Approfondimenti politiciCobasImmigrazioneIn EvidenzaLogistica

[ITALIA] Il Ddl 1660 Crosetto-Piantedosi: un nuovo pacchetto repressivo contro i proletari e i movimenti sociali

COMUNICATO

Il Ddl 1660 Crosetto-Piantedosi:

un nuovo pacchetto repressivo contro i proletari e i movimenti sociali

Col nuovo “disegno di legge sulla sicurezza” firmato dai ministri Piantedosi e Crosetto e da lunedì approdato in discussione nelle aule parlamentari, il governo Meloni torna all’attacco delle libertà sindacali, politiche e sociali tentando una nuova stretta repressiva a 360 gradi.

Infatti, il testo del Ddl “sicurezza” introduce il reato di “rivolta in carcere”, inasprisce le pene nell’ambito di “manifestazioni di piazza”, trasforma in reato penale il “blocco stradale” (in primis criminalizzando il picchetto operaio negli scioperi), inasprisce le pene per i reati di “oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale” e, dulcis in fundo, rende possibile il porto abusivo di armi da parte di agenti e funzionari di pubblica sicurezza (autorizzandoli a detenere un’arma diversa da quella di ordinanza, anche quando non sono in servizio).

Quindi, ancora repressione contro chi dissente dalle politiche di governo e padroni che vogliono ulteriormente intimidire la legittima protesta dei lavoratori per ottenere salario, salute, diritti e dignità organizzandosi sul luogo di lavoro: un’ulteriore svolta autoritaria per colpire chi in basso si oppone all’economia di guerra per migliorare le condizoni di vita e lavoro di tutta la classe lavoratrice.

Come se non bastasse, con un emendamento presentato al Ddl dal deputato Igor Iezzi e attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega Nord propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la “pubblica incolumità” tagliata su misura della molteplice rete di attivisti che da anni protestano contro le grandi opere (a partire da tav, ponte sullo stretto, tap e rigassifcatori): se fosse approvato verrebbe previsto il carcere da 4 a 20 anni per chi, anche con atti simbolici, possa anche solo “minacciare il blocco di opere infrastrutturali” o “impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”.

Inoltre, nel testo del Ddl si cancella la possibilità di “rinvio della pena per le donne in stato di gravidanza” discriminandole senza nemmeno considerare la grave situazione igienico-sanitaria delle carceri.

Contro quest’ennesima escalation repressiva e liberticida è quantomai necessario e urgente avviare un confronto per l’unita delle lotte con tutte le forze genuinamente di classe, propedeutico a realizzare una forte mobilitazione in tempi brevi.

Avviamo dei processi unitari a lungo termine!

Organizziamoci in maniera coesa per rispondere all’oppressione colpo su colpo!

CHI TOCCA UNO TOCCA TUTTI
UNITI SI VINCE

SI Cobas