AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE
CONTRO IL GOVERNO MELONI E L’ECONOMIA DI GUERRA
MODENA – 2 GIUGNO 2024
Il S.I. Cobas aderisce al corteo convocato dai Giovani Palestinesi d’Italia e da Modena per la Palestina, in sostegno alla Resistenza palestinese a Gaza e nei Territori Occupati, e contro il genocidio perpetrato dallo stato sionista.
Il partito della guerra che domina le istituzioni euro-atlantiche, Nato ed Ue in testa, e di cui il governo Meloni è parte integrante, ci sta trascinando, nello scontro con altri paesi imperialisti, verso il baratro di una nuova guerra mondiale, nel disperato tentativo di salvaguardare questo sistema in crisi e, in particolare, i profitti delle proprie oligarchie finanziarie.
La trasformazione dell’economia in economia di guerra rappresenta un attacco diretto alla classe operaia e al proletariato tutto: i fondi all’industria bellica e il continuo flusso di armi per alimentare le stragi in Ucraina e Palestina sono rubati direttamente dai fondi per sanità, istruzione, welfare.
Sempre piu l’imperialismo statunitense non riesce ad avere il controllo come prima del sistema mondo, il peso militare è si ancora il piu importante a scala mondiale ma non riesce da “solo” a mantenere il proprio dominio sul piano economico e politico, nel confronto scontro con la Cina ( che per lo sviluppo ineguale ha una crescita del Pil maggiore ) e gli alleati di questa a livello mondiale.
Per questo ha la necessita di avere un sostegno ed un impegno maggiore dell’Europa imperialista ed il Giappone per mantenere questo predominio su tutto il pianeta. Gli Usa non a caso chiedono da tempo che negli scontri bellici in atto gli alleati partecipino in investimenti maggiori anche sul piano militare.
L’Italia, come la Germania e la Francia, stanno investendo di piu nella spesa militare.
La spesa in armi è attuata a sfavore delle condizioni di vita dei lavoratori e delle classi popolari, nonostante il rigetto della grande maggioranza della popolazione verso queste scelte.
Da anni Modena è al centro di importanti vertenze contro il sistema malavitoso degli appalti, ed è teatro di continui tentativi di soppressione del conflitto operaio tramite un’infinita sequela di processi, violenze e montature giudiziarie ai danni dei lavoratori e del nostro sindacato.
Alla repressione antisindacale si aggiunge ora la repressione contro la libertà di parola: poche settimane fa lo scrittore e delegato sindacale Giovanni Iozzoli è stato condannato a oltre 20.000 euro di risarcimenti a favore di Italpizza Spa, colpevole di averne raccontato la durissima vertenza dei lavoratori in quell’azienda in alcuni articoli online.
Modena è anche un importante snodo nelle relazioni tra Italia ed Israele, perché i suoi atenei collaborano da anni alla progettazione di tecnologie ad uso militare, come droni e sistemi di puntamento, utilizzati contro la popolazione civile palestinese: il cacciabombardiere installato davanti alla facoltà di ingegneria o il finto carrarmato natalizio per bambini ne rappresentano il disgustoso corollario.
Anche il Comune di Modena finanzia direttamente società di sicurezza israeliane, pagando 15.000 euro al mese (!) per un autovelox mobile in dotazione alla Polizia Locale.
In questo contesto la scelta di campo del S.I. Cobas è al fianco, insieme alla organizzazioni in Italia dei giovani palestinesi, della eroica lotta di liberazione condotta dalla Resistenza palestinese, faro di libertà e giustizia degli oppressi e gli sfruttati del mondo intero.
FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA E IL MASSACRO IN UCRAINA!
AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE!
CONTRO IL GOVERNO MELONI E L’ECONOMIA DI GUERRA
IMPOSTA DA NATO E UE!
LAVORATORI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI CONTRO I SIGNORI DEL PROFITTO
E DELLA GUERRA CHE GOVERNANO L’ECONOMIA CAPITALISTICA
IN TUTTO IL MONDO
SI Cobas Nazionale
I Gpi (Giovani palestinesi d’Italia) hanno lanciato per domenica 2 giugno, festa di stato in quanto anniversario di fondazione della Repubblica italiana, una giornata di iniziativa in solidarietà con la resistenza palestinese e di denuncia del sostegno storico accordato dalla repubblica italiana, dallo stato italiano allo stato e alle politiche della macchina colonizzatrice, di pulizia etnica e di apartheid del sionismo israeliano. Le dimostrazioni avverranno nelle città di Modena, Padova, Pavia e Firenze, ma non è escluso che si aggiungano altre città. Qui di seguito pubblichiamo l’appello dei Gpi per il corteo regionale a Padova, e le adesioni della Tir (Tendenza internazionalista rivoluzionaria) e del SI Cobas nazionale a questa giornata di lotta.
