Nella giornata del 7 gennaio si è tenuto l’incontro in Prefettura riguardante la situazione venutasi a creare nel magazzino Artoni di Padova che ha portato al licenziamento di 41 lavoratori inquadrati con la cooperativa EMMEGIERRE, a seguito della volontà di Artoni di avviare in modo autonomo le procedure per l’assunzione di personale per il magazzino di Padova lasciando a casa i 41 lavoratori che operavano in questo magazzino fino al 23 dicembre.
A fronte della richiesta di ADL Cobas di riaprire un confronto costruttivo volto a ripristinare i contratti di lavoro, contestualmente all’apertura di una discussione riguardante anche la necessità di riorganizzare il lavoro, Artoni ha ribadito quanto già detto in precedenza e cioè che non vi era alcuna intenzione di riutilizzare personale delle cooperative, ma di creare un nuovo modello produttivo con l’intenzione di assumere personale selezionato direttamente e senza fare alcun riferimento ai lavoratori fin qui utilizzati tramite cooperative. Artoni specificava che secondo i loro calcoli e alla luce del ridimensionamento dei volumi di movimentazione, il personale necessario al funzionamento del magazzino di Padova, consisteva in 23 lavoratori a full time e 16 a part time. Veniva altresì chiesto di rimuovere immediatamente il presidio presente in Via Inghilterra, rispetto al quale erano già partite le denunce alla Questura di Padova.
A fronte di posizioni rivelatesi inconciliabili, dopo un breve incontro separato tra Artoni e la Prefettura, si ricomponeva il tavolo ed il Capo di Gabinetto della Prefettura formulava una proposta di “mediazione” con la quale di chiedeva di rimuovere immediatamente il presidio come condizione per arrivare ad una riapertura del magazzino con l’assunzione da parte di Artoni di personale da Agenzie Interinali (con esclusione di tutti i licenziati da Emmegierre) e con l’impegno di selezionare, solo in un secondo momento, lavoratori provenienti da quelli attualmente licenziati, ma senza neppure specificare né quanti, né chi. A fronte dell’accettazione di tale proposta, Artoni si sarebbe resa disponibile ad avviare un tavolo di confronto in sede Provinciale volto a definire i contorni di questa proposta.
La delegazione di ADL Cobas, prendeva atto della proposta formulata dalla Prefettura e decideva di riportare l’esito dell’incontro all’assemblea dei lavoratori, riunitasi nella giornata odierna presso il presidio, la quale decideva quanto segue:
1. La proposta formulata dalla prefettura veniva respinta all’unanimita’ dall’assemblea deilavoratori, in quanto lascerebbe carta bianca ad artoni nel voler assumere sulla base del piu’ assoluto arbitrio.
2. Di conseguenza l’assemblea decideva di continuare il presidio nelle forme e nei termini fin qui praticati, a partire dal presupposto che non e’ accettabile che lavoratori che operano in questo magazzino da molti anni siano oggetto di valutazioni del tutto arbitrarie da parte di artoni sulla loro idoneita’ o meno nel lavorare presso questo magazzino;
3. Veniva riformulata la proposta gia’ fatta in prefettura consistente nella richiesta di prorogare il contratto di appalto con sicurint per il tempo necessario per avviare un confronto serio con artoni, avente come base la proposta di assunzione diretta da parte di artoni per il numero di lavoratori da loro indicato, ma, al contempo di prendere in considerazione anche altre ipotesi relative ad un eventuale spostamento di alcuni lavoratori in altri cantieri ed in ultima ipotesi anche quella di possibili incentivi all’esodo.
4. Alla luce di questa grave situazione venutasi a creare, l’assemblea faceva appello a i lavoratori degli altri magazzini artoni del veneto e delle altre regioni affinche’ vengano messe in atto forme di iniziative di lotta che esprimano concretamente solidarieta’ con i lavoratori artoni di padova, in quanto questi licenziamenti assumono una valenza di carattere piu’ generale perche’ rappresentano un precedente gravissimo in termini di attacco alle forme di autoorganizzazione dei lavoratori della logistica e alle oo.ss. Che hanno sostenuto questo processo di lotte che ha portato a concreti miglioramenti in moltissimi magazzini.
A fronte di quanto deciso dall’assemblea dei lavoratori in lotta della Artoni di Padova, come OO.SS. Si Cobas e Adl Cobas, nell’espimere piena condivisione per la decisione presa dai lavoratori riuniti in assemblea nel voler continuare con il presidio di lotta, ci adopereremo per dare corso, dove possibile, ad iniziative di lotta volte a respingere questa gravissima provocazione di Artoni e per ribadire il diritto per tutti i lavoratori licenziati a riprendere il lavoro. Questa lotta si aggiunge alle numerose battaglie costruite congiuntamente come OO.SS. nel corso degli ultimi anni che hanno visto come protagonisti migliaia di lavoratori della logistica aventi come scopo lo smantellamento della forma s di sfruttamento basata sulla figura del socio lavoratore. E’ in risposta a quanto fin qui conquistato che, da parte padronale, sono state messe in atto varie forme di rappresaglia tra cui citiamo i licenziamenti alla Granarolo, le centinaia di denunce fatte dalle varie Questure contro altrettanti lavoratori e attivisti e gli infiniti tentativi di intimidazione e repressione che i lavoratori della logistica subiscono tutti i giorni nei luoghi di lavoro.
E’ evidente che non ci lasceremo intimidire da queste operazioni volte a ripristinare forme di sfruttamento che non siamo più disposti a tollerare.
SI COBAS ADL COBAS