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[CONTRIBUTO] 16-17 giugno: ancora un grande sciopero nelle ferrovie!

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui https://pungolorosso.com/):

Continua inarrestabile il percorso di lotta dell’assemblea nazionale macchinisti (PdM) e capitreno (PdB) del gruppo FSI.

Se abbiamo potuto definire, senza enfasi alcuna, lo sciopero del 23/24 marzo scorso un grande successo (vedi qui), in occasione dell’azione di lotta appena conclusa (16/17 giugno) siamo andati, se possibile, ancora più in là. Lo sciopero dalle 3.00 del 16 giugno alle 2.00 del 17 giugno ha registrato punte altissime di adesione. Probabilmente il miglior commento alla riuscita dello sciopero lo hanno dato i tabelloni delle stazioni, caratterizzati da lunghissimi elenchi di treni cancellati, con limitazioni di percorso o che viaggiavano in forte ritardo. Centinaia i convogli soppressi, in particolare quelli a lunga percorrenza e le Frecce.

Per l’Assemblea Nazionale PdM/PdB si trattava della terza azione di lotta, la prima effettuata in solitaria senza l’affiancamento delle sigle di base, che hanno continuato a fornire l’appoggio esterno in attesa di convergere sulla nuova data, la prima ove sarà possibile dichiarare uno sciopero su tutto il territorio nazionale.

Nulla ha fermato il movimento: né le precettazioni (uno sciopero regolarmente proclamato è stato precettato con motivazioni le più pretestuose direttamente dal Governo – tipo il Gran Premio di Formula 1 … e le alte percentuali di adesione previste!, come a dire che è ammissibile solo uno sciopero con scarse adesioni! -; né tantomeno l’atteggiamento sempre più inqualificabile dei sindacati concertativi i quali, oltre a non aver neppure risposto all’invito a presentarsi alle assemblee, hanno annunciato, due giorni prima dell’inizio dell’agitazione, l’apertura del tavolo sull’orario di lavoro del PdM/PdB supplicando … “attenzione e responsabilità da parte aziendale”. Tutto ciò non ha fatto altro che far crescere la rabbia di una categoria non rappresentata ai tavoli di trattativa e che rivendica in prima persona la salvaguardia della normativa e delle proprie condizioni di vita.

Avanti ora verso il nuovo sciopero!

Dopo anni di passività, di sindacalismo confederale compromesso con le logiche del potere, di contratti collettivi al ribasso, di aumento della precarietà, i lavoratori hanno preso in mano il proprio destino e torneranno a lottare nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, grazie alle assemblee autorganizzate e al sindacalismo di base, con l’obiettivo di trainare sulla stessa strada tante altre categorie.

La stessa vertenza parallela dell’Assemblea Nazionale della Manutenzione, cui la grande maggioranza dei sindacati di base ha aderito, sta dimostrando che ai tavoli di trattativa non siedono i veri rappresentanti dei lavoratori; lavoratori che ne sono esclusi ma che dagli impianti, stanno rialzando la testa.

Il significato di questa lotta va, infatti, molto al di là dei lavoratori (macchinisti e capitreno) che ne sono i diretti protagonisti: la tutela della salute, la riduzione degli orari e quindi dei carichi di lavoro, il recupero dell’inflazione degli ultimi anni che ha mangiato una quota importante del salario, la auto-organizzazione, la contestazione della rappresentatività dei sindacati confederali, il ricorso all’arma dello sciopero in modo organizzato e vero (no a scioperi simbolici), sono tutti temi comuni alla generalità delle categorie dei lavoratori. Ed è tempo che gli operai e i proletari che in tutti i settori produttivi avvertono che così non si può andare avanti, si lascino contagiare da questo esempio di combattività e di auto-organizzazione. Si può!

Si può, anche, e si deve, come si vede dall’iniziativa del 25 giugno prossimo al porto di Genova chiamata dal SI Cobas, dai Gpi, dalla Tir e da parecchi altri organismi, riprendere in tutto l’ambito della logistica, e molto oltre, l’iniziativa contro la guerra, contro le guerre del capitale, a cui farà seguito, il giorno dopo, una prima iniziativa chiamata proprio dai ferrovieri di Cub-Rail.