Lavorare in modo unitario si può
La valutazione del nuovo contratto proposto da Uneba è stato discusso on line, martedì 4, tra i compagni del Sial e del SI Cobas.
La volontà di correggere una piattaforma che non risponde affatto ai bisogni dei lavoratori in termini di stabilità lavorativa e di recupero salariale ha posto l’interrogativo su quali iniziative intraprendere e di quali forze chiamare a raccolta.
Questo contratto coinvolge un numero significativo di educatori costretti a vivere un ruolo di precarietà e assistere realtà sociali caratterizzate da profondi disagi, fragilità ed emarginazioni esistenziali.
La domanda che si pone da se è: “curiamo e assistiamo, ma noi come stiamo?”
Sulla specificità tecniche del contratto Uneba le chiarificazioni sono venute dai compagni del Sial che da tempo hanno una presenza ed una continuità di lavoro nel settore.
Negli interventi si è evidenziato che, aldilà di problematiche contrattuali specifiche, il terzo settore, il mondo delle cooperative sociali, e la stessa sanità pubblica pagano pegno alle politiche di guerra.
Le cosiddette spese per la “sicurezza” si scaricano sulla popolazione povera e si traducono in insicurezze contrattuali e povertà assistenziali ma sempre più frequentemente in vera e propria negazione del diritto a vivere condizioni
di vita e di lavoro dignitose.
È vero, noi tutti lavoratori sanitari e socio sanitari non stiamo affatto bene.
Se per il contratto Uneba si prospettano aumenti irrisori, per il rinnovo del Ccnl della sanità pubblica, l’Aran (controparte padronale) ha già chiarito che di aumenti non possono esserci e la Meloni stabilisce che i problemi della sanità sono di ordine organizzativo e che quindi si risolvono con il metodo di sempre “ lavorare
di più, più in fretta, per più anni e con una qualità assistenziale che sarà … ome sarà!”.
In tutti gli interventi si è posta la necessità di rompere la passività e di mettere in campo iniziative di lotta.
L’apertura a un continuo confronto intersindacale a partire dalle situazioni in cui si è presenti è il giusto viatico per perseguire quell’unità d’azione che è ben altra cosa dai proclami unitari poi puntualmente disattesi.
Il metodo da perseguire è quello del confronto sulle cose da fare a partire dalla ricognizione di dove siamo e quanti siamo.
Se il nostro futuro è determinato dai rapporti di forza, occorre mettere assieme le forze e fissare obbiettivi unitari.
Mettendo in comune le competenze specifiche è un percorso imposto proprio dalla crudezza delle mire padronali.
Per il 29 giugno proprio per dare attuazione a quanto è emerso nel corso della riunione viene indetta una assemblea in presenza per coordinare le lotte delle cooperative sociali.
Questa iniziativa indetta dal SI Cobas può essere la prima verifica per quel percorso unitario auspicato e quindi meriterebbe di essere vissuta come una iniziativa di tutti i lavoratori delle cooperative sociali e non solo di chi ha indetto l’incontro.
SI Cobas
29 Giugno 2024
Indizione assemblea nazionale
per rinnovo Contratto nazionale delle Cooperative Sociali
e creazione coordinamento di lotta
Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale delle Cooperative Sociali 2023-2025 è oramai in vigore da alcuni mesi e si rende necessario un confronto allargato.
Questo nuovo contratto, siglato dai sindacati padronali complici e fatto passare come un accordo che valorizza ulteriormente il lavoro sociale, che restituisce dignità ai salari dei lavoratori, genera nuovi diritti, ecc. pone invece una serie di criticità già preventivamente individuati e disgraziatamente confermati.
Per quanto concerne la retribuzione, siamo ben lontani dal recuperare il potere d’acquisto perso in Italia da trent’anni di decremento dei salari, da un’inflazione che negli ultimi anni ha avuto dei picchi anche del 9-10% annuo.
Questo pur mettendo insieme gli incrementi tabellari pensati in forma di “accordi di gradualità”, in tre tranche da qui ad ottobre 2025, e la quattordicesima pari a metà della retribuzione mensile, che verrà elargita in prima istanza da giugno 2025 e rimandando al prossimo rinnovo il raggiungimento della piena mensilità come base di calcolo.
Si tratta quindi di aumenti retributivi che sostanzialmente confermano il concetto che il lavoro degli operatori del sociale rimane un “lavoro povero”.
Passando agli inquadramenti dei livelli per gli educatori dei servizi educativi all’infanzia e per gli educatori professionali socio-pedagogici, oltre al danno del rinvio al 2026 per il riconoscimento del livello d2 si è aggiunta anche la beffa dell’introduzione del nuovo ordine professionale a cui probabilmente andranno i pochi euro previsti come “elemento temporaneo della retribuzione”.
Altre criticità riguardano la riconferma della reperibilità con vincolo di permanenza in struttura (notte passiva) con una maggiorazione assolutamente indecente; l’aumento mensile di 5 euro per la sanità integrativa che ulteriormente conferma la deriva di svuotamento della sanità pubblica a favore di quella privata.
Non bastasse tutto ciò, una riflessione va posta rispetto alle preoccupazioni, non sempre mal riposte, da parte del comparto delle cooperative sociali sull’impatto delle “marginalità” dovute a questo rinnovo contrattuale.
Il regime a doppia mandata con il mercato pubblico che funge sia da “polmone vitale” per un grande numero di cooperative, sia come elemento di indicazione delle tariffe in un continuo processo di contrazione, fa sì che l’adeguamento delle retribuzioni è assolutamente non scontato.
Il rischio è quello di arrivare al paradosso che a fronte di una richiesta sempre più urgente di figure educative, ma anche Oss, si inneschi una dinamica controproducente con un inasprimento della concorrenza sleale e di pratiche di trattamento del personale scorrette e al limite della legalità, come abbiamo più volte constatato anche negli ultimi tempi e in sintesi rendere il lavoro nel sociale sempre meno dignitoso.
Per tutto ciò il SI Cobas Funzione Pubblica chiede la continuazione del confronto in una Assemblea Nazionale aperta ai contributi di lavoratrici/lavoratori, del movimento sindacale di base e di tutte quelle risorse di rete che s’impegnano per un lavoro sociale sempre più dignitoso con pari diritti e salari come il settore del pubblico impiego che come abbiamo proposto nella precedente riunione milanese rilanci il concetto di creazione di un coordinamento che vada ad analizzare, condividere e attuare un percorso condiviso di lotta.
Invitiamo quindi tutti e tutte Sabato 29 giugno 2024 a partire dalle 10 presso la sede del SI Cobas a Milano – via Bernardo Celentano 5 (Metropolitana verde fermata Cimiano) per continuare il percorso già intrapreso e renderlo più solido e effettivo!
Solo la lotta Paga!
Lavoratori/trici del socio sanitario uniamoci!
SI Cobas Funzione Pubblica