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Banche: si diffonde il no al contratto “aiuta-banchieri” e allora i sindacati fanno votazioni riservate ai soli iscritti!

Nelle banche il 9/3 sono partite le votazioni su di un contratto fortemente peggiorativo, che non difenderà’ in alcun modo l’occupazione, fa pagare ai lavoratori i costi della ristrutturazione e dell’espulsione degli “anziani”, riduce i salari (di fatto!), riduce il TFR, …. e sulla scia dell’accordo sulla contrattazione del giugno 2010 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil stabilisce che il prossimo contrattazione nazionale e la contrattazione di “secondo livello” saranno validi se approvati dalle sigle sindacali rappresentanti la maggiorana degli iscritti (non dei lavoratori!).

Contro questo contratto si è costituito un COMITATO NO AL CONTRATTO AIUTA-BANCHIERI che sul suo sito pubblica anche i dati delle votazioni e cerca di diffondere il NO. Il sito è raggiungibile all’indirizzo http://sites.google.com/site/noalcontrattoaiutabanchieri/.

Di fronte alla sua attività e ai primi risultati Fabi-Fiba-Uilca-Ugl-Sinfub-Federdirigenti hanno deciso di passare a votazioni di soli iscritti. Un’anticipazione della prossima “contrattazione” con sindacati di comodo, come è anche nei piani del governo Monti e una realtà alla Fiat e …. nel credito.

Pubblichiamo sotto due appelli del comitato.

SI Cobas Credito

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APPELLO PER IL NO AL CONTRATTO

I banchieri vogliono tutto, i vertici sindacali lasciano fare….

IPOTESI DI ACCORDO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE DEL CREDITO

Costruiamo insieme il NO tra le lavoratrici ed i lavoratori, nei posti di lavoro, nelle filiali, nelle sedi, nei back-office, tra gli iscritti, i delegati di base e nelle organizzazioni sindacali, nelle assemblee e nella consultazione generale.

Il contratto va bocciato perché:

• riduce del 20% il salario dei contratti complementari

• introduce un salario d’ingresso ridotto del 18%, per 4 anni

• fa pagare ai lavoratori con un giorno di lavoro in più eventuali assunzioni

• allunga gli orari di sportello fino a 15 ore al giorno

• non prevede alcun recupero dell’inflazione per il periodo 2008-2011

• concede aumenti salariali insufficienti rispetto alla perdita del potere d’acquisto

• modifica la base di calcolo del TFR, cancellandone 11 voci retributive

• gli aumenti non conteranno per TFR, pensioni, previdenza fino a metà 2014

• blocca gli scatti d’anzianità per 19 mesi

• consente alle aziende di modificare in peggio i contratti in deroga al CCNL

• segna la fine del concetto di “demansionamento”, attraverso la piena fungibilità

I sindacati trattanti avevano il dovere di attenersi al mandato ricevuto dai lavoratori sulla base della piattaforma approvata. Dovevano rispettare l’impegno di tornare in categoria per sentire il parere dei lavoratori, prima di siglare qualunque ipotesi di accordo. Invece hanno trattato sul testo dell’Abi, cestinando in fretta le proprie richieste. Rischiano di andare in fumo diritti e tutele conquistate in decenni di lotte. Tutto questo va fermato.

Votiamo NO nelle assemblee e nella “consultazione certificata”

COMITATO NO AL CONTRATTO AIUTA-BANCHIERI

ASSEMBLEE “CERTIFICATE” O ASSEMBLEE “COMMISSARIATE”???

Dopo il colpo di mano delle segreterie nazionali di Fabi-Fiba-Uilca-Ugl-Sinfub-Federdirigenti, per bloccare le assemblee di Campania, Liguria, Verona e ogni luogo dove lo riterranno opportuno, continua la produzione di comunicati per giustificare i loro misfatti, comunicati che richiedono qualche spiegazione da parte nostra.

