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[ITALIA] Scontri a Napoli. Tagliare la guerra, non il reddito. Lavorare tutti, e meno

SCONTRI A NAPOLI…

TAGLIARE LA GUERRA

NON IL REDDITO!

LAVORARE TUTTI E MENO

Oggi abbiamo sostenuto come dall’inizio la mobilitazione dei disoccupati percettori di Reddito.

Il corteo da subito non ha voluto saperne della solita sfilata ed ha deciso di bloccare la città fino all’ingresso dell’autostrada e del porto.

In una giornata caratterizzata da forte rabbia e determinazione, la polizia ha tentato di fermare il corteo con cariche e tafferugli. Ma la piazza ha resistito ed ha continuato a muoversi in corteo.

Le contraddizioni sono tante e chiaramente esplodono nelle forme e nei modi non prevedibili, sta a noi organizzarci.

È ancora più necessario unire le lotte dei percettori con altri disoccupati e lavoratori.

L’escalation bellica e l’aumento dei conflitti militari tra potenze capitalistiche comporta sempre di più l’economia di guerra negli stessi paesi capitalistici.

Costi sociali che ricadono su di noi con il carovita, l’inflazione, la disoccupazione, il lavoro sfruttato e sottopagato oltre che le conseguenze nefaste dal punto di vista ecologico, ambientale e sulle condizioni di vita.

L’obiettivo dei padroni è avere una larga massa di sfruttati ricattabili da inserire ed espellere dal mercato di lavoro a seconda delle stagionalità, degli andamenti del mercato, delle lotte sindacali che si possono sviluppare in alcuni settori, ecc.

Vogliono rendere ricattabile una platea di almeno 860.000 proletari, costretti senza il reddito ad accettare salari sempre piú bassi, anche piú bassi di quella miseria che si prendeva tramite il reddito.

Bisogna impedire tutto ciò, bisogna guastare i loro piani!

Continueremo ad organizzarci, verso un autunno davvero caldo.

28 agosto,

Laboratorio politico Iskra


Cosa c’è dietro l’attacco al reddito di cittadinanza? E la battaglia da fare…

COSA C’È DIETRO L’ATTACCO AL REDDITO?

POSSIAMO AFFIDARE QUESTA BATTAGLIA ALLE FORZE POLITICHE ISTITUZIONALI?

QUALE PROSPETTIVA E RIVENDICAZIONI?

L’escalation bellica e l’aumento dei conflitti militari tra potenze capitalistiche comporta sempre di più l’economia di guerra negli stessi paesi capitalistici.

Costi sociali che ricadono su di noi con il carovita, l’inflazione, la disoccupazione, il lavoro sfruttato e sottopagato oltre che le conseguenze nefaste dal punto di vista ecologico, ambientale e sulle condizioni di vita.

Da anni assistiamo alla violenza dell’attacco, politico, ideologico e materiale contro il meccanismo del cosiddetto Reddito di Cittadinanza oggi smantellato.

La caccia del “furbetto del divano” ci ha accompagnato in tutti i talk show televisivi fino ad oggi mentre a pioggia continuavano i sostegni e le defiscalizzazioni alle imprese in cerca di manodopera a basso costo.

I soldi per queste regalie (condoni fiscali, tassazione non più progressiva, aumento dei vitalizi) insieme alle spese militari verranno trovati anche tramite la cancellazione totale del Reddito di Cittadinanza per tutti i percettori.

Dietro la retorica dell’interessa nazionale prosegue la guerra contro i proletari e gli sfruttati a cui far pagare la loro crisi e la loro guerra.

L’obiettivo dei padroni è avere una larga massa di sfruttati ricattabili da inserire ed espellere dal mercato di lavoro a seconda delle stagionalità, degli andamenti del mercato, delle lotte sindacali che si possono sviluppare in alcuni settori ecc…quindi rendere ricattabile una platea di almeno 860.000 proletari, costretti senza il reddito ad accettare salari sempre piú bassi, anche piú bassi di quella miseria che si prendeva tramite il reddito.

