Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Bisogna avere una mente devastata da un odio feroce per ogni forma di vita, bisogna essere marci fino alle midolla, per concepire senza impazzire l’idea della decapitazione di bambini, fatta per giunta in serie. Ebbene, per screditare e demonizzare l’irruzione armata di militanti della resistenza palestinese in 18 residenze di coloni israeliani al confine con la striscia di Gaza, è stata spacciata, anzi: gridata in tutto il mondo, prima dal ministro degli esteri di Israele, poi da Biden, proprio la notizia della decapitazione di 40 bambini israeliani che sarebbe avvenuta nel kibbutz Kfar Aza – la notizia è stata diffusa dalla giornalista Nicole Zedeck sul canale televisivo i24News, notoriamente un megafono del governo Netanyahu. La fonte? La fonte di costei sarebbero stati dei soldati che avrebbero visto “bambini con le teste mozzate”. In realtà si è trattato di un soldato della riserva, infine identificato: tale David Ben Zion, uno dei leader dell’ala oltranzista dei coloni, che incita alla pulizia etnica contro i palestinesi e a farli fuori “senza pietà” (parole sue). Se volete vederne la faccia sorridente e avere qualche altra informazione su questo brav’uomo e sulle sue attività umanitarie, andate qui:
Secondo altri giornalisti la fonte sarebbe stata invece l’organizzazione Zaka, composta di volontari (ultrasionisti, si capisce, ma è un puro dettaglio, eh) che si occupa della sepoltura degli israeliani morti per mano dei “terroristi” palestinesi, secondo le regole della religione ebraica.
Fatto sta che, inevitabilmente, è cominciato il “tour” dei giornalisti israeliani sui luoghi dell’orrore – un “tour” del genere non si prenderanno mai la briga di farlo a Gaza o a Jenin, dove abitano solo “animali con sembianze umane” secondo l’espressione di stampo nazista del ministro israeliano Yoav Gallant. Ebbene in questo “tour” hanno visto corpi di uccisi, sia coloni che palestinesi, ma nessuna traccia di bambini decapitati.
Questo, per esempio, è un giornalista israeliano che dice di non avere visto nulla del genere [nella visita al kibbutz Kfar Aza], e ammette che portavoce e comandanti dell’esercito con loro, con i giornalisti andati lì in pellegrinaggio, non hanno fatto alcun riferimento all’efferato delitto – inesistente, ma spacciato come vero.
Ancora più importante è la smentita ufficiale dell’esercito israeliano all’agenzia di stampa turca Anadolou – attenzione!, è l’agenzia di stampa ufficiale del governo, obbligata, quindi, a misurare le informazioni che dà quando sono in causa stati e governi amici, o piuttosto amici, della Turchia com’è nel caso di Israele. L’agenzia Anadolou aveva posto espressamente questo interrogativo ai comandi dell’esercito di Israele. Con l’odiosa ipocrisia propria delle comunicazioni ufficiali borghesi, specie di quelle militari, una portavoce dell’esercito ha risposto in questo modo: “Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma su questo”. Chiaro, no? Si tratta di un falso totale.
https://www.agi.it/estero/news/2023-10-11/israele-bambini-decapitati-23431177/
Dunque, tutto falso. Nonostante questo, non solo i titoli dei giornali della destra (“Decapitano i bambini”, è stato il minimo), anche esponenti della cosiddetta sinistra, incluso l’ANPI, si sono fatti immediati amplificatori di questa menzogna di guerra. Quando si dice: l’islamofobia – un veleno contro cui siamo stati tra i pochissimi a mettere in guardia!
La cosa che più sconcerta, però, è vedere che anche compagni/e che stimiamo hanno mostrato di essere scoperti/e da questo lato, molto scoperti. Ci interrogano su cosa pensiamo di Hamas, dell’Iran, etc., temi su cui ci siamo già espressi con chiarezza ai tempi in cui furoreggiava la guerra all’Isis ed era d’obbligo l’essere Charlie Hebdo – noi non siamo Charlie Hebdo!, ma allo stesso tempo non abbiamo nulla a che spartire con l’ideologia, la politica, la pratica islamiste in tutte le loro forme, dalle più moderate alle più estreme (non parliamo qui della religione islamica, bensì dell’islamismo politico – chiara la differenza?). Torneremo a farlo, visto che ci si deve occupare anche del quadro geo-politico degli attuali avvenimenti di Palestina, d’accordo: questo è giusto per completare la nostra analisi e ragionare su come i diversi poteri capitalistici dell’area (e non) cercano di usare ai propri fini, tutt’altro che liberatori per gli oppressi, l’eroica capacità di resistere e di battersi dei palestinesi. E, come sempre, la nostra analisi non farà sconti a nessuno. Ma anzitutto, ora!, si tratta di prendere posizione, una posizione non semplicemente chiara, bensì adamantina, su da che parte stare tra lo stato colonialista e razzista di Israele che si prepara ad un pogrom cento volte più sanguinario di Sabra e Chatila, con l’avallo e l’aiuto di tutti i governi occidentali, a cominciare dal “nostro” infame governo Meloni, e le masse palestinesi di Gaza e di altrove che si difenderanno come potranno. Noi detestiamo i ciarlatani imbevuti di occidentalismo, proni al pensiero mainstream del “Fuck Israel, Fuck Hamas”, non meno dei mascalzoni che scambiano Putin per Lenin. E non abbiamo nessuna esitazione nel ribadire il nostro pieno sostegno alla causa della liberazione nazionale e sociale delle masse oppresse palestinesi dallo stato colonialista e stragista di Israele, e da tutti i loro nemici, inclusi gli oppressori arabi e i collaborazionisti palestinesi. Il vero internazionalismo è questo!
Post-scriptum
Per buon peso, ecco la smentita del Los Angeles Times sullo stupro di donne dei kibbutz, e qualche altra menzogna, tanto per gradire.
The Los Angeles Times retracts rape allegations against Palestinian freedom fighters, concluding that such reports have not been substantiated – cioè le informazioni che avete letto su questo giornale circa gli stupri compiuti da militanti palestinesi non sono state confermate. Intanto, però, facendo con il massimo scrupolo il loro mestiere, le hanno sparate in grande evidenza, poi procedono ad una non-convalida così in piccolo che ci vuole la lente di ingrandimento per accorgersene. L’inquinamento delle menti è fatto – evviva il giornalismo di guerra!