TORINO LEROY MERLIN SBARCA LA PROTESTA OPERAIA
I LAVORATORI IN SCIOPERO LASCIANO CENTINAIA DI CARRELLI PIENI DALLA CASSE
LA LOTTA DEI LAVORATORI LEROY MERLIN NON CONOSCE SOSTA
PER GARANZIA SALARIO E POSTO DI LAVORO
CONTRO LICENZIAMENTI E PRECARIETÀ
SCIOPERO NEI MAGAZZINI E PROTESTE NEI NEGOZI
Continua la mobilitazione su tutto il territorio nazionale dei 470 operai del magazzino Leroy Merlin di Castel San Giovanni (PC), ai quali da più di un mese la multinazionale francese dei “fai da te” ha comunicato la chiusura a breve del sito con contestuale licenziamento.
Mentre prosegue ad oltranza il presidio sui magazzini di Castel San Giovanni e Mantova, oggi i lavoratori hanno fatto irruzione nei punti vendita di Torino (negozi di Moncalieri, Collegno e corso Giulio Cesare), portando li la loro protesta e invitando la clientela a non acquistare da Leroy Merlin fin quando i padroni non faranno marcia indietro.
Pubblichiamo di seguito il video con un’ampio resoconto della protesta di oggi.
SI Cobas
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LEROY MERLIN
LA TRATTATIVA È IN STALLO
MA LA LOTTA PROSEGUE E SI ALLARGA
Va aanti oramai da più di 2 settimane la lotta dei 500 operai del polo logistico Leroy Merlin di Castel San Giovanni (PC) a seguito del trasferimento della merce in altre città e delle minacce sempre più esplicite di chiusura del magazzino da parte dei padroni del colosso francese della Gdo.
In questi giorni allo sciopero ad oltranza fuori ai cancelli del sito piacentino si sono aggiunte iniziative di lotta portate avanti dal SI Cobas fuori ai cancelli dei magazzini di Mantova e di Colleferro (RO), e si è accompagnata un ampia campagna di boicottaggio, di denuncia e di controinformazione sulla strumentalità del piano di ristrutturazione aziendale.
Ricordiamo che il magazzino di Castel San Giovanni, aperto nel 2015 con soli 60 operai, in questi anni ha ampliato le proprie attività a dismisura, fino ad impiegare più di 500 lavoratori tra dipendenti diretti e manodopera in appalto, garantendo a Leroy Merlin profitti milionari: tutto ciò grazie agli sforzi e all’abnegazione dei lavoratori, i quali hanno sacrificato le proprie vite svolgendo straordinari anche il sabato e la domenica.
La verità è che il disegno padronale punta a colpire questo magazzino non perché “in perdita” (persino alcuni manager di parte padronale hanno ammesso che le eventuali “inefficienze” sono state causate unicamente dalla cattiva gestione aziendale e da investimenti sbagliati), bensì perché in questi anni il sito di Castel San Giovanni ha registrato un tasso di sindacalizzazione prossimo al 100%, con i lavoratori quasi tutti iscritti al SI Cobas.
Ciò ha significato notevoli miglioramenti sia in termini salariali che di diritti, con stipendi che arrivano anche a 2000 euro al mese, in un contesto come quello della logistica che, come noto, è ancora in larga parte caratterizzato da alti livelli di sfruttamento e salari da fame.
Evidentemente sono questi gli unici “costi” che Leroy Merlin intende abbattere, chiudendo il magazzino piacentino e trasferendo tutta la merce su 3 nuovi siti (Rivalta a Tortona nell’alessandrino, Settala nel milanese e Mantova), non sindacalizzati e nei quali, quindi, i padroni possono da un lato sfruttare i lavoratori a proprio piacimento, dall’altro accaparrarsi degli sgravi e delle defiscalizzazioni che il governo mette come sempre a disposizione delle aziende, favorendo di fatto tali operazioni speculative e predatorie.
