Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
L’ultima da Kiev è questa: Zelensky chiede insistentemente al governo tedesco di consegnare tutti coloro che, in età per essere arruolati, si sono rifugiati in Germania per non andare in guerra. Ancora non ci sono richieste ufficiali, ma la stampa tedesca già da alcuni giorni parla di insistenti pressioni sul governo.
L’esercito ucraino e la Nato hanno un forte bisogno di soldati da portare al massacro. Non è bastata la decimazione prodotta dalla cosiddetta controffensiva che ha riconquistato pochi ettari di territorio lasciando nei campi, finora, dai 40 ai 50mila morti ed altrettanti feriti – la metà dei quali è condannata all’invalidità permanente. Zelensky e soci hanno deciso di reclutare anche i malati gravi e ora vanno a caccia di fuggitivi.
Dal giorno dell’invasione, alle frontiere dell’Ucraina sono stati fermati più di 20mila uomini in età di arruolamento prima che potessero fuggire dal paese e questo dovrebbe dire qualcosa a chi parla a vanvera di “resistenza”, di “lotta per l’autodeterminazione” fino ai più folli che avanzano per l’Ucraina la definizione di guerra di liberazione nazionale. Dei 20mila che hanno tentato la fuga, 14mila sono stati arrestati, 6.200 sono stati sorpresi con falsi documenti di espatrio acquistati sul mercato nero legato al sottogoverno. Molti cercavano di fuggire in Romania o nella Repubblica Moldova, altri hanno tentato di attraversare il “confine verde” o i Carpazi. Si stima che altrettanti o forse più ce l’abbiano fatta ad uscire dal paese senza essere fermati. A questi vanno aggiunti i tanti che hanno pagato per ottenere l’esenzione dal servizio militare e di cui oggi sappiamo qualcosa perché il governo ucraino è stato costretto a sciogliere tutte le Commissioni di reclutamento per l’impressionante giro di corruzione per la “fornitura” di documenti falsi e di esenzioni (9-10.000 euro a pratica), mettendo su un giro di affari troppo floridi e pericolosamente vistosi.
Secondo l’UE, più di 650mila ucraini tra i 18 ed i 60 anni si trovano oggi per lo più in Polonia, nella Repubblica Ceca e in Germania, e Zelensky ne chiede l’estradizione in quanto sospetti disertori. Ma per ora i governi europei tacciono non senza imbarazzo. Il ministro della Difesa tedesco, benché interrogato, non ha voluto finora rendere pubblici i dati sui sospetti disertori. E’ noto però che secondo il Ministero federale degli Interni dal febbraio dello scorso anno sono entrati in Germania 203.640 cittadini ucraini maschi di età compresa tra i 18 e i 60 anni, uomini obbligati al servizio militare. Alla fine di agosto si trovavano ancora in Germania 176.474 di loro. Non è chiaro chi di loro sia fuggito illegalmente dal servizio militare – ma senza un grosso rischio di sbagliare, si può ipotizzare che siano la maggioranza.
Perché allora Zelensky non reclama esplicitamente ed ufficialmente le estradizioni? In effetti la situazione giuridica per gli obiettori di coscienza non è semplice da definire. Secondo il cosiddetto diritto internazionale, ogni Stato ha il diritto di obbligare i propri membri a prestare servizio militare ma entro certi limiti. Ad esempio, se un esercito è colpevole di crimini di guerra, la fuga è legittima a stare a quanto deciso dalla Corte di Giustizia Ue nel 2015. Difficile assai, se non impossibile, che questa stessa Corte riconosca all’esercito ucraino la “qualifica” di criminale, perché sappiamo bene che quel diritto internazionale che pacifisti e “progressisti” prendono per oro colato, in realtà può essere impunemente calpestato quando si tratta di Alleati. Si può prevedere, al più, che solo in singoli e rari casi si riconoscano comportamenti dell’esercito ucraino configurabili come “crimini di guerra” (e qui lasciamo perdere di discutere e fare a pezzi questa nozione). La maggiore complicazione giuridica viene dal diritto d’asilo riconosciuto dalla normativa UE sul cosiddetto “afflusso di massa” che consente il rilascio di un permesso di soggiorno a tutti gli ucraini in quanto “residenti umanitari temporanei”. Per le autorità d’immigrazione è irrilevante quali siano le ragioni per cui si è fuggiti dall’Ucraina; basta fuggire dalla guerra. In Germania, inoltre, il Registro centrale degli stranieri non prevede la categoria di disertore.
L’organizzazione umanitaria Pro Asyl sostiene che tutti dovrebbero avere il diritto di ricevere protezione dal servizio militare in Germania. “Il diritto di rifiutare il servizio militare è un diritto umano”, afferma Tareq Alaows, anch’egli fuggito dalla Siria dilaniata dalla guerra civile. Chiede al governo federale di fornire alle persone “vie di fuga sicure” affinché il diritto alla protezione dalla guerra rappresenti una “alternativa realistica” alla guerra al fronte. Questo anche perché in Ucraina gli obiettori di coscienza vengono condannati a diversi anni di carcere. Yurii Sheliazhenko, che fa campagna a loro favore nell’ambito del Movimento pacifista ucraino, è stato condannato agli arresti domiciliari. Ma sempre più spesso le organizzazioni umanitarie tedesche ricevono richieste da parte di uomini ucraini che sono già stati in guerra rimanendo feriti o gravemente traumatizzati, e ora temono di essere rimandati al fronte. Secondo queste organizzazioni, la richiesta di Zelensky non ha base giuridica dal momento che l’articolo 4 della Convenzione europea sull’estradizione non consente l’estradizione per reati militari: la riconsegna dei disertori o sospetti tali all’Ucraina sarebbe, perciò, illegale.
Per ripetuta esperienza noi – a differenza dei democratici legalitari – non crediamo alla rigidità e alla “imparzialità” del diritto internazionale, né crediamo ai paletti di cui sopra, che non sono certo inamovibili. Tutt’altro! La UE sta già riscrivendo la sua direttiva sugli emigrati ucraini, e Zelensky e soci mirano esattamente a condizionare i suoi contenuti sulla base delle esigenze che non sono certo quelle dei proletari del loro paese. Un altro modo rapido e fruttuoso per rimpinguare il fronte di quella carne da cannone che oggi scarseggia. Intanto il pupazzetto della Nato e della borghesia nazionale non rinuncia ad intimidire quanti sono riparati all’estero, ai quali va tutta la nostra solidarietà, sia sul fronte ucraino sia sul fronte russo – così come va, a maggior ragione, alle famiglie dei soldati ucraini e russi morti nel massacro in corso.
ABBASSO LA GUERRA REAZIONARIA TRA NATO E RUSSIA IN UCRAINA COMBATTUTA SULLA PELLE DEI PROLETARI UCRAINI E RUSSI!