Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
È raro, in Italia poi è rarissimo, assistere a un’assemblea ricca di contenuti e tesa come quella di ieri allo spazio About di Venezia – di cui qui sotto postiamo la registrazione:
Il tema era: la resistenza delle donne al vecchio e al nuovo colonialismo, in Palestina e oltre, e la necessità di ripensare il femminismo. Un tema impegnativo, per cui – certo – l’assemblea ha potuto solo fornire un’introduzione. Ma di livello!
L’organizzazione era a cura del Comitato 23 settembre, del collettivo Qumi e del Comitato permanente contro le guerre e il razzismo di Marghera.
Alla breve introduzione di Pina Fioretti sono seguiti quattro interventi.
Il primo, di Paola Tonello, ha illustrato in modo efficace, con l’aiuto di una serie di immagini di per sé parlanti e l’identificazione di parole-chiave (deumanizzare, deportare, sterminare; distruggere la vita, affamare, “liberare le donne”) le caratteristiche fondamentali dell’oppressione coloniale, riservando un’attenzione alla specifica oppressione sulle donne e alle mistificazioni della propaganda dei colonizzatori. Il suo discorso ha messo capo alla necessità di un nuovo femminismo militante, alternativo a quello mainstream, che incorpori dentro di sé l’anti-colonialismo (un tema ampiamente illustrato nell’opuscolo La posta in gioco, Quaderno del Cuneo rosso, 2021).
Nel secondo intervento, in collegamento dalla California, la studiosa palestinese militante Mjriam Abu Samra, ha raso al suolo la pretesa del colonialismo sionista di incarnare i valori dell’eguaglianza di genere, ha ricordato la profondità storica, che data dalla fine dell’800, del Sumud (un mix di resistenza, resilienza, fermezza, perseveranza) del popolo palestinese e delle donne palestinesi al dominio coloniale britannico-sionista, ne ha presentate le diverse facce (militanti, sociali, riproduttive) anche nell’esperienza delle detenute politiche, ed ha concluso anche lei, criticando l’invasione di Ong a Gaza, sulla necessità di un femminismo anti-coloniale, anti-imperialista, anti-capitalista.
A seguire Sara, del Collettivo Qumi [Alzati!] ha proposto di guardare alla lotta delle donne palestinesi attraverso lenti non solo anti-patriarcali ma anche e soprattutto anti-coloniali, riconoscendo dignità politica alle donne che quotidianamente resistono all’oppressione, e non facendo mera assistenza umanitaria. La vera solidarietà alle loro lotte non è parlare “per conto di” o peggio “parlare di”, ma è parlare “vicino a” o anche “contro di” (una citazione da Assia Djebar). Il loro collettivo nasce dalla rabbia prodotta da un contesto che marginalizza, silenzia ed è silenzioso nei confronti del genocidio in atto.
L’ultimo intervento, in collegamento dalla Spagna, è stato di Rakel Perez del Collettivo Mujeres Siemprevivas che in un linguaggio serrato e caldo ha messo in luce quanto essenziale sia la prostituzione nell’ingranaggio del patriarcalismo capitalista, e come la violenza, l’esercizio di potere, il degrado che il colonialismo impone come altrettanti marchi di schiavitù sul corpo delle donne prostituite, siano altrettanti colpi all’insieme delle donne e all’umanità tutta.
Nelle brevi parole di conclusione, Paola, ringraziando i tanti presenti (un centinaio, sala gremitissima, non pochi/e fuori dalle due porte), ha dato appuntamento a nuove iniziative e ricordato il recente opuscolo del Comitato 23 settembre Oltre l’orizzonte. Essere femministe oggi, una sfida globale, pubblicato in occasione dell’ultimo 8 marzo. (*)
(*) Entrambi gli opuscoli del Comitato 23 settembre possono essere richiesti a Comitatosettembre@gmail.com