Riceviamo e pubblichiamo:
NO ALLA COMPLICITÀ TRA ITALIA E ISRAELE
NO ALL’ESTRADIZIONE DI ANAN YAEESH
Il 27 gennaio 2024 le autorità italiane hanno arrestato, nella città dell’Aquila, Anan Yaeesh, a seguito di una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane.
Anan, 37 anni, è un palestinese della città di Tulkarem in Cisgiordania. Conduce la propria attività politica all’interno della Seconda Intifada e sconta oltre 4 anni nelle carceri dell’occupazione. Nel 2006, in seguito ad un agguato delle forze speciali israeliane, riporta gravi ferite per i colpi a lui inferti.
Nel 2013 lascia la Palestina diretto verso l’Europa. Si reca in Norvegia dove viene sottoposto a degli interventi chirurgici per rimuovere i proiettili rimasti nel suo corpo per anni. Nel 2017 arriva in Italia dove nel 2019 ottiene un regolare titolo di soggiorno. Nel 2023 si reca in visita in Giordania, ma viene rapito dai sevizi di sicurezza giordani allo scopo, con ogni probabilità, di consegnarlo ad Israele. Dopo oltre sei mesi di detenzione, al fine di evitare malcontento e reazioni da parte dell’opinione pubblica, viene rilasciato.
A novembre 2023, torna in Italia, all’Aquila, la sua città di residenza dove viene arrestato.
La decisione da parte dell’Italia di procedere con l’arresto e l’estradizione di Anan è di enorme gravità. L’Italia consegnerebbe alla autorità israeliane un cittadino palestinese sulla base di ipotetiche azioni di resistenza nei Territori Occupati. La preoccupazione per la situazione in corso è nella certezza che, in caso di estradizione, Anan sarà condotto davanti ad una corte militare e sottoposto a trattamenti disumani e gravi condizioni detentive. I numerosi rapporti di organizzazioni e di associazioni internazionali riportano senza alcuna ambiguità le inumane condizioni di detenzione e tortura nelle carceri israeliane.
Inoltre, riteniamo che questo episodio rischia di rappresentare un pericoloso precedente volto a sdoganare l’estradizione e la consegna di palestinesi in Italia e in Europa dietro richiesta di Israele che, ricordiamo, porta avanti un’occupazione militare dei Territori Palestinesi.
Invitiamo tutte le realtà, i comitati, i sindacati, le organizzazioni politiche, sociali e quelle di solidarietà con la Palestina, a creare momenti di mobilitazione, a partire dal 9 marzo davanti alle Prefetture, per opporsi all’estradizione e per chiedere al governo italiano l’immediata liberazione di Anan.
Comitato per la liberazione di Anan Yaeesh