A seguito della prima settimana di mobilitazione, lo scorso 30 ottobre si è svolto un primo incontro in Prefettura, nel quale l’azienda, in cambio di una generica “disponibilità a trattare” e di un nuovo tavolo per il prossimo 10 novembre, pretendeva la sospensione delle iniziative di lotta e dello stato di agitazione.
Ma i lavoratori, soprattutto quelli di Leroy Merlin che da anni hanno esperienza di come solo la lotta porta risultati, non sono stupidi, e sanno bene che quando i padroni prendono tempo senza assumere impegni chiari, quasi sempre nascondono lo scopo di logorare e dividere il fronte dei lavoratori.
Le 500 famiglie che Leroy Merlin intende buttare sul lastrico non hanno tempo per aspettare i calcoli e le manovre padronali: pretendono un impegno chiaro sulla continuità produttiva del sito di Castel San Giovanni, e sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali.
Per questo la mobilitazione proseguirà anche nei prossimi giorni, e almeno fino al tavolo del 10 novembre.
E per questo nelle prossime ore il SI Cobas nazionale uscirà con un comunicato pubblico nel quale verranno valutate le eventuali iniziative da intraprendere in tutte le città.
Solo la lotta paga!
Toccano uno, toccano tutti!
SI Cobas
Assemblea operaia lavoratori Leroy Merlin Piacenza:
https://www.facebook.com/mimo.ali.9484/videos/666154148989818
Sciopero anche dal magazzino di Colleferro (RO):
https://www.facebook.com/mimo.ali.9484/videos/241466438618740
https://www.facebook.com/photo/?fbid=750587477097734&set=pcb.750587997097682
Sciopero dei lavoratori Leroy Merlin magazzino Mantova:
https://www.facebook.com/100066455001236/videos/337735288665382
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LEROY MERLIN
HA DECISO DI DISTRUGGERE LA VITA DI 500 FAMIGLIE
OGGI NON COMPRO NIENTE
UN GESTO DI SOLIDARIETA’ NEI CONFRONTI DEI 500 LAVORATORI
DI LEROY MERLIN DI CASTEL SAN GIOVANNI
Noi lavoratori di Castel San Giovanni abbiamo contribuito in tutti questi anni a fare crescere l’azienda su tutto il livello nazionale e internazionale: siamo l’unico magazzino ad oggi che da lavoro e distribuisce a tutti i negozi Italia e l’azienda decide – dall’oggi al domani – di ridimensionare il nostro magazzino dopo aver perso la nostra salute, il nostro tempo da dedicare alla famiglia lavorando 14 ore al giorno, 7 giorni su 7… ed il risultato di questo sistema capitalistico è perdere il posto di lavoro.
L’OPERAZIONE DI SPOSTAMENTO DELLA MERCE IN ALTRI MAGAZZINI
E’ SOLO PER SCHIAVIZZARE I LAVORATORI AL MINOR COSTO POSSIBILE
IL CLIENTE NON E’ INDIFFERENTE
Vi chiediamo tutti un gesto di solidarietà, non acquistare nulla da Leroy Merlin e di condividere questi volantini in tutti i negozi, a chiunque sia impiegato all’interno di Leroy Merlin.
Nessuna apertura da parte di Leroy Merlin,dopo 20 giorni di sciopero si va avanti ad oltranza e senza tregua a Mantova come a Colleferro (RO).
Se non sarà fermato questo massacro deciso da un SISTEMA PADRONALE che ci usa e ci getta via quando non serviamo più, 500 famiglie e i loro bambini non avranno più alcuna certezza di poter mangiare, di poter avere una vita dignitosa e la sicurezza di uno stipendio alla fine del mese in momento storico dove
IL CARO VITA STA SCHIACCIANDO
OGNUNO DI NOI
DOBBIAMO FARE RESISTENZA
ED OPPORCI
A QUESTO ENNESIMO GESTO VERGOGNOSO
20 ottobre,
SI Cobas Piacenza