La situazione, ad oggi, dopo le proteste che si sono sollevate, prevederebbe che in Liguria si potrà continuare con le assemblee “unitarie”. In Campania, invece, la Fisac-Cgil farà assemblee separate dalle altre sigle, aperte anche ai non iscritti.

Quello che emerge da questa vicenda però è chiaro. Alle segreterie del primo tavolo dà fastidio che, in alcune realtà, si possano trovare di fronte ad una diffusa presenza di quadri sindacali in grado di spiegare le ragioni del NO.

La situazione ideale, per loro, è un tavolo “unitario” dove tutti sono allineati nel sostenere la bontà dell’accordo. Se dalla platea dei lavoratori giungono contestazioni i “professionisti del consenso” useranno tutte le loro “doti professionali” per respingere le obiezioni e portare a casa l’approvazione dell’accordo.

Cosa accadrebbe se non passasse l’accordo? Riteniamo molto grave l’uscita sul Sole 24 Ore di un articolo che, riprendendo tesi ascoltate anche in assemblea, paventa disastri in caso di bocciatura dell’accordo. Sono tesi messe in circolazione da chi è privo di argomenti. La retribuzione è garantita dall’art.36 della Costituzione e sulle parti normative l’ultrattività sarebbe controversa e aprirebbe uno scenario di contenziosi legali ingestibile. Curioso anche che si agiti il tema degli esuberi dopo che ci è stato spiegato che una delle perle del contratto è il Fondo per l’occupazione!!! L’unica catastrofe certa prodotta dalla bocciatura dell’accordo sarebbe l’invio al macero delle copie dell’accordo stesso (quello che dovrebbe ancora essere votato dai lavoratori) che l’Abi ha già stampato ed in parte venduto alla modica cifra di 15 Euro!!!

Nel loro ultimo comunicato, intitolato spudoratamente “il dileggio della democrazia” (sarebbe riferito a noi…), le sei sigle (senza la Fisac) ci fanno sapere che, sul territorio nazionale, i SI starebbero prevalendo con il 55% dei voti a fronte di un 39 % di NO ed il resto astenuti.

Se questi dati fossero veri, la prima cosa che balzerebbe agli occhi è che un accordo firmato da tutte le sigle (del primo e secondo tavolo, come ci viene ricordato) ottiene il consenso di poco più di metà dei lavoratori e delle lavoratrici: già questo rappresenterebbe una clamorosa sconfessione del loro operato.

Ma sono veri questi dati? Essi si riferiscono ad una platea di circa 40.000 lavoratori consultati. I dati in nostro possesso, ovviamente parziali, perchè frutto delle sole segnalazioni spontanee dei colleghi, si riferiscono a 26.000 lavoratori consultati e danno il NO al 55%.

Intanto dobbiamo ringraziare tutti/e coloro che ci hanno inviato i dati perchè, attraverso la rete di contatti costruita, siamo riusciti a conoscere risultati pari a due terzi delle assemblee complessive (26.000 lavoratori sui 40.000 dei dati “ufficiali”).

Inoltre i nostri dati sono analitici, assemblea per assemblea, località per località, azienda per azienda.

Non ci interessa aprire una guerra sulle cifre e per questo chiediamo ai sindacati del primo tavolo di fornire ai lavoratori i dati disaggregati allo stesso modo per effettuare gli opportuni controlli e verifiche.

Sia chiaro che il risultato finale dovrà essere chiaro, trasparente, indiscutibile.

Se l’accordo verrà bocciato chi lo ha firmato dovrà trarne le conseguenze. Si aprirebbe una nuova stagione sindacale e pazienza se questo costerà il sacrificio di un po’ di carta sprecata.

Tutti i giochi sono ancora aperti: invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici ad impegnarsi a sostenere le ragioni del NO ed a tenerci informati su quanto accade nelle assemblee.

29-3-2012                             COMITATO NO AL CONTRATTO AIUTA-BANCHIERI