A questo servivano le lamentele estive di albergatori, operatori del turismo, proprietari di bar e ristoranti (ossia le principali roccaforti dell’evasione fiscale e contributiva del lavoro nero e sotto pagato), ma anche di grandi gruppi industriali, hanno invaso per mesi Tv e giornali.

Insomma anche un ammortizzatore sociale insufficiente e limitato come l’RdC (certo non una misura rivoluzionaria ma che al Sud era riuscito a porre un freno ai salari di merda) non trova quindi piú spazio nei programmi di padroni e borghesia, interessati a eliminare qualsiasi ostacolo nella costruzione di un meccanismo di rastrellamento sempre piú efficace della manodopera, di aumento della concorrenza tra diversi segmenti della forza – lavoro (italiani e stranieri, giovani e anziani, dipendenti diretti e in appalto, occupati e disoccupati, ecc…) e dunque, in definitiva, di abbassamento del livello generale dei salari.

Per questo la difesa del Reddito di Cittadinanza non può che avvenire con il coinvolgimento piú largo dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali conflittuali e politiche di classe.

Lo sfruttamento del lavoro da parte del capitale, passa anche attraverso la costituzione di un esercito di riserva disoccupato o semi-disoccupato che deve fare pressione sugli occupati perché siano più produttivi ancora di quel che già sono.

Che questo attacco lo faccia il Governo Meloni (in continuità con il Governo Draghi) è cosa risaputa ed è chiara la responsabilità. 

Ma oggi diverse forze politiche non al Governo cavalcano i segnali di mobilitazione contro il taglio del Reddito: possiamo mai “affidare” la lotta dei disoccupati (percettori o meno) a quelle forze politiche che comunque erano insieme a sostenere il Governo Draghi e che non hanno speso una parola per le platee storiche dei disoccupati, dopo essere in piazza tutti i giorni da 9 anni, manganellati, denunciati e rinviati da tavoli a contro-tavoli? Come mai sulla questione del reddito in generale prendono parola e su di noi, su una lotta reale dove possono anche incidere materialmente per la sua risoluzione, non si sono mai esposti?

La realtà è che noi non siamo appetibili per  questi signori perché non siamo mai scesi a compromessi né elettorali né di altra natura.

Noi dobbiamo puntare alla ricomposizione della classe lavoratrice attraverso la difesa e l’organizzazione di quella parte della classe che è stata e sarà gettata violentemente nella disoccupazione, intorno alla parola d’ordine del salario garantito.

Per noi questa rivendicazione si accompagna in modo strettissimo alla rivendicazione del “diritto al lavoro che sia utile alla società” per tutti/e e per lavorare tutti ma meno coinvolgendo alla partecipazione diretta di tutti/e alla produzione sociale ed alla lotta per la riduzione drastica e generalizzata dell’orario giornaliero di lavoro, per il lavoro socialmente necessario, cioè per il solo lavoro utile ad una esistenza sociale sana.

In questo senso ci impegneremo (come da sempre) a sostenere la campagna a difesa del Reddito di Cittadinanza, partendo da SUD, impegnando le nostre sedi, aprendo sportelli e organizzando ulteriori iniziative di lotta dentro una mobilitazione più generale.

Faremo vivere le rivendicazioni e prospettive generali proseguendo la nostra lotta vertenziale che conduciamo quotidianamente senza tregua da 9 anni contro tutto e tutti.

Sia chiaro. Noi abbiamo costruito con lotta e sacrificio un percorso che non deve e non può essere assolutamente messo in discussione.

Per questo siamo pronti nelle prossime settimane a lanciare la mobilitazione a Roma per fare in modo che la nostra vertenza e battaglia che riguarda centinaia e centinaia di famiglie, donne e uomini delle periferie di questa città abbia una definitiva svolta.

Difendere ed estendere il RdC!

Tagliare spese militari, vitalizi, condoni fiscali!

Salario garantito per disoccupati/e!

Salario massimo per i lavoratori e lavoratrici!

21 agosto,

Movimento di lotta – disoccupati 7 novembre

 mov7nov@gmail.com


A Napoli e Viterbo,

prime iniziative contro l’abolizione del reddito di cittadinanza,

per il salario garantito

Oggi [mercoledì 2 agosto] un corteo spontaneo dei percettori del reddito di Cittadinanza insieme ai “Comitati per la difesa e l’estensione del Reddito” ed anche una folta presenza dei disoccupati 7 Novembre e di Scampia, hanno attraversato le strade di Napoli per protestare contro l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza approvato lo scorso 1 Maggio dal Governo meloni ed annunciato nei giorni scorsi con un arido SMS che sta togliendo il sonno a centinaia di migliaia di famiglie a Napoli e nel resto d’Italia. Si è trattato dopo la manifestazione nazionale di Giugno scorso a Roma di un primo importante momento di risposta contro questo governo che ruba ai poveri per dare ai ricchi.

La piazza ha chiesto con forza che il reddito di cittadinanza non venga eliminato fino ad un lavoro dignitoso e ad una formazione seria finalizzata, che sia  ridotto l’orario di lavoro per creare nuova occupazione, che i salari vanno aumentati per lavorare tutti lavorare meno e con più diritti. Siamo stanchi di doverci vendere al mercato del lavoro nero e della criminalità organizzata.

Il corteo è passato sotto la nuova sede di fratelli d’Italia in Corso Umberto 228, dove ha urlato tutta la sua rabbia contro questo partito e contro la Meloni per le sue scelte  politiche che stanno spingendo sempre più famiglie verso la totale povertà senza offrire alcuna alternativa. 

Dopo aver fatto Tappa alla sede dell’INPS  in Via De Gasperi, il corteo si è fermato sotto Palazzo San Giacomo per chiedere al sindaco e a tutta l’amministrazione di pronunciarsi a favore della continuità di Reddito ed affinchè tutt@ i percettori vengano presi in carico dai servizi sociali comunali come prevede la stessa legge. 

La manifestazione partecipata da circa 500 persone si è conclusa sotto la sede della prefettura ed  una delegazione è stata ricevuta dal Vice Prefetto e dal Capo Gabinetto. Qui sono state esposte le ragioni dell’iniziativa ed è stato chiesto di attivare un tavolo urgente di confronto tra Governo ed enti locali (comune, città Metropolitana e Regione)  per adottare un provvedimento urgente che superi la confusione e lo scaricabarile istituzione a cui stiamo assistendo in questi giorni per garantire la continuità di reddito per tutti fino a Dicembre. È stato ribadito ai rappresentanti del governo che il reddito di cittadinanza non si tocca e che lo stato dovrebbe invece assumersi seriamente l’onere di controllare e perseguire il lavoro nero e lo sfruttamento che si perpetua ogni giorno sui luoghi di lavoro.

Continuare la mobilitazione in maniera permanente, con mobilitazioni tutte le settimane come in Francia fino a quando non vi sarà un’inversione di tendenza da parte del Governo che contemporaneamente a tagliare il reddito per i più poveri decide di aumentare i vitalizi dei parlamentari e regalare ulteriori condoni agli evasori fiscali.

D’altra parte non ci fidiamo delle opposizioni parlamentari che continuano ad avere paura delle piazze consapevoli che storicamente le vittorie per il popolo si sono avute lottando e scioperando e non in parlamento.

Ci auguriamo che dopo oggi tutto il sud e tutto il paese si mobiliti contro questo governo fascista ed amico dei poteri forti.

Mercoledì prossimo saremo di nuovo in piazza a Napoli e nel resto d’Italia per arrivare ad un grosso corteo nazionale di risposta ai primi di Settembre

Giu le mani dal Reddito 

Uniti si vince

Rete dei comitati x la difesa e l’estensione del Reddito Napoli

3 agosto,

Questo qui sotto è, invece, il testo sul quale il SI Cobas di Viterbo, Tuscia in lotta e la Confederazione Cobas di Viterbo hanno chiamato e organizzato oggi un presidio davanti alla sede Inps della Città.