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Lo sciopero è far male ai padroni

sciopero 12 napoli

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IL NOSTRO 12 DICEMBRE: LO SCIOPERO GENERALE E’ UN’ALTRA COSA

 

Ieri Cgil-Uil-Ugl hanno chiamato in piazza i loro iscritti per uno sciopero finto, inoffensivo e utile solo a pulire la coscienza di quelle burocrazie sindacali che in questi mesi non hanno mosso un dito per fermare l’offensiva antiproletaria di Renzi, salvo poi proclamare uno “sciopero generale” quando il Jobs Act era già divenuto legge. Non poteva essere altrimenti, poichè si tratta degli stessi vertici sindacali collusi coi padroni e complici di tutte le misure di massacro sociale adottate dai governi negli ultimi 20 anni su mandato dei padroni.

 

Suona quantomeno ridicolo ascoltare frasi di condanna della precarietà e di opposizione all’abolizione dell’articolo 18 proprio per bocca di chi, come Cgil e Uil, ha condiviso dalla A alla zeta ogni legge precarizzante a partire dal pacchetto Treu del 1997, e che solo pochi mesi fa ha dato il suo assenso a quella legge Fornero con cui si erano già svuotate di sostanza la gran parte delle tutele previste dall’articolo 18.

 

Tutto ciò nel giorno del quarantacinquesimo anniversario della strage di Piazza Fontana: quella che per noi non è mai stata solo una semplice “ricorrenza” quest’anno lo è ancor meno: proprio in questi giorni con lo scandalo di “mafia capitale” l’intero paese ha potuto constatare come la destra stragista non solo non è mai stata condannata dallo stato borghese, ma ha goduto presso quest’ultimo di una rete di protezione tale da consentirgli il controllo di tutte i principali flussi di finanziamento pubblico (sia leciti che “illeciti”) provenienti dal comune di Roma… il tutto grazie al ben oliato sistema delle cooperative che vede uniti sotto il medesimo ombrello affaristico l’intero panorama dei partiti succedutisi al governo della “seconda repubblica” e lo stesso sindacalismo confederale!

 

Di fronte a questa farsa, per chi lavora alla costruzione di una vera opposizione di classe era impossibile e deleterio accodarsi, finanche in termini “critici”. Se il 21 novembre abbiamo partecipato in maniera autonoma e conflittuale alla manifestazione della Fiom per raccogliere e dare sostegno al malcontento operaio presente in quella piazza, intervenire nelle contraddizioni della principale organizzazione sindacale dei metalmeccanici eternamente divisa tra l’opportunismo manovriero di Landini e le spinte alla lotta provenienti da larghi settori operai, e lavorare a una vera unità di classe tra metalmeccanici, facchini, studenti e realtà di opposizione sociele e politica al governo Renzi, di fronte alla palese messinscena di Cgil-Uil-Ugl era impossibile accodarsi per il semplice motivo che le piazze sindacali del 12 dicembre erano espressione unicamente degli interessi dell’apparato complice di Renzi, non degli interessi dei lavoratori; erano le piazze della rappresentazione della resa, non quelle della lotta; erano le piazze della pace sociale e della subalternità alle politiche del governo Renzi, da cui è stata già preventivamente espunta ogni forma di opposizione e di conflitto, finanche quelle più morbide e compatibili.

Fatta quest’ampia premessa, non vi è dubbio che milioni di lavoratori continuano a seguire e a partecipare a questi finti scioperi, a dimostrazione che la spirale di passività proletaria è ancora lontana dall’essersi spezzata.

 

Per questo come SI-Cobas di Napoli e Caserta e “Uniti si Vince” abbiamo scelto con convinzione di non restare alla finestra e non lasciare campo libero alle manovre burocrazie sindacali.

Fin dalle prime ore del mattino siamo stati fuori ai cancelli della TNT Teverola, “usando” lo sciopero indetto dai confederali come cassa di risonanza per denunciare le condizioni dei lavoratori della cooperativa Server Coop in Cigs che da 3 mesi non percepivano l’assegno di cassaintegrazione, e per dare una prima risposta al pericolo, sempre più reale di un nuovo pesante piano di ritrutturazione all’interno del magazzino di Teverola.

 

Ma non ci siamo limitati alle denunce verbali: per oltre 4 ore gli ingressi della TNT sono stati picchettati da decine di lavoratori ed altrettanti studenti, disoccupati e precari solidali accorsi dal casertano e dall’area flegrea. Abbiamo impedito così l’ingresso dei camion fino alle 9 del mattino, togliendo il picchetto solo quando finalmente è giunta la notizia che l’INPS aveva finalmente sbloccato i pagamenti consentendo anche ai cassintegrati di poter trascorrere un natale almeno dignitoso.

A ulteriore dimostrazione della finzione messa in atto dai confederali vi è il fatto che mentre SI-Cobas e Uniti si Vince presidiavano i cancelli di Teverola, gli altri facchini TNT ci comunicavano che Cgil e Uil avevano il giorno prima dato indicazione ai loro iscritti di non scioperare, recandosi regolarmente al lavoro nonostante lo spettro dei licenziamenti!!!

 

Per questo, una volta terminato il presidio, ci siamo recati con ancor più determinazione nella piazza napoletana dei confederali, denunciando con un comizio alternativo sulle scale delle Poste centrali il ruolo subalterno di Cgil,Uil e Ugl nell’approvazione del Jobs Act così come la loro complicità nell’approvazione di misure antiproletarie e di devastazione sociale e ambientale come il decreto SbloccaItalia e il progetto della “buona scuola”, nonchè il collateralismo dei vertici sindacali nelle campagne di criminalizzazione e repressione del movimento studentesco in atto in questi giorni a seguito delle occupazioni nelle scuole e della grande manifestazione del 7 novembre a Bagnoli.

 

Come al solito non sono mancate le provocazioni delle forze dell’ordine che hanno provato, invano, a impedirci di aprire lo striscione e di parlare col megafono; ma non sono neanche mancate parole di approvazione e di consenso tra molti lavoratori presenti in piazza.

La battaglia contro il Jobs act è solo all’inizio, e sarà una battaglia di lunga durata.
Basta con le sfilate: lo sciopero è vero solo se blocca la produzione e fa male ai padroni!

Operai, studenti, disoccupati: vinceremo organizzati!

 

Solo la lotta paga

 

Si Cobas di Napoli e Caserta
Rete di collegamento delle lotte proletarie “Uniti si Vince”