Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Immediatamente pubblicizzato con favore dai mass media occidentali, è iniziato da qualche giorno un lancio di cibo dagli aerei su Gaza, la cui popolazione – massacrata a decine di migliaia – è stata ed è intenzionalmente affamata da cinque mesi dallo stato sionista con tragiche conseguenze immediate (soltanto lunedì 4 marzo sono morti di fame a Gaza 15 bambini palestinesi) e, ancor più, per il futuro. Chi ha deciso questo lancio? a chi serve realmente? si tratto di un improvviso scrupolo umanitario dei carnefici (e dei loro amici arabi) o è una loro cinica manovra propagandistica?
Un dispaccio proveniente da Gaza ci dà degli elementi utili per capire. Leggiamolo insieme (anche se la traduzione, che qua e là abbiamo ritoccato, non è delle migliori, il senso è chiarissimo):
Lanciare aiuti aerei nella Striscia di Gaza:
una scelta dei paesi o una decisione dell’occupazione?
Lunedì 4 marzo 2024, ore 13:27
(Palestina occupata – Rete Quds)
« Nelle ultime settimane, sette paesi arabi e stranieri hanno effettuato operazioni di soccorso aereo sulla Striscia di Gaza, in un momento in cui l’occupazione sta rafforzando l’assedio, impedendo l’arrivo di aiuti umanitari e addirittura prendendo di mira gli aiuti umanitari, con bombardamenti e sparatorie, in concomitanza con la minaccia di carestia che incombe sulla Striscia di Gaza.
I paesi che hanno effettuato operazioni di sbarco dei soccorsi, molti dei quali hanno mancato la destinazione, sono: Giordania, Egitto, Emirati, Qatar, Francia, America e Gran Bretagna.
Attivisti e analisti ritengono che la grande espansione del numero di paesi coinvolti nei lanci di aiuti alla Striscia di Gaza apra le porte a domande sul significato e sugli obiettivi di questa politica, e sulla portata della sua serietà nell’alleviare la sofferenza della popolazione della Striscia che sta affrontando una guerra di genocidio in cui vengono utilizzate tutte le armi, a partire dalle tonnellate di esplosivi fino alla fame.
Da mesi l’intera popolazione della Striscia di Gaza dipende dagli aiuti per sopravvivere, in assenza della capacità di produrre o importare cibo. Tuttavia, gli aiuti umanitari da soli non possono soddisfare i bisogni primari della popolazione della Striscia, e le quantità sono molto inferiori a quelle necessarie per prevenire una combinazione mortale di fame, malnutrizione e malattie, secondo le Nazioni Unite.
La Striscia di Gaza è circondata da 7 valichi di terra, sei dei quali sono controllati dall’occupazione israeliana. Negli ultimi 17 anni, l’occupazione ne ha chiusi 4, mantenendo i valichi di Kerem Shalom e Beit Hanoun, oltre il valico di Rafah con l’Egitto, designato per [il passaggio] di beni e individui.
Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), l’ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza è diminuito del 50% nello scorso febbraio rispetto al mese precedente (gennaio 2024).
Il direttore dei programmi del Centro Masarat, Khalil Shaheen, afferma che il lancio di aiuti “allevia l’occupazione dalla pressione per aprire il valico di Rafah, anche se gli aiuti aerei non possono fermare completamente la guerra di fame in corso”.
Shaheen ha aggiunto che i lanci di aiuti aerei nella Striscia di Gaza forniscono una giustificazione all’occupazione israeliana per rivendicare davanti alla Corte internazionale di giustizia, davanti alla quale il Sud Africa ha portato il caso, di aver risposto alle misure precauzionali temporanee approvate dalla Corte.
A sua volta il professore di scienze politiche Hossam Al-Dajani ritiene che l’obiettivo del lancio di aiuti “va oltre il regime al potere nella Striscia di Gaza, si occupa direttamente dei palestinesi e riduce la risonanza mediatica del volume delle critiche all’occupazione, per aver adottato una politica di fame”.
Nel frattempo, Mustafa Ibrahim, uno specialista in affari israeliani, afferma che i lanci di aiuti non sono eroici. E aggiunge: Con questa mossa, l’occupazione cerca di liquidare l’UNRWA come il più grande organismo internazionale che ha responsabilità umanitaria nella Striscia di Gaza, aggravando così lo stato di caos, poiché si tratta semplicemente di pacchi alimentari pronti e immediati, e non si affrontano gli effetti [forse, le cause – n.] della carestia.»
Se restassero dei dubbi in proposito, il commento su questi lanci rilasciato dal comando dell’esercito sionista li spazza via (è un dispaccio di AFP):
« In coordinamento con le Forze di Difesa Israeliane, il Comando Centrale degli Stati Uniti e la Royal Jordanian Air Force hanno condotto un lancio aereo combinato di assistenza umanitaria a Gaza. Lo riferiscono le Forze di Difesa Israeliane. Nelle ultime settimane, in cooperazione e coordinamento con diversi Paesi (Giordania, Francia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto) più di 450 pacchi di cibo e aiuti medici sono stati distribuiti attraverso 21 lanci aerei nella Striscia di Gaza. Solo nella giornata di sabato 2 marzo tre aerei hanno sganciato 66 pacchi contenenti circa 38mila pasti a Gaza. Gli aiuti sono coordinati con la Giordania, che ha, a sua volta, effettuato lanci aerei per consegnare cibo nella Striscia. Il portavoce dell’IDF, contrammiraglio Daniel Hagari ha affermato: “Continueremo a espandere i nostri sforzi umanitari verso la popolazione civile di Gaza mentre realizziamo i nostri obiettivi di liberare i nostri ostaggi da Hamas e liberare Gaza da Hamas”. »
Chiaro?
I lanci sono concordati con i comandi militari sionisti, né potrebbe essere diversamente visto che controllano totalmente i cieli di Gaza. Sono spacciati come aiuti umanitari dall’esercito che ha raso al suolo le città della striscia (salvo Rafah, per ora); che affama la popolazione; che ha mortalmente inquinato l’aria e l’acqua di quel territorio; che impedisce l’arrivo degli aiuti via terra; che giorni fa è stato capace di assassinare a sangue freddo oltre 100 palestinesi in fila per il pane e ferirne altre centinaia; che vuole cancellare l’ente (UNRWA) che da 75 anni è preposto al sostegno alle popolazioni palestinesi; e che – provando a coprirsi dietro questi lanci di paesi amici – rinnova la sua determinazione a portare fino in fondo l’operazione genocida, mentre arrivano sul territorio di Gaza le prime bande di coloni fanatizzati a rivendicare che “qui è tutto nostro” ed altre bande criminali cercano di fermare ai valichi di Rafah anche quei pochi camion che riescono ad entrare.
Abbasso il falso umanitarismo dei lanci aerei di cibo!
Cessate il fuoco immediato e a tempo indeterminato! Apertura di tutti i valichi di terra! Immediata fornitura alla popolazione di Gaza di tutto il cibo e l’acqua di cui necessita! Ritiro da Gaza dell’esercito occupante!
Su altri aspetti dell’operazione genocida, è utile leggere: