Respinto il ricorso dei metalmeccanici della Cgil che chiedevano rappresentanza pur non avendo siglato accordo col Lingotto.
Il tribunale di Torino ha respinto 21 ricorsi della Fiom, con i quali il sindacato chiedeva di poter nominare propri rappresentanti sindacali in 15 società di Fiat e Fiat Industrial, confermando che le Rsa possono essere nominate solo dalle sigle che hanno firmato l’accordo con l’azienda. Di conseguenza viene riconosciuta la correttezza della Fiat e la chiarezza della norma: «la legittimazione e l’attribuzione dei diritti sindacali si applica unicamente ai firmatari degli accordi aziendali».
IL LINGOTTO – Si trattava di ricorsi in 21 unità produttive del gruppo a Torino che il tribunale del capoluogo piemontese aveva deciso di unificare in un unico procedimento. La decisione conferma l’esclusione dei metalmeccanici della Cgil da circa il 50% dei siti del gruppo guidato da Sergio Marchionne nell’area piemontese. Soddisfatta la Fiat: «Il giudice – ha commentato il Lingotto in un una nota – ha riconosciuto la correttezza del comportamento tenuto dall’azienda nell’applicazione dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori». «Viene così confermato – ha aggiunto – che la norma è assolutamente chiara e precisa: la legittimazione e l’attribuzione dei diritti sindacali si applica unicamente ai firmatari degli accordi aziendali».
LA REAZIONE DELLA UILM – Si tratta, è stato il commento di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, di «una sentenza unica da parte del giudice del lavoro di Torino che dà ragione a Fiat rispetto a 21 ricorsi presentati dalla Fiom che pretendeva la rappresentanza nei luoghi di lavoro pur non avendo firmato il contratto specifico di primo livello col gruppo automobilistico lo scorso 13 dicembre». Per Palombella la decisione «smentisce la vulgata diffusa dai metalmeccanici della Cgil secondo la quale aumentano i tribunali che condannano l’azienda». «Si tratta – gli fa eco il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo – di un colpo importante, se non definitivo, alla strategia antagonista della Fiom che preferisce alla contrattazione sindacale il ricorso ai giudici».
L’ALLARME DELLA FIOM – Immediata la reazione della Fiom che ha annunciato appello contro la decisione del Tribunale del lavoro di Torino che ha respinto 21 ricorsi presentati dalle tute blu in merito alla nomina dei propri rappresentanti sindacali in quindici società di Fiat e Fiat Industrial. Lo ha annunciato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Complessivamente «abbiamo presentato 61 ricorsi. Nei prossimi giorni – ha spiegato Landini – ce ne saranno altri. Ci sono giudici che dicono che ciò che sta facendo la Fiat è antisindacale e giudici, con motivazioni diverse, che dicono altre cose. Siamo di fronte ad un problema aperto. Credo che noi, naturalmente, ricorreremo contro questa decisione perchè – ha continuato il leader della Fiom riferendosi alla sentenza del tribunale di Torino – dalla prima lettura che abbiamo fatto non ci sembra abbia argomenti forti. Consideriamo che il tema della libertà sindacale sia un tema aperto. Viene negata non solo la libertà della Fiom ma anche quella delle persone. Qui si nega il diritto di chi lavora di potersi scegliere il sindacato che ritiene più opportuno». Ha infine giudicato «anticostituzionale» negare la possibilità ai delegati Fiom di eleggere i propri rappresentanti nelle rsa. «Su questo punto – ha concluso il segretario delle tute blu – abbiamo intenzione di muoverci fino ad arrivare, se necessario, anche a chiedere un intervento della Corte Costituzionale».
Redazione Online14 aprile 2012 da corriere.it (modifica il 15 aprile 2012)