CONVEGNO Sabato 21 aprile 2011 -ore 10,00 – Politecnico di Torino -C. Duca degli Abruzzi, 24
Se nel 1969 i lavoratori Fiat con le loro lotte divennero punto avanzato della lotta operaia in Italia , e se nell’autunno del 1980 Romiti aprì la strada alla borghesia industriale italiana per una ristrutturazione selvaggia e per la cancellazione dei diritti acquisiti, oggi Marchionne, dentro questa fase di accentuazione della crisi, anticipa in Italia ciò che il capitalismo globale porta avanti, scaricando sui lavoratori la crisi irreversibile del sistema capitalistico.
-Anche se il Gruppo Fiat ha perso relativamente peso nella produzione interna italiana, politicamente resta sempre il miglior rappresentante delle tendenze del capitalismo e dello Stato italiano.
-In questo quadro va visto il ruolo politico dei lavoratori Fiat, lavoratori che oggi si trovano a combattere una lotta contro un nemico sproporzionato, che non manca però di contraddizioni e di debolezze che possono essere sfruttate, sempre che i lavoratori dei vari settori sappiano unirsi e organizzarsi esprimendo il loro punto di vista .
-L’attacco contro le condizioni di vita e di lavoro portato dalla Fiat è una parte importante dell’attacco generale contro il movimento dei lavoratori. La lotta contro la politica di Marchionne non può essere combattuta solo dai lavoratori Fiat, ma da tutti gli sfruttati, perché “la lotta contro la politica Fiat è la lotta di tutti”.
-Questa lotta non può essere combattuta in modo adeguato nell’ attuale condizione di disgregazione e isolamento che i vari comparti della classe lavoratrice stanno subendo.
-Unire tutte le realtà dello sfruttamento moderno basato sul ricatto e sulla precarietà, è la sfida che dobbiamo lanciare se vogliamo iniziare una lotta che voglia vincere, è questo il percorso che vogliamo avviare e discutere insieme, un percorso di iniziative, di lotte, di collegamenti e di mutualità delle lotte.
-Nella crisi aumenta la guerra fra i poveri e i primi costi che i padroni tagliano, considerandoli improduttivi, sono quelli della sicurezza. L’Italia mantiene in Europa il triste primato dei morti sul lavoro. Si muore più facilmente se si è lavoratori immigrati
-Gli operai, i lavoratori sacrificati sull’altare del profitto continuano a produrre ricchezza da cui sono totalmente esclusi. Chi lavora fa la fame e muore sul e per il lavoro e chi sfrutta il lavoro altrui e non lavora si arricchisce sulla nostra pelle.
Il convegno affronterà questi temi:
-come iniziare a costruire un nostro punto di vista ; nel quadro della lotta politica del nostro paese, manca il punto di vista dei lavoratori.
-lottare per un punto di vista dei lavoratori significa lottare per favorire una soggettività autonoma dai ceti politico-sindacali dominanti-concertativi e dagli interessi economici del sistema.
-partire dall’unificazione delle lotte esistenti è fondamentale. Le lotte che si stanno svolgendo nella logistica a Milano, Lodi, Cremona, Piacenza, Parma dimostrano che è possibile vincere perché i lavoratori (soprattutto immigrati), insieme a una soggettività solidale, partecipano in maniera attiva agli scioperi ed ai picchetti nei vari magazzini.
-le lotte devono portare al centro la dignità e l’emancipazione dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari superando la condizione di merce forza-lavoro subordinata al profitto.
-oggi il territorio è lo spazio in cui si può realizzare l’unione , si tratta di agire dal quartiere al luogo di lavoro, dal luogo di lavoro al quartiere, per l’incontro di tutti i soggetti: dalle lotte per la casa,. per la difesa del territorio, per la difesa del posto di lavoro, dei comitati e delle associazioni contro le morti per e sul lavoro, ai precari e ai disoccupati ecc… per iniziative efficaci a livello nazionale.
-l’unità dei lavoratori superando tutte le logiche di divisione, in primis le categorie, le nazionalità, i contratti, i tipi di lavoro, i disoccupati, i precari e … le appartenenze politiche e sindacali (non significa abbandonare la propria bandiera, se mai porre in primo piano l’agire per gli interessi dei lavoratori ), perché o un sindacato di classe o una organizzazione politica, o una soggettività realmente rappresentativa, potrà nascere solo dal “basso” delle lotte.
Alcune proposte da discutere:
-iniziative per un collegamento e una mutualità stabile delle lotte e delle varie realtà
-avvio di un coordinamento tra i vari stabilimenti Fiat nella prospettiva della costruzione di una rete stabile anticapitalista dei lavoratori
-coordinamento dell’attività dei comitati di lotta per la sicurezza e contro le morti sul lavoro
-campagna per il salario-reddito garantito per chi perde il lavoro, i precari e i disoccupati
-campagna per la costituzione di una cassa di resistenza per i licenziati politici
-sostegno attivo alle lotte in difesa del posto di lavoro
-superamento del particolarismo locale, aziendale, per una lotta nazionale che abbia la capacità di “interloquire” con le lotte dei proletari a scala internazionale.
Per l’unità della classe lavoratrice duramente colpita e disgregata . Per una concreta opposizione agli sfruttatori, ai suoi governi e al loro Stato
Primi promotori
Lavoratori presidio Esselunga Pioltello – Collettivo Fiat Mirafiori, lavoratori Fiat di Termoli e Modena -Lavoratori delle cooperative della logistica di Milano, Lodi, Piacenza, Cremona, Parma -Sportello sindacale dei lavoratori, precari e disoccupati Torino – Disoccupati Napoli “Banchi Nuovi”