LE INVISIBILI
Durante i tre anni del Covid eravamo le invisibili.
Ma mentre l’industria del turismo crollava sembrava che a soffrirne fosse solo il fatturato ma non noi: inascoltate, invisibili e mute… semplici accessori dell’industria alberghiera.
L’esercito delle cameriere ai piani a un certo punto ha rotto il silenzio e sono partite le mobilitazioni.
Davanti ai grandi alberghi abbiamo gridato al mondo: “esistiamo e rivendichiamo rispetto”. Senza le proteste la Cassa Integrazione sarebbe rimasta solo un spot televisivo ad uso del Governo.
Ma passato il clamore della protesta e smaltita la Cassa Integrazione (per chi è riuscita ad averla) e pur in presenza di una forte ripresa del settore nessun beneficio per noi, solo un aggravio di lavoro.
Le committenze continuano ad appaltare e subappaltare potendo scegliere tra ben 13 contratti del turismo.
Tanta ricchezza di opzioni a disposizione dei fornitori di manodopera è finalizzato a rendere più povere le nostre buste paga.
Il contratto Aica, il meno peggio, (8,16 euro lordi orari) dal 2018 non viene rinnovato.
Non è un caso!
Ma ancora non soddisfatti, il padronato preferisce attivare il Ccnl Multiservizi perché oltre ad una paga oraria di miserabili 7,1 € lordi, le assunzioni durano tre mesi con turni di tre ore.
Ma al peggio non c’è mai fine e si può scivolare nel girone dei chiamati dalle Agenzie; qui le retribuzioni sono ancora più basse.
Siamo madri, abbiamo un reddito solo se lavoriamo, molte di noi sono immigrate.
Nella Milano del lusso la nostra vita è una estenuante corsa per gli affitti, il gas, la luce, i semplici generi di prima necessità.
Le “fortunate” con contratto a tempo indeterminato sono nell’impossibilità di programmare la propria esistenza.
I programmi di lavoro ruotano caoticamente in funzione delle prenotazioni dei clienti.
Si alternano giornate di super lavoro a giornate di ferie forzate.
Il messaggino inviato last minute sui cellulari scandisce il ritmo delle nostre giornate.
Qualora il riordino delle camere assegnate non sia ultimato all’interno
delle ore stabilite si deve continuare a lavorare ad oltranza.
Viene imposto in tal modo una sorta di cottimo ma depurato dal compenso proprio di una attività a cottimo.
E guai a lamentarsi: “se non fai quanto richiesto ti lascio a casa per un po’ di giorni così impari la lezione”.
Questa è una frase abbaiata alcune volte e altre volte solo sottointesa.
Siamo lavoratrici sottoposte ad un doppio ricatto: sul posto di lavoro tiranneggiano padroni e caporali, e fuori dal lavoro tiranneggia lo Stato che pretende un “reddito stabile” per poter concedere il permesso di soggiorno. Il permesso al super sfruttamento legalizzato!
Siamo lavoratrici sottoposte a carichi di lavoro che minano la nostra salute e consumano la nostra capacità di lavoro.
Dopo pochi anni le articolazioni della schiena, delle ginocchia e dei gomiti sono rovinate.
Siamo lavoratrici che in gravidanza, per via di una non corretta identificazione dei rischi che il Dvr dovrebbe prevedere, non si attiva la corretta comunicazione all’Ispettorato del Lavoro utile a richiedere l’interdizione anticipata dal lavoro e godere del pieno diritto alla maternità anticipata.
Il non rispetto del Dvr si combina con lo scarso rilievo dato alla figura del Rls a fronte di rischi derivanti da apparecchiature vecchie e non conformi, carichi pesanti, stress relativi di vario genere.
Particolarmente trascurati negli alberghi sono le molestie e le violenze sessuali, infatti, nonostante l’art 26 del Dlgs preveda un piano di prevenzione, tutto rimane sulla carta.
Con il venir meno della figura del responsabile alla sicurezza dei piani combinato con l’obbligo di “fare le camere” anche in presenza dei clienti: molestie e aggressioni sono aumentate in modo intollerabile.
Dopo tutto questo dobbiamo sopportare i lamenti delle Direzioni.
Poverini, non trovano personale da assumere.
Sono lacrime di coccodrillo perché questo è solo la conseguenza di un trattamento disumano riservato a tante donne.
Per garantire un esistenza dignitosa e liberarci dai ricatti e dalle violenze dobbiamo organizzarci, coordinarci, mobilitarci e lottare con passione ed intelligenza!
S.I. Cobas