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[COOPERATIVESOCIALI] Contro il controllo anti-sciopero e la discriminazione dei lavoratori. Rivendicare la libertà sindacale per migliorare le condizioni

All’interno dei nostri luoghi di lavoro molte volte vengono messi in atto dai datori, in maniera discriminante e per perseguire delle dinamiche di controllo sociale, dei sondaggi tra lavoratori e le lavoratrici riguardo la loro partecipazione agli scioperi.

Le cooperative sociali, lontane anni luce da ciò che dovrebbero essere le funzioni reali delle cooperative stesse e che a tutti gli effetti sono realtà di puro sfruttamento e discriminazione nei luoghi di lavoro, somministrano tra l’altro il peggior contratto della sanità privata che esista, stipulato in sede contrattuale con i soliti “maghi” conniventi dei sindacati padronali.

Un contratto con la paga base più bassa del contesto, con un ricorso all’ istituto della banca ore che sostituisce al ribasso l’istituto dello straordinario.

Con orario di lavoro di 38 ore settimanali e come la maggior parte delle realtà sanitarie e sociali dei carichi di lavoro estremamente alti collegati alle dinamiche di un sistema in essere di esternalizzazione di servizi pubblici proprio verso le cooperative.

Un’estremizzazione dell’interesse puro dei datori di lavoro che porta a un costo della manodopera sempre più basso con degli aggravi sempre maggiori sul numero di operatori e il carico e lo stress correlato alle situazioni sempre maggiore in nome del profitto e a un peggioramento graduale degli ambienti di lavoro che si riversa direttamente anche sull’utenza e la territorialità in termine di costi e qualità.

Questo è il sistema di lavoro e di sfruttamento nel quale gli operatori/trici delle cooperative sociali si trova e nel quale la libertà di scioperare viene messa in discussione da pratiche vessatorie e procedurali da datori e sindacati conniventi, con una tendenza sempre più evidente alla desindacalizzazione e arrendevolezza dei lavoratori/trici stessa creata dal contesto.

Per questo riteniamo doveroso e utile perseguire le nostre pratiche di conflitto e di rivendicazioni proprie di un sindacato di classe, facendo presente a lor “signori” che il SI Cobas e i lavoratori/trici non si fanno spaventare e continueranno con sempre maggior forza la lotta per il perseguimento dei diritti e di un miglioramento sostanziale e totale della vita di tutt*.

Ecco il testo di sollecito ai prefetti di Monza e Milano per rivendicare il nostro diritto di scioperare in ogni contesto e situazione:

All’attenzione

del Sig. Prefettodi Milano e Monza

Spazio Aperto Servizi

Oggetto: Definizione contingente minimo in caso di sciopero e rispetto della legge 146/90.

Ill.mo Sig. Prefetto,

la presente per rappresentarle che il SI Cobas si è costituito nella società Spazio Aperto Servizi – Società cooperativa sociale Onlus operante nell’assistenza ai disabili e in altri servizi alla persona nei centri di Desio, Muggiò, Cesano Maderno e Nova Milanese articolati come centri diurni e comunità assistenziale.

Nonostante due recenti confronti con Spazio Aperto Servizi – Società cooperativa sociale Onlus in cui abbiamo cercato e proposto una soluzione al per definire un contingente minimo in caso di sciopero all’interno dei servizi gestiti da suddetta cooperativa sociale in modo da garantire una corretta applicazione delle norme di gestione e continuità delle prestazioni indispensabili, e assicurare in questo modo il rispetto dei valori e dei diritti costituzionalmente garantiti, sia ai dipendenti che agli assistiti, come da Ccnl delle Cooperative sociali art. 11 , il SI Cobas non ha riscontrato una disponibilità da parte dell’azienda stessa a stabilire un contingente minimo per una soluzione del caso in questione.

La risposta è stata quella di chiedere ad ogni singolo dipendente se avrebbe partecipato allo sciopero o no, svolgendo con questa modalità un’attività antisindacale come previsto dall’art. 8 dello statuto dei lavoratori del 1970 che vieta le indagini sui lavoratori per conoscere le opinioni inerenti alla partecipazione allo sciopero.

Quindi, la presente serve a mettere al corrente la spett.le prefettura che in caso di sciopero, non essendo definiti il numero degli operatori minimi da precettare al fine dell’assistenza, i lavoratori potranno aderire allo sciopero senza che questo possa comportare un richiamo agli stessi.

Si richiede pertanto di richiamare codesta azienda al rispetto della legge 146/90 e al Ccnl cooperative sociali.

Milano 29-05-2023,

SI Cobas Sanità e Funzione Pubblica