2 GIUGNO FESTA DELLA CONTROREPUBBLICA
CORTEO REGIONALE A PADOVA
L’Intifada Studentesca ha portato a un grande avanzamento della lotta per il boicottaggio accademico e per la rescissione degli accordi con le università israeliane.
Dopo la straordinaria mobilitazione degli atenei del Veneto portiamo lo spirito dell’Intifada per le piazze di Padova con un corteo regionale.
La data del 2 giugno è un’occasione per continuare a esercitare pressione sullo Stato italiano nella sua totalità, storicamente schierato al fianco del sionismo a prescindere dal colore politico del governo di turno.
La Festa della Repubblica è oggi, più che mai, la festa del nazionalismo italiano, delle parate militari e degli inchini al tricolore.
Soprattutto ora che Israele sta intensificando il massacro a Rafah il 2 giugno bisogna scendere in piazza al fianco della resistenza palestinese, contro la corsa al riarmo e contro le guerre coloniali e imperialiste.
Siamo chiamati a continuare l’Intifada Globale per la Palestina e per tutti gli oppressi e gli sfruttati del mondo.
CONTRO UNA REPUBBLICA FONDATA SULLA GUERRA
CONTRO UNA REPUBBLICA ALLEATA DI ISRAELE
CONTRO UNA REPUBBLICA FONDATA SULLO SFRUTTAMENTO
ORA E OVUNQUE RESISTENZA!
Giovani Palestinesi d’Italia
PER UN 2 GIUGNO PIENAMENTE INTERNAZIONALISTA
Aderiamo con piena convinzione alla chiamata coraggiosa e tempestiva dei Giovani palestinesi d’Italia per un 2 giugno contro il genocidio in Palestina e contro tutte le guerre coloniali e imperialiste.
Coraggiosa questa chiamata lo è perché dice a chiare lettere quello che ancora molti compagni stentano a dire, e cioè che – qualunque cosa ci sia scritta nella Costituzione “più bella del mondo” e nel suo art. 11 – la repubblica italiana nata dalla seconda guerra mondiale è stata nei fatti, in tutto l’arco della sua esistenza, e lo è oggi più che mai con il governo Meloni e questo Pd, un fattore di guerra sulla scena medio-orientale, europea, mondiale. In quanto ha sostenuto il colonialismo sionista in tutte le sue “imprese” di devastazione e di morte; in quanto, in qualità di membro della NATO e della UE, ha scatenato la guerra contro la Jugoslavia favorendone la frammentazione e spinto l’Ucraina alla missione suicida contro la Russia; in quanto, quale componente integrante dello schieramento degli stati imperialisti di Occidente capitanato dagli Stati Uniti, ha preso parte alle aggressioni occidentali ai popoli della Corea, di Cuba, del Vietnam, della Libia, della Somalia, dell’Iraq, dell’Afghanistan, etc., a volte in combutta, a volte in attrito con le potenze imperialiste rivali.
Ed è una chiamata tempestiva perché, nonostante il crescente isolamento nella diplomazia e soprattutto nella “opinione pubblica” internazionale, lo stato sionista continua senza sosta la sua azione genocida in tutta la striscia di Gaza, arrivata ormai alle deliberate stragi in serie sulle aree che lo stesso esercito israeliano dichiara “zone sicure”. La risposta di lotta ieri a Bologna, con l’occupazione della stazione, ha dato un segnale da raccogliere immediatamente: bisogna concentrare le forze per rilanciare le iniziative di denuncia dell’operato di Israele e dei suoi protettori e moltiplicare la pressione sul governo, sulle imprese, sulle autorità accademiche affinché sia sempre più difficile e costoso, per loro, proseguire, come se nulla fosse, nella copertura della macchina sterminista del sionismo. Dal momento che non possiamo certo accontentarci della “sospensione” (a parole) delle forniture di armi italiane a Israele ventilata da Tajani, oppure della ripresa dei finanziamenti all’UNRWA.
Apprezziamo anche, molto, l’appello dei GPI a “continuare l’Intifada globale per la Palestina e per tutti gli oppressi e gli sfruttati del mondo”, perché coglie e sottolinea l’unità di destini tra le masse oppresse della Palestina e quelle di tutto il mondo. Se con la sua straordinaria dignità e capacità di resistere il popolo palestinese, la resistenza palestinese, sono diventati un punto di riferimento per gli oppressi e gli sfruttati di tutto il mondo dotati di coscienza di classe, o almeno di un sentimento di classe, è perché la lotta contro l’intera macchina della dominazione imperialista occidentale, la sconfitta di questa macchina di rapina e di devastazione, sono viste da tanti come la condizione fondamentale per liberarsi dall’incubo delle guerre per il dominio sul mercato mondiale e la forza-lavoro mondiale. E così è.
Questo incubo è sempre più incombente – oltre che in Palestina – per gli sviluppi della guerra tra NATO e Russia in Ucraina che si sta avvicinando in modo rapido al punto di non ritorno, e cioè allo scoppio di una guerra totale, combattuta sull’intero territorio russo e poi necessariamente, di rimando, in Europa occidentale, tra lo schieramento NATO e la Russia. La decisione sollecitata con ogni ricatto da Washington, e fatta propria da Francia e Germania, di andare ad attaccare in profondità dentro la Russia e perfino, com’è già accaduto, il sistema russo di protezione anti-atomica, è l’anticamera di un’inevitabile risposta di guerra russa dentro l’Europa occidentale. Anche perché la Russia di Putin sa che il terreno del confronto militare è quello meno sfavorevole, essendo forte, per davvero, nella produzione agricola, nel sistema militare-industriale e – per ora – anche nello spirito di accorpamento nazionale.
Guai se sottovalutassimo questa dinamica! Gente priva di cervello va ancora in giro a raccontare la favola dell’edificazione di un “mondo multipolare” (cioè di un capitalismo “multipolare”) più equo e pacifico, mentre in realtà quello che avanza è una corsa sfrenata al riarmo in tutto il mondo e alla guerra inter-capitalistica, inter-imperialistica. A differenza di quanti vedono “socialismi” inesistenti in Cina o altrove, ed “anti-imperialismi” altrettanto inesistenti in Iran e altrove, dato che scambiano lo statalismo o il controllo statale dello sviluppo capitalistico per socialismo, e l’anti-americanismo per anti-imperialismo, noi non ci facciamo la minima illusione sulla funzione emancipatoria o liberatoria per gli sfruttati e gli oppressi del mondo degli stati avversari o concorrenti del blocco occidentale (Russia, Cina, Iran, etc.). Per la ragione molto semplice, determinante, incontrovertibile, che le loro società sono rette, al fondo, dagli stessi rapporti sociali capitalistici e dalle stesse leggi economiche e politiche che vigono negli Stati Uniti, in Italia, nell’Unione europea.
Del resto, lo vediamo nello stesso caso della Palestina. La Cina ha impiegato sei mesi per riconoscere pubblicamente il diritto dei palestinesi a difendersi con le armi dall’aggressione sionista, la Russia si è tenuta il più possibile al coperto. Né l’una né l’altra grande potenza hanno fatto quello che era ed è in loro potere per mettere in difficoltà lo stato di Israele. Anzi entrambe hanno pensato bene di convocare Hamas a Pechino e a Mosca per “raccomandare” ad Hamas di riappacificarsi con la corrotta e collaborazionista ANP, il che equivale a subordinarsi ad essa, dal momento che tutte le grandi potenze non riconoscono altro rappresentante dei palestinesi che l’ANP, e la stesse Corti internazionali continuano a bollare Hamas di terrorismo e crimini contro l’umanità.
Per questo, nella giornata del 2 giugno andremo a ribadire che solo la forza organizzata dei proletari e degli oppressi di tutto il mondo – spronata e incoraggiata dalla splendida resistenza palestinese – può opporsi in modo vincente, perché ha tutto l’interesse a farlo, al genocidio in Palestina, alla corsa al riarmo e alla guerra, all’instaurazione dell’economia di guerra, alla militarizzazione dei luoghi di lavoro, delle scuole, delle università, dell’informazione.
Il 23-24 febbraio scorso – con l’indizione dello sciopero nazionale da parte del SI Cobas e di altre forze del sindacalismo di base e la successiva dimostrazione nazionale unitaria a Milano – abbiamo dato un’indicazione di lotta per la Palestina, contro il governo Meloni, governo della guerra, e contro tutte le guerre del capitale che va, secondo noi, ripresa e rilanciata con forza e con urgenza, con un maggiore coordinamento con le altre piazze simili nel mondo. Facciamo che le manifestazioni del 2 giugno siano un passo in questa direzione.
Tendenza internazionalista rivoluzionaria