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[ITALIA] Il governo guerrafondaio della Meloni (e alcuni enti pubblici) provano a boicottare lo sciopero generale. Avanti con la lotta

IL GOVERNO GUERRAFONDAIO DI GIORGIA MELONI

E ALCUNI ENTI PUBBLICI,

NON ESSENDO RIUSCITI AD IMPEDIRE

LO SCIOPERO DI VENERDÌ 23 FEBBRAIO,

ORA LO BOICOTTANO!

I LAVORATORI TUTTI DEVONO SAPERE CHE LO SCIOPERO GENERALE

È REGOLARMENTE AUTORIZZATO DALLA COMMISSIONE DI GARANZIA,

ANCHE NEL SETTORE PUBBLICO E NEI SERVIZI ESSENZIALI!

Scriviamo questa nota a seguito di numerosissime segnalazioni di lavoratori che, soprattutto nel settore pubblico, nella scuola e in alcuni comparti privati interessati dalla legge 146/90, lamentano l’assenza di informazione dei suddetti enti sullo sciopero di venerdì 23 febbraio contro la guerra e il genocidio nella Striscia di Gaza, e ci chiedono se venerdì sarà possibile scioperare.

LA RISPOSTA È (QUASI SEMPRE) SI!

Infatti ricordiamo che:

– Il SI Cobas ha ufficialmente proclamato lo sciopero fin dallo scorso 31 gennaio, dandone contezza via pec al governo, a tutti i ministri e alla commissione di garanzia per la regolamentazione del diritto di sciopero.

Il 6 febbraio la commissione di garanzia ci ha invitato ad escludere dallo sciopero alcuni enti e aziende per le quali ravvisava una violazione delle normative che disciplinano lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, cui la nostra organizzazione sindacale si è adeguata tramite Ri-proclamazione inviata al governo e alla commissione il giorno 12 febbraio.Si tratta di pochissime eccezioni, il cui elenco tassativo è il seguente:1) vigili del fuoco e polizia locale del comune di Milano;2) enti e aziende che applicano il CCNL “Federcasa”;3) i servizi pubblici della SOLA REGIONE SARDEGNA, che sono interessati dalla cosiddetta “franchigia elettorale” (regioni e autonomie locali, igiene ambientale, telecomunicazioni, elettricità – gas-acqua, funerario, ministeri, elicotteri, carburante e trasporto marittimo).4) il trasporto pubblico locale nella SOLA SICILIA5) le autolinee toscane di Firenze6) le autolinee Tessitore di Vasto.

DUNQUE, AL DI FUORI DEI CASI SOPRA CITATI,

NON C’È NESSUN ALTRA LIMITAZIONE

ALL’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI SCIOPERO NELLA GIORNATA DI VENERDÌ 23

Nei servizi pubblici essenziali, l’unica possibile eccezione riguarda i cosiddetti “servizi minimi essenziali” in settori come nella sanità o le “fasce di garanzia” nei trasporti, ma in questi casi spetta agli enti comunicare con congruo anticipo ai lavoratori le finestre operative e le unità interessate. Quindi, in assenza di comunicazioni ufficiali al riguardo, lo sciopero non può essere vietato.

Inoltre, i contingentamenti per i servizi minimi sono possibili solo qualora espressamente previsto nel CCNL di riferimento e/o in quegli enti/aziende che abbiano già adottato un regolamento di servizio ad hoc. In assenza di tali previsioni normative, non è possibile stilare alcuna lista di lavoratori “precettati”.

La legge 146/90 non prevede solo limiti al diritto di sciopero, ma anche oneri ben precisi a carico degli enti erogatori di servizi pubblici.Infatti l’articolo 2 commi 2 e 6, nonché l’articolo 4 comma 4 della suddetta legge OBBLIGANO le amministrazioni pubbliche, a pena di sanzioni, a dare comunicazione degli scioperi all’utenza e comunicazione ai lavoratori degli eventuali “contingenti minimi” (vedasi foto allegate).

QUINDI LE AMMINISTRAZIONI E GLI ENTI

CHE FINORA NON HANNO DATO COMUNICAZIONE

DELLO SCIOPERO DEL 23 ATTRAVERSO I PROPRI CANALI

ATTUANO UNA CONDOTTA ILLEGITTIMA

Tutti i lavoratori che necessitano di ulteriori chiarimenti o intendono segnalare disservizi istituzionali sulla mancata pubblicizzazione dello sciopero sono invitati a contattarci su questa pagina.

Il 23 FEBBRAIO SCIOPERIAMO IN MASSA

CONTRO IL GOVERNO DELLA GUERRA,

COMPLICE DEL GENOCIDIO A GAZA

E DELLA MACELLERIA SOCIALE

21 febbraio,

SI Cobas nazionale


Breve opuscolo informativo rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori per spiegare le ragioni dello sciopero generale indetto dal SI Cobas venerdì 23 febbraio, e della manifestazione nazionale di sabato 24 a Milano.

Per chiunque voglia diffonderlo, l’opuscolo è scaricabile anche in formato pdf al link:

https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:ec82cbf7-90f8-4e00-81db-01716c1bfe45?fbclid=IwAR24DfLzsLlsePYfPdl8nEjYLxpPHZh2qUgiCbg8U1eEnAb1bRFvZ687tRQ