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[NAPOLI] Le disoccupate in lotta: mai più figli per le vostre guerre. Lavoro, salute per le nostre terre

MAI PIÙ FIGLI PER LE VOSTRE GUERRE,

LAVORO E SALUTE PER LE NOSTRE TERRE

Durante la giornata di mobilitazione dei disoccupati organizzati le proletarie in prima linea hanno le idee chiare:

https://www.facebook.com/disoccupati7novembre/videos/788725229372707

La lotta per il lavoro e per il salario è lotta di classe: finanziano la guerra, creano morte e distruzione, sfruttamento e disoccupazione, precarietà e miseria.

Non stiamo sulla stessa barca: c’è chi ha interesse alla guerra e chi ha interesse che la guerra finisca.Lottare per la vertenza significa lottare anche per questo.

Richiediamo la partecipazione di tutto il movimento per le prossime scadenze.

L’unica arma come sempre è la lotta!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”


LOTTA PER IL LAVORO UTILE

E LOTTA CONTRO LA GUERRA

Molto più vicine di quanto si possa pensare.

Per questo e per altro interveniamo a Milano all’assemblea nazionale dell’11 Giugno questa prossima domenica.Siamo lavoratori e lavoratrici inoccupati, disoccupate/i, precarie/i, persone che per campare devono vendere la propria forza lavoro per un salario con cui poter pagare l’affitto, la spese, le medicine, le bollette.

Siamo stati espulsi dal mercato del lavoro, altri hanno sempre arrangiato ed alcuni costretti a vivere ai margini della società trovando altri modi per campare e certo uscendo dai vostri perimetri legali perché in quelli non c’era spazio per noi.

Ci siamo organizzati, partendo dai vari quartieri della città, e da poche decine siamo diventati centinaia e centinaia, rivendicando un lavoro vero e dignitoso tramite progetti di pubblica utilità per i bisogni sociali di cui questa città necessita, un salario garantito.

Nel corso della nostra lotta abbiamo subito e abbiamo resistito alla repressione dello Stato, alla pioggia di denunce, avvisi di pericolosità sociale ed indagini di Associazione a Delinquere mentre si continuava a dare via libera alle agenzie per il lavoro private, a chiudere gli occhi dinanzi le aziende che non rispettano i contratti collettivi nazionali, che smerciano armi, che inquinano e versano tonnellate di rifiuti tossici come nel Porto di Napoli, che hanno rubato le casse-integrazioni Covid-19…

Dalla Presidenza della Repubblica alle istituzioni regionali, metropolitane, comunali, passando per deputati, presidenti del Consiglio, senatori, ministri e commissioni parlamentari: tutti hanno conosciuto la nostra lotta e la nostra vertenza per la quale si sono sollevati tutti i problemi burocratici possibili ed immaginabili che non si trovano quando bisogna alimentare clientelismo ed affarismo affidando grandi appalti e grandi finanziamenti a multinazionali, padroni e padroncini.

Dentro questo movimento, alcuni dei disoccupati/e hanno preso consapevolezza non solo degli interessi immediati, quello del salario e di un lavoro.

Hanno compreso la vera natura delle istituzioni e del fatto che rappresentano gli interessi dei grandi capitalisti e di chi vuole un mercato del lavoro precario, sottopagato, sfruttato slegato dagli interessi della maggioranza di chi vive del proprio lavoro fregandosene delle nostre condizioni di vita.

Un sistema che fa del profitto l’unico obiettivo e della concorrenza l’unica filosofia di fondo.

La stessa concorrenza tra capitalisti che è alla base dell’escalation bellica tra stati e tra grandi potenze.

Quello che sta succedendo in Ucraina non è una guerra locale ma una guerra che vede scontrarsi grandi potenze in suolo Ucraino: la Nato e la Russia con i suoi potenziali alleati dove nessuno lotta per la liberazione degli ucraini prime vittime di questa guerra.

L’Italia è in guerra dal primo giorno, non solo perché coinvolta in questi anni con la sua alleanza militare (la Nato di cui è fondatrice) in decine di conflitti nel mondo con i suoi militari, i suoi finanziamenti, le sue armi, ma perché ha fornito droni, basi, addestramenti ed investito armi inviandole al fronte.

Come possiamo quindi, come disoccupati/e e più in generale come sfruttati, non interessarci e mobilitarci contro questa guerra, contro le spese militari, contro i piani di chi ci governa che per superare la crisi di un sistema economico decadente sfrutta nei luoghi di lavoro, crea un esercito di disoccupati per abbassare sempre di più i salari, spende miliardi di euro per armi e guerra?

Noi siamo impegnati tutti i giorni per la vertenza e la necessità di dare risposte concrete a chi lotta per questo.

Ma ci impegneremo ancor di più innanzitutto discutendo, parlando e spiegando ai nostri disoccupati/e quanto la mobilitazione contro la guerra sia un terreno che ci interessa molto da vicino e come non è possibile separare quanto sta succedendo a livello generale con le singole lotte e singole vertenze.

Per questo auspichiamo si possa creare un vero movimento contro la guerra al quale poter dare il nostro parziale e limitato contributo iniziando a denunciare e mobilitarci contro i nostri governi.

Perché per fermare la guerra c’è bisogno di mobilitarsi quotidianamente, nelle lotte sociali.

Per fermare la guerra bisogna fare la guerra contro la loro finta pace sociale qui da noi che significa sfruttamento, morti sul lavoro, taglio del Reddito di Cittadinanza per finanziare le armi, disciplinamento e controllo sociale, repressione, disastro ecologico.

NOI NON CI ARRUOLIAMO!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”