giorno sulla testa dei lavoratori e dei sindacalisti centinaia di denunce, indagini e misure amministrative; a Milano i sindacalisti che nel 2020 avevano denunciato le aggressioni compiute con spranghe e pistole taser da bande di crumiri e bodyguards private fuori ai cancelli di Zampieri a seguito dei licenziamenti avvenuti alle Fedex-Tnt, oltre al danno di vedersi archiviare le denunce da qualche PM amico dei padroni, devono assistere alla beffa di essere indagati e imputati proprio per quegli scioperi in cui furono vittime di aggressione; a febbraio prenderà il via a Modena il maxiprocesso per gli scioperi in Italpizza del 2018-2019, che vede imputati circa settanta tra lavoratrici, lavoratori e operatori sindacali, colpevoli di aver “osato” sfidare con gli scioperi l’arroganza dei padroni che si rifiutavano di rispettare i contratti collettivi nazionali di lavoro; a Napoli i disoccupati dei movimenti “7 novembre” e “167 Scampia” sono oggetto di denunce, avvisi orali e provvedimenti amministrativi quasi ogni volta che scendono in piazza a lottare per un lavoro stabile e a salario pieno…
Dunque, l’omicidio di Adil grida ancora vendetta: non solo per il singolo episodio in cui è maturato e nei confronti del suo esecutore materiale, bensì per l’aggravarsi di quel sistema di sfruttamento, di oppressione, di repressione e di morte contro il quale Adil stava scioperando la mattina del 18 giugno 2021.
È importante essere a Novara per ricordare a tutti in che contesto è avvenuto questo ‘omicidio stradale’, per gridare che mettere lavoratori contro altri lavoratori, spingere gli autisti a forzare i picchetti, mandare i crumiri ad aggredire gli scioperanti con il supporto di picchiatori esterni e polizia, sono le pratiche criminali con cui i padroni continuano a reprimere gli scioperi degli operai che si battono per i loro diritti.
Se la scure dei giudici e dei tribunali si abbatte su chi si organizza, con l’uso del reato associativo contro gli scioperi e le mobilitazioni sindacali, le occupazioni delle case sfitte, le lotte dei disoccupati e in contesto in cui vi sono compagni sepolti vivi e torturati col 41 bis come nel caso di Alfredo Cospito, o con anni di galera, fogli di via, avvisi orali, sorveglianze speciali, misure cautelari distribuite come caramelle, allora anche un’aula di tribunale nel processo per l’omicidio di un sindacalista deve diventare un terreno di battaglia tanto quanto i piazzali delle fabbriche e dei magazzini.
Mai più lavoratori mandati ad aggredire e uccidere altri proletari!
Giustizia per Adil
e per tutti i proletari massacrati dal capitale!
Venerdì 20 gennaio presidio ore 9,30
fuori al Tribunale di Novara
via Baluardo La Marmora 17
Si invitano tutti i lavoratori e i solidali alla massima partecipazione!
12 gennaio,
SI Cobas