Con un decreto di metà dicembre che modifica “semplicemente” i parametri dell’Isee, il governo (dopo aver già tagliato il Rdc) manda ulteriormente sul lastrico un’altra marea di lavoratori disoccupati e precari.
Infatti, in base a questa novità, tutte le persone che hanno un reddito pari o inferiore a 2840,51 euro e che non sono sposate e non hanno figli nel proprio nucleo familiare, devono fare l’Isee insieme ai loro genitori: indipendentemente dalla loro età o dal fatto di avere una residenza autonoma.
Quindi: disoccupati di cinquanta o sessant’anni, che magari non hanno nemmeno più un rapporto con i propri genitori, dovranno fare un unico Isee; coppie “di fatto” con una loro casa, se non sposati, dovranno ciascuno rientrare nell’Isee dei propri genitori.
Concretamente, perciò, questa nuova misura determina conseguenze drammatiche per migliaia di famiglie proletarie.
Questo mentre l’Assegno di Inclusione e Supporto Formazione Lavoro si rivelano una farsa – più di quello che già apparivano al momento del loro annuncio propagandistico – poiché ancora meno persone del previsto potranno accedervi.
Così, per prosciugare gli ultimi risparmi di famiglie già povere, tagliare ogni forma di sostegno al reddito e costringere al lavoro a qualunque condizione peggiorativa, il governo “del popolo” continua a portare avanti politiche contro il popolo lavoratore, colpendo milioni di lavoratori disoccupati e precari non solo nel portafolgio (in una fase di crescente carovita con aumento dei prezzi di tutti i proditti e beni di prima necessità) ma pure nella loro dignità personale e famigliare.
Contro queste politiche anti-proletarie, mentre si finanzia massicciamente la guerra e il debito favorendo i profitti e abbassando i salari, c’è necessità urgente di unire tutte le lotte per organizzare un’opposizione al governo dei padroni: per difendere il nostro interesse di classe e conquistare un salario garantito adeguato al costo della vita, per garantire la sopravvivenza nostra e delle nostre famiglie.