TRIONFALE ANNUNCIO DEL GOVERNO MELONI:
“TRE MILIARDI IN PIÙ PER LA SANITÀ”
Il Ministro della Salute Schillaci l’ha sparata ancora più grossa: 5 miliardi!
Beh, ha conteggiato anche i 2,5 miliardi stanziati l’anno scorso… tolti quelli, la cifra sbandierata dalla Meloni già si riduce a 2,5!
Fra gli obiettivi principali del Governo c’è quello di tagliare drasticamente i tempi biblici delle liste di attesa, che hanno ormai svuotato di significato un concetto fondante della stessa Costituzione: “La Salute è un Diritto!” ma è un diritto formale che suona come promessa propagandistica mentre nella sostanza le relazioni economiche (capitalistiche), la proprietà (privata), il lavoro (subordinato) e la spesa sociale rimandano al codice civile varato nel 1942 dal regime fascista.
Intanto ciò che passa sui media di regime sono gli applausi per Giorgia, Madre della Patria!
Ma se si va un po’ nel dettaglio…
1. Nella Legge di Bilancio non compare nessuna cifra; bisognerà aspettare la fine dell’anno ed il voto del Parlamento per sapere cosa stiamo festeggiando. Ammesso che ci sia qualcosa da festeggiare.
2. Se anche i miliardi fossero due o tre, essi basterebbero appena a compensare l’inflazione.
3. Qualunque sia la vera somma, una bella fetta è già destinata a finire negli appalti privati per edilizia sanitaria e forniture e alle cliniche private!
Ci penseranno i privati, infatti, ad abbattere le liste di attesa.
Lucrandoci sopra!
Tutto questo è esattamente il contrario di un rafforzamento della Sanità pubblica.
Il Governo di destra continua sulla strada tracciata dai governi precedenti.
La Sanità pubblica deve essere smantellata! Questa è la volontà del capitale!
La governabilità e la sostenibilità del bilancio statale passano per l’investimento di risorse in conto capitale (a favore dei privati e della sanità convenzionata) e per il taglio di stipendi, salari e personale.
Una continuità che ormai può sorprendere solo gli ingenui: questa “identità di vedute” fra chi governa e chi finge di opporsi è la stessa che, da due anni, spinge l’Italia ad un sempre maggiore coinvolgimento verso la guerra!
A meno di non essere disposti a credere a Meloni e Schillaci, infatti, i soldi per la Sanità non ci sono.
Ma quelli per la guerra, invece, ci sono eccome!
1 miliardo è finito direttamente in Ucraina per gli aiuti militari. Così i 700 milioni tolti dal Reddito di Cittadinanza.
Un altro miliardo e 600 milioni è il costo previsto per portare al 2% del PIL la spesa militare italiana.
E i costi pagati complessivamente dalla “nostra” economia sono un’occasione d’affari per i settori che traggono profitto dalla guerra aggravio del debito che peserà sui lavoratori di oggi e di domani.
Le liste di attesa sono la conseguenza di scelte politiche consapevoli.
Perché scegliere di investire in armi, piuttosto che dare alla Sanità pubblica gli strumenti ed il personale necessario per fare in tempi utili prevenzione, diagnosi e cura è criminale!
Ecco il legame che esiste fra aumenti della spesa per strumenti di morte e riduzione della spesa sanitaria!
Solo i lavoratori tutti – e quelli della Sanità in particolare – possono fermare questa deriva, con la sola arma a loro disposizione: lo sciopero e la lotta!
Perché scioperare contro la guerra vuol dire lottare per servizi migliori.
Perché scioperare per la Sanità vuol dire mettere i bastoni fra le ruote a tutti i guerrafondai.
S.I. Cobas Sanità e Funzione Pubblica