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[CONTRIBUTO] Mestre: un’assemblea molto riuscita

Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

Mestre: un’assemblea molto riuscita

Nel presentarla avevamo usato un’espressione inusuale per noi, dal sapore quasi pubblicitario: “una assemblea da non perdere”. In realtà tale è stata – ci dispiace per gli assenti involontari, e per quelli che hanno cercato, invano, di boicottarla.

Del resto, la partecipazione di Mohamed Arafat e Alessandro Zadra per il SI Cobas, di Eddy Sorge per il Movimento per il lavoro 7 novembre di Napoli, protagonisti di prima fila delle lotte operaie nella logistica e delle lotte dei disoccupati e precari napoletani, era già in partenza un’ottima garanzia. Necessaria, ma non sufficiente allo svolgimento di un incontro teso e partecipato (poco meno di 100 presenti) che è stato tale anche per merito di un uditorio, in larga parte composto da giovani, attento a sottolineare con caldi, caldissimi applausi, i passaggi più forti degli interventi. Tra i presenti alcuni lavoratori immigrati del Bangla Desh e il presidente della comunità bengalese, il segretario dell’SGB, amici e amiche della causa palestinese, compagne brasiliane, compagni di Voci operaie.

Come è noto, nel contesto europeo (e internazionale) l’Italia si distingue tuttora in negativo per una pace sociale rotta quasi esclusivamente, purtroppo, dagli scioperi nella logistica e nei trasporti. Il territorio del Nord Est non fa certo eccezione, colpito com’è stato da una deindustrializzazione radicale, in particolare nel polo di Marghera – dove l’ultimo rilevante sciopero operaio è avvenuto dieci anni fa alla Fincantieri, contro la ristrutturazione degli orari di lavoro. Perciò organizzare a Mestre un incontro su “lotte operaie e sociali, repressione padronale e statale” era una piccola sfida lanciata in un ambiente piuttosto freddo. Tuttavia il Comitato permanente contro le guerre e il razzismo, la Tir, il Fgc e il Fc hanno deciso di lanciarla per far arrivare anche in un’area territoriale ammorbata da decenni da finte ‘battaglie’ fumogene, la voce di lotte vere esposte con parole vere.

Per il Comitato permanente e la Tir questa assemblea è parte di un trittico di iniziative pubbliche che ha preso il via il 18 marzo scorso con un incontro sulla guerra in Ucraina e la tendenza generale alla guerra con Sandro Moiso, e si concluderà il prossimo 22 aprile con una nuova assemblea sulla catastrofe ecologica in corso con Pasquale Cordua.

L’assemblea di ieri ha mostrato in che modo la macchina della repressione statale e padronale ha agito negli scorsi anni e agisce oggi per intimidire e colpire gli scioperi, i picchetti, le dimostrazioni di massa. Ma tutto è stata fuorché un lamento sulla malvagità delle istituzioni, dal momento che in pressoché tutti gli interventi è emerso come le istituzioni dello stato sono organicamente al servizio delle necessità padronali. L’assemblea, semmai, è servita a ricordare il valore fondamentale, decisivo delle lotte, dell’auto-organizzazione, dell’organizzazione delle lotte economiche e politiche sia per difendersi dagli attacchi della classe capitalistica, sia per affermare le esigenze irrinunciabili della classe lavoratrice, immediate e di prospettiva. Attraverso le lotte – ha sottolineato Arafat – abbiamo fatto cadere le barriere nazionali tra i lavoratori, la diffidenza tra lavoratori autoctoni e immigrati, dimostrando che i proletari immigrati possono porsi e si sono posti nella logistica (e non solo) all’avanguardia del movimento della classe. Attraverso le lotte abbiamo costruito il SI Cobas come sindacato che unisce alcune decine di migliaia di lavoratori di tante nazionalità diverse, un sindacato internazionalista, ottenendo importanti miglioramenti nelle condizioni salariali e di lavoro, imponendo il rispetto della dignità dei lavoratori, e facendo fronte ai colpi periodici delle forze della repressione. Ci siamo battuti – ha rivendicato Alessandro Zadra – contro multinazionali giganti estere (FedEx) e italiane (Sda), dovendo fronteggiare polizia, magistratura, mazzieri e tentativi legali di annullare la nostra forza, a cui abbiamo risposto con l’unità delle nostre file (“chi tocca uno, tocca tutti”). Né ci siamo limitati alle sole rivendicazioni sindacali, come dimostra l’impegno contro i decreti Salvini e contro l’intera legislazione in materia di immigrazione, l’indicazione di astenersi dal lavoro per 15 giorni in occasione dello scoppio della pandemia per imporre misure a tutela della salute dei lavoratori, la mobilitazione del 2 e del 3 dicembre scorso contro la guerra in Ucraina. Tanto Arafat che Zadra hanno ricordato la proiezione internazionale e internazionalista del SI Cobas confermata da ultimo con lo sciopero di martedì 28 marzo a sostegno della lotta dei lavoratori francesi contro la riforma Macron. Attraverso le lotte, ha ribadito Eddy Sorge del Movimento 7 novembre, siamo riusciti ad aggregare centinaia di quei proletari e di quelle proletarie che, stando alle regole del mercato e del clientelismo camorristico, dovrebbero andare incontro all’amaro destino di precarietà e povertà riservato a tantissimi, specie al Sud, chinando la schiena davanti ai potenti. Con l’energia collettiva raccolta lottando, siamo andati invece nelle piazze e davanti alle sedi del potere centrale e locale con la schiena diritta, fieri di rivendicare per noi e i nostri cari, per tutti, “il pane e anche le rose”. Attraverso le lotte è cresciuta la coscienza di classe delle proletarie e dei proletari coinvolti per l’esperienza che si è dovuta fare della macchina repressiva dello stato (capace di imputare il 7 novembre di associazione a delinquere), e abbiamo imparato a sollevare le grandi questioni di fondo con cui questo conflitto sta impattando: la riduzione generale e drastica degli orari di lavoro, il salario garantito ai disoccupati, l’economia di guerra che impone di tagliare il reddito di cittadinanza, la spesa per la salute, le spese sociali, per garantire l’aumento delle spese militari.

La tematica della guerra in Ucraina e della tendenza alla guerra su scala globale ha fatto da cornice ai lavori dell’assemblea dall’inizio alla fine con un inequivoco schieramento contro “il nemico principale che è in casa nostra”, il “nostro” governo, il governo Meloni, oggi, senza fare però concessioni al fronte avverso, anch’esso anti-proletario. Negli interventi del Comitato permanente contro le guerre e il razzismo (Antonio, Marco) è stata sottolineata anche la dimensione ideologica della guerra, l’estrema pericolosità del nazionalismo e della propaganda bellicista contro il nemico ‘esterno’. Un tema – quello del livello ideologico e culturale della lotta anti-borghese – toccato anche da una compagna che ha sollecitato gli studenti presenti ad incorporare nella loro azione la denuncia delle menzogne contenute nei libri di testo su Israele e Palestina, assumendo in generale come proprio compito la critica dei contenuti che la scuola e l’università di classe infondono nei loro cervelli. Gli interventi di Angelo del Fgc e di Giaime del Fc hanno invece, rispettivamente, sottolineato con forza la prospettiva del fronte unico di classe contro i padroni e il governo, e la necessità di porre la questione dell’organizzazione politica di partito.

Il telegrafico intervento finale di un compagno della Tir, senza ripetere quanto detto così bene dai relatori e dagli interventi (tra gli altri quello, acuto, di un giovane del collettivo Sumud), si è limitato a richiamare l’attenzione sul fatto che la guerra in Ucraina segna un punto di svolta nella crisi complessiva del sistema sociale capitalistico e chiama tutti ad essere all’altezza dei grandissimi sconvolgimenti in arrivo. E ha annunciato il rilancio del percorso di mobilitazione internazionalista contro la guerra avviato con il convegno del 16 ottobre a Roma.

All’assemblea, durata due ore e mezzo abbondanti senza chiacchiericci, ha fatto seguito una cena sociale all’insegna di una solidale allegria da (piccola) “missione compiuta” – il provento raccolto da tutti gli organizzatori andrà a sostegno delle casse di resistenza del Movimento 7 novembre e del SI Cobas.


Dalla Francia e dalla Grecia ci arrivano in questi giorni segnali chiari e forti di risveglio della grande massa dei lavoratori, scesi in lotta – e che lotta! – contro i loro governi, le spese militari, i tagli alla spesa sociale.

In Italia segnali importanti di risveglio dei lavoratori sono venuti, negli ultimi anni e negli ultimi tempi, dalle lotte dei facchini e dei driver immigrati organizzati con il SI Cobas contro le multinazionali della logistica, e dai disoccupati organizzati di Napoli del Movimento 7 novembre. Queste lotte hanno conquistato grandi miglioramenti dei salari e degli orari di lavoro nei magazzini, e sbocchi di formazione e lavoro a Napoli. E hanno avuto il merito di porre questioni generali come il no alla guerra e all’economia di guerra, il no alla precarietà e al carovita, e denunciare le politiche razziste di guerra agli immigrati. Da queste lotte è partito anche un caldo appello agli studenti, ai giovani ambientalisti, al sindacalismo di base, alla massa delle sfruttate e degli sfruttati per dare vita a un fronte di classe unitario contro il padronato, il governo Meloni, le decisioni di UE e Nato.

Per far ascoltare dal vivo il messaggio di queste lotte, contro cui si sta accanendo la repressione padronale e statale, abbiamo invitato a parlarne il 1° aprile, alcuni protagonisti: Mohamed Arafat e Alessandro Zadra del SI Cobas, Eddy Sorge del Movimento di lotta per il lavoro 7 novembre. Saranno proiettati dei brevi video. Vi aspettiamo!

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From France and Greece we are receiving in these days clear and strong signals of the awakening of the great mass of workers, who have taken to the streets to fight – and what a fight! – against their governments, military spending, and cuts in social spending.

In Italy important signals of workers’ awakening have come, in recent years and in recent times, from the struggles of the porters and immigrant drivers members of SI Cobas against the logistics multinationals, and from the organised unemployed people in Naples of the Movimento 7 novembre. These struggles have won major improvements in wages and working hours in warehouses, and training and employment opportunities in Naples. Moreover, these struggles must be credited with the raising of general issues such as the rejection of war and the war economy, that of precarious work and high cost of living, and the denounce of racist policies waging war on immigrants. From these struggles also came a warm appeal to students, young environmentalists, grassroots trade unionism, and the mass of the exploited men and women to create a united class front against the bosses, the Meloni government, and EU and NATO decisions.

In order to make the message of these struggles, against which the repression of both the bosses and the state is raging, heard live, we have invited some of their protagonists to speak about them on 1st April: Mohamed Arafat and Alessandro Zadra of SI Cobas, Eddy Sorge of Movimento di lotta per il lavoro 7 novembre. Short videos will be shown. We look forward to seeing you!

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Ces derniers jours, en France et en Grèce, nous recevons des signaux clairs et forts du réveil de la grande masse des travailleurs, qui se sont engagés dans la lutte – et quelle lutte ! – contre leurs gouvernements, les dépenses militaires, la coupe des dépenses sociales.

En Italie, pendant ces dernières années et ces derniers temps, des signes importants de réveil des travailleurs sont venus des luttes des porteurs et des chauffeurs immigrés, organisées avec le SI Cobas contre les multinationales de la logistique, et des chômeurs de Naples organisés dans le Mouvement du 7 novembre. Ces luttes ont permis d’obtenir de grandes améliorations dans les salaires et les heures de travail dans les entrepôts, ainsi que des opportunités de formation et d’emploi à Naples. Et ils ont eu le mérite de poser des questions générales comme dire non à la guerre et à l’économie de guerre, dire non à la précarité et à la vie chère et dénoncer les politiques de guerre racistes contre les immigrés. Ces luttes ont également lancé un chaleureux appel aux étudiants, aux jeunes écologistes, au syndicalisme de base, à la masse des hommes et des femmes exploités pour donner vie à un front de classe uni contre les patrons, le gouvernement Meloni, les décisions de l’UE et de l’OTAN.

Pour faire entendre en direct le message de ces luttes contre lesquelles sévit la répression des patrons et de l’état, nous avons invité quelques protagonistes à en parler le 1er avril : Mohamed Arafat et Alessandro Zadra du SI Cobas, Eddy Sorge du Mouvement de lutte pour le travail 7 novembre. Nous diffuserons de courtes vidéos. Nous vous attendons !

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تلقينا هذه الأيام إشارات واضحة وقوية من كل من فرنسا واليونان عن يقظة جماهير غفيرة من الشغيلة الذين نزلوا للنضال – وأي نضال هو! ـ نضال ضد الحكومات، وضد الانفاق العسكري، والاقتطاعات من الانفاق الاجتماعي.

وقد جاءت الإشارات المهمة ليقظة الشغيلة في إيطاليا في السنوات الأخيرة، في الزمن الأخير، من نضالات الحمالين والمهاجرين الوافدين السائقين المنظمين مع نقابة سي كوباس ضد شركات اللوجستيك المتعددة الجنسيات، ومن معطلي حركة سبعة نونبر المنظمين في نابولي.

وقد أحرزت هذه النضالات على تحسينات كبيرة في الأجور وتحسينات في أوقات العمل في المستودعات، وسُبل التدريب والعمل في نابولي. وكان لهم الفضل في فرض قضايا عامة من قبيل لا للحرب ولا لاقتصاد الحرب، ولا للهشاشة ولا لغلاء المعيشة، وشجب سياسات الحرب ضد المهاجرين الوافدين العنصرية. وقد انطلق نداء حار من هذه النضالات للطلبة، والشباب المهتم بالبيئة، والسندكالية، وجماهير من المستغلات والمستغلين لإعطاء الحياة لجبهة طبقية موحدة ضد ارباب العمل، وحكومة ميلوني، وقرارات الاتحاد الاوربي والناتو.

ولجعل رسالة هذه النضالات مسموعة بشكل مباشر، ضد من يصرخ في وجه قمع ارباب العمل وقمع الدولة، فقد دعونا بعض الابطال لقول كلمتهم يوم فاتح ابريل وهم: محمد عرفات، والساندرو زادرا عن سي كوباس، وايدي سورج عن حركة النضال من اجل العمل سبعة نونبر.

سيتم عرض مقاطع فيديو. نحن في انتظاركم!