Trasporti

ATM: AVEVAMO PERSO LE SPERANZE…

16 giugno 2011: 1ª giornata della collera.

Con grande soddisfazione, abbiamo appreso la notizia relativa ad un piccolo gesto, dal senso e dal significato molto alto.

Avevamo perso ogni speranza! Pensavamo che la cupa modernità avesse travolto tutti i lavoratori attorno all’unico ideale oggi dominante che è quello della corsa al dio denaro(sempre più scarso). Avevamo perso ogni speranza e pensavamo che tra i lavoratori serpeggiasse incontrastata la rassegnazione a fronte dello strapotere padronale. Avevamo perso ogni speranza e pensavamo che non era più possibile riprendere a tessere un minimo di unità dei lavoratori attorno a pilastri centrali quali dignità e civiltà.

Siamo qui a raccontare invece del fatto che forse c’è ancora qualche speranza se c’è chi, di fronte all’ipocrita “bontà” aziendale che elargisce 1000 euro a quei lavoratori che ritiene più meritevoli, per tutta risposta risponde con un secco: no grazie! È, a nostro avviso, una strategia, quella aziendale, che tenta di portare sotto le proprie ali più personale da tenere impegnato il più possibile sotto i “tetti” aziendali rispetto a quelli domestici.

Il protagonista di questo grande e onorevole gesto, un lavoratore del deposito ATM San Donato, con il rigetto al mittente di questa mancia, ha voluto evidenziare che, le molte lacune aziendali che si riflettono in lungo e in largo 365 giorni l’anno in maniera negativa sulle condizioni lavorative, non si colmano con questi exploit, ma con un maggiore e costante impegno da parte delle maestranze, ad ogni livello, per chi maggiormente soffre la dura quotidianeità del nostro lavoro.

Complice la latitanza da parte dei vertici aziendali rispetto alla richiesta sottoscritta da circa 200 lavoratori del deposito S.Donato inerente l’installazione di adeguati servizi igienici in prossimità di alcuni capilinea strategici, si è stabilita per giovedì 16 giugno una prima giornata della collera che si articolerà con una limitata collaborazione.

Azioni come quella descritta in precedenza, ci ispirano moderata fiducia nel pensare che lo sfascio salariale(ma non solo), tra generazioni più giovani e quelle meno giovani, prodotto in questi ultimi decenni dalla stringente morsa composta dai sindacati conferderaziendalisti, dal padronato e dal potere politico, sia possibile cominciare a ricomporlo solo se emergerà voglia di unità tra lavoratori nelle lotte.

Non pensiamo che di tempo per dare risposte adeguate ce ne sia ancora tanto!

Intanto, con la complicità del connivente e indecoroso stand-by sindacale a livello nazionale, la lama del mancato rinnovo contrattuale fermo da 3 anni e mezzo, penetra sempre più a fondo con estrema facilità nella morbida sofficità dei nostri salari, con i più giovani soprattutto costretti ad autentici miracoli di bilancio

Milano, 08 giugno 2011              ATM: avevamo perso